AZZOLA, Giovanni Battista
Nacque a Desenzano al Serio nel 1614; Studiò a Brescia collaborando col pittore O. Viviani, dal quale apprese la prospettiva. Da un registro di casa Moroni sappiamo che nel 1649 ricevette L. 1048 per i chiaroscuri e le parti ornamentali in due sale del palazzo dei conti Moroni in Bergamo Alta. I lavori furono eseguiti con Giangiacomo Barbello di Crema (1590-1656), pittore di figura.
Nell'anno 1660 dipinse il coro della parrochiale di Desenzano e poco dopo, nel contiguo paese di Albino, decorò, con finte statue e architetture varie, zone delle pareti della chiesa prepositurale e la volta del santuario della Madonna del Pianto. Si ha pure ricordo di suoi affreschi sulle pareti di una chiesa di Gandino e nel coro della chiesa sussidiaria della Beata Vergine della Ripa, pure in Desenzano.
Nell'anno 1665, come risulta da una fattura portante quella data e da una sua lettera, (in cui esprime il suo malcontento per la somma avuta), decorò in affresco il coro e la volta della chiesa di S. Andrea in Bergamo nelle adiacenze del palazzo Moroni in via di Porta Pinta, opere ora scomparse per la totale ricostruzione neoclassica eseguita dall'arch. Ferdinando Crivelli nel 1840.
La sua notorietà per la conoscenza dell'ornato e della prospettiva e per la fantasia inventiva lo portò ad avere commissioni varie per interni di palazzi, quali il salone e il soffitto di scala della residenza dei conti Zanchi in Alzano Lombardo e la casa dei nobili Mojoli in Bergamo Alta.
Il carattere della sua pittura murale, ove l'architettura e gli scorci prospettici si abbelliscono di elementi ornamentali di grande varietà, fa presumere che siano opere sue anche le decorazioni delle volte della villa già dei conti Lupi ora Albini in Cenate Sotto e del castello della famiglia Martinengo-Colleoni a Cavernago.
Nell'anno 1684 eseguiva a Bergamo decarazioni di sale nel palazzo dei nobili Carrara nella via di S. Cassiano, ora via Donizetti.
F. M. Tassi, per il fatto che nel periodo di tempo dal 1666 al 1684 non appaiono notizie di suoi lavori in patria, scrive che, avendo l'A. dipinto quadri per la corte di Panna ed essendosi affermata la sua notorietà, venne "dalla Regina Maria Anna, Reggente di Spagna, durante la minorità di Carlo II suo figlio, chiamato al suo servigio per dipingere nei Giardini dell'Escuriale, dove per ben lungo tempo deve aver dimorato".
Nel 1684, ritornato a Desenzano, fornì al conte Giacomo Carrara due quadri di prospettive ad olio: da una lettera, scritta il 7 luglio dello stesso anno, pubblicata dal Bottari, risulta che uno di essi era terminato.
Cinque anni dopo, e cioè nel 1689, all'età di 75 anni, mentre dipingeva una facciata in una via del paese di Albino, cadde dal ponteggio e morì poco dopo.
Ebbe per moglie Santa Merani. I pittori dello stesso suo cognome Bernardo e Pierantonio, di cui non si sa se fossero figli o solo parenti dell'A., dal Tassi giudicati di mediocre valore, furono "confusi fra gli altri suoi allievi di poco conto" e si possono pertanto considerare solo come collaboratori nel campo decorativo.
Bibl.: F. M. Tassi, Vite dei pittori scultori e architetti bergamaschi, II, Bergamo 1793, pp. 125-128; Bergamo, Curia vescovile, Commissione diocesana d'arte sacra, E. Fornoni, Notizie su artisti bergamaschi, ms., I, p. 51; G. Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura..., V, Milano 1822, p. 316; J. Meyer, Künstler-Lexikon, II, p.497; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lex., II, p. 296.