ARCUCCI, Giovanni Battista
Nacque da nobile famiglia napoletana nei primi decenni del sec. XVI. Frammentari sono i dati biografici: il Toppi lo chiama "Cavaliere Napolitano", ma nessun altro conferma la notizia. Sul frontespizio dei suoi libri il nome è seguito spesso dai titoli di giureconsulto e teologo: sembra, infatti, che da giovane seguisse "corsi metodici delle lettere umane, della Filosofia, della Teologia...". "Unus ex omnibus Academicis Ioannes Baptista Arcucius Theologus gravissimus, Orator eloquentissimus, Poetarum (ut nomen indicat) Princeps...", scrive G. F. Brancaleone nella prefazione delIo Baptistae Arcucii Neapolitani Odarum libri II ad Sigismundum Poloniae regem, Neapoli 1568. L'onestà dei costumi e la fama di erudito gli procacciarono la stima e l'amicizia di uomini illustri, quali P. Manuzio e B. Rota. Da un appunto del Chioccarelli apprendiamo la fine violenta dell'A., ucciso in un diverbio da un certo Giulio Carafa.
Contraddistingue la produzione poetica dell'A. una cultura prevalentemente retorica di cui lo scrittore si serve per nobilitare temi e motivi desunti indifferentemente dalla poesia classica o dalla realtà contemporanea, trasferendoli in un clima generico di decorosa imitazione classicista. Già nei citati Odarum libri II, accanto alle quarantaquattro odi, tutte di chiara imitazione oraziana, troviamo un poemetto d'argomento religioso, In Christi Domini Natalem; due composizioni, dedicate al pontefice Pio V e al cardinal G. Seripando, sono seguite da quattro ecloghe d'argomento mitologico. Di una più sconcertante versatilità diede prova l'A. in occasione della battaglia di Lepanto (1571), cantata due volte in versi latini: nel Fabii Iordani Iurec. Neap. viri claris. Ad Pium V Pont. Max., Neapoli 1571, troviamo un'ode dell'A., In adventum Ioannis Austrii Ducis, in cui prevale il tema encomiastico per la vittoria delle armi cristiane, ma nella Naupctiaca Victoria, inserita da P. Gherardi nella raccolta In foedus et victoriam contra Turcas iuxta Sinum Corinthiacum Non. octob. 1571 partam poemata varia, Venetiis 1572, e stamp. a sé a Napoli nel 1572 (Naupctiaca Victoria Ad Illustriss. et religiosiss. Principem Marium Carafam), questo tema si complica nel tentativo di ridurre fatti e personaggi storici in termini di epica classica e di mitologia pagana.
Contrastanti i giudizi sull'A.: dall'elogio di B. Rota (ode Ad Ioannem Baptistam Arcucium, in Berardini Rotae... Carmina nunctantum ab ipso edita, Neapoli 1572, c. 41v.) si giunge al giudizio totalmente negativo di M. Foscarini riportato nell'opera del Caramella; certo è che raramente il classicismo dell'A. riesce ad aderire a una concreta situazione poetica, raggelandosi per lo più in forme che sono ingegnose ma restano sterili.
All'elenco delle opere dell'A. vanno aggiunti: Paraphrasis in XII Fidei articula, Elegia: cum Antonii Mancinelli regulis, in suam veram formam redactis, Neapoli 1564, cui accenna il Chioccarelli e andata smarrita; Naenia in funere Sigismundi..., riportata dal Toppi ed inserita anche nelle Rime di diversi in morte di Sigismondo re di Polonia, Napoli s.d.; altri versi sono dispersi in varie raccolte dell'epoca.
Fonti e Bibl.: Honorii Dominici Caramella Panormitani Museum Illustrium Poetarum, secunda editio, s.n.t., p. 143; Il Tempio della divina signora donna Geronima Colonna d'Aragona, Padoa 1568, p. 17; N. Toppi, Biblioteca Napoletana, Napoli 1678, pp. 129, 345; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 973; B. Chioccarelli, De illustribus scriptoribus qui in civitate et regno Neapolis... floruerunt, I, Neapoli 1780, p. 300; I capitoli e un poemetto inedito di Camillo Pellegrino il Vecchio, a cura di A. Borzelli, Napoli 1895, passim; B. Croce, Una farsa cavaiola: "La maestra di cucito", in Aneddoti di varia letteratura, I, Bari 1953, p. 199 n. 1.