AMICI, Giovanni Battista
Ottico, astronomo e naturalista, nato a Modena il 25 marzo 1786, morto a Firenze il 10 aprile 1863. Si laureò a Bologna ingegnere-architetto nel 1808, nel 1815 venne nominato professore di matematiche nell'università di Modena. Nel 1825, con la dispensa dall'insegnamento, ottenne l'incarico di seguire i progressi delle scienze, specialmente dell'ottica e dell'astronomia. Nel 1831 fu chiamato a Firenze dal granduca Leopoldo II, quale astronomo nel Museo di fisica e storia naturale e come successore del Pons, col titolo altresì di professore di astronomia nell'università di Pisa. Tale ufficio tenne fino al 1859, anno in cui il nuovo governo della Toscana gli diede l'incarico delle osservazioni microscopiche in servizio del Museo stesso, col titolo di professore onorario. La sua opera geniale e feconda in diversi campi della scienza, acquistò gran fama in Italia e fuori. Nella fabbricazione di specchi, lenti, cannocchiali astronomici e microscopî fu maestro, e con liberalità ne fornì in gran numero a istituzioni e scienziati. I suoi primi specchi per riflettori astronomici furono usati alla Specola di Brera, e il suo primo microscopio catadiottrico (1812) all'Istituto reale di Milano. Studiando i miglioramenti da introdurre negli strumenti ottici, fece rapidissimi progressi, tanto che, lasciati in disparte i microscopî catadiottrici, poté ben presto costruire microscopî diottrici acromatici di grande perfezione, aumentandone gl'ingrandimenti, e immaginando (1847) il sistema d'immersione della superficie inferiore dell'obiettivo, portando così la potenza del microscopio a un grado fino allora sconosciuto e insperato. Tra il 1814 e il 1827 si occupò di micrometri, tra il 1819 e il 1822 di un sestante o settore di riflessione a prismi, dei circoli ripetitori e meridiani, delle camere lucide e del cannocchiale acromatico senza lenti eseguito con un solo mezzo rifrangente, ossia con quattro prismi di vetro a facce piane. Costruì il cannocchiale da lui chiamato iconantidiptico, col quale le immagini di un oggetto sembrano camminare in direzioni contrarie, così che nelle osservazioni astronomiche si poteva evitare l'uso di un reticolo o della illuminazione nel campo; inoltre il famoso prisma composto, che da lui prende il nome, e che ha per oggetto di fornire uno spettro nella direzione stessa del fascio incidente. Nel 1840, circa, furono da lui costruiti i due obiettivi acromatici, l'uno di 28, l'altro di 24 cm., che furono usati poi con buon successo nell'Osservatorio di Arcetri dal Donati, dal Tempel e dall'Abetti. Le osservazioni astronomiche fatte dall'Amici, soprattutto per provare i suoi strumenti, sono soltanto in parte pubblicate. Sono misure di stelle doppie e del diametro del Sole, osservazioni delle apparenze fisiche dei pianeti, di comete e stelle cadenti.
Più vasta è la sua produzione nel campo delle scienze naturali. Fin dal 1815 egli aveva notato il fenomeno singolare della circolazione del succo nella Chara vulgaris, arrivando poi a determinare la circolazione del plasma. Nel 1823 l'Amici annuncia la sua grande scoperta del tubo pollinico (che chiama budello), dimostrando che l'embrione non deriva da trasf0rmazione materiale dell'apice del budello, bensì dall'oosfera fecondata. Queste ricerche, contrastate dapprima, finirono col trionfare e con l'aprire definitivamente la via alle odierne conoscenze sulla fecondazione nei vegetali. Altri contributi notevoli vennero dall'A. recati negli ultimi anni della sua attività (1852-1862) nel campo della patologia vegetale, con ricerche sulla crittogama della vite (oidium), sulla rachitide del frumento, sulla fersa o seccume delle foglie del gelso e sul calcino del baco da seta.
Bibl.: G. B. Donati, Atti dei Georgofili, n. s., XI (1865); F. Palermo, Bollettino di bibliogr. e di storia delle sc. mat. e fis., III, maggio 1870; G. Briosi, Atti dell'Istituto botanico di Pavia (con bibliografia), s. 2ª, XI (1908); G. B. De Toni, G. B. A., in Gli scienziati italiani, Roma 1923, I, pp. 78-83; V. Ronchi, Sopra gli obiettivi astronomici dell'Amici, in Riv. d'Ottica, II (1922), fasc. 3°.