BAJACCA, Giovanni Battista
Nacque a Corno nella seconda metà del sec. XVI. Giureconsulto, fu segretario di Ludovico Sarego, vescovo di Adria, fra il 1613 e il 1621, quando questi reggeva la nunziatura apostolica in Svizzera. Passò poi al servizio del cardinale Desiderio Scaglia e dimorò per qualche tempo a Roma negli anni intorno al 1625. Si ignora la data della sua morte.
Il B. pubblicò a Como nel 1621 la Nicolai Ruscae S. T. D. Sundrii in Valle Tellina Arcipresbyteri, anno MDCXVIII Tuscianae in Rhetia ab haereticis necati, vita et mors,opera di notevole interesse storico, sia perché egli ben conosceva per diretta esperienza le condizioni religiose della Svizzera e della Valtellina, sia perché aveva avuto modo di incontrare più volte il Rusca a Lugano.
La sua testimonianza è dunque di prima mano, minuziosa e accurata, ed è espressa in un fraseggiare latino non privo di vigore e di commozione. Nel volume, oltre alla biografia del Rusca, compare una lettera del B. al cappuccino p. Tobia da Milano, allora guardiano dei convento di Melzo, scritta nel 1618da Lugano, che narra in forma più discorsiva gli stessi avvenimenti. L'opera fu tradotta in italiano da G. Romegialli (Vita e morte di Nicolò Rusca,Sondrio 1826) e da A. Garzetti (Vita e morte di Nicolò Rusca,Morbegno 1939), e ristampata a Como (1958) a cura di p. Gini.
In volgare il B. scrisse la Vita del Cavalier Marino,pubblicata a Venezia nel 1625, a pochi mesi dalla morte del poeta. Il volume comprende, oltre alla breve biografia, numerose lettere e componimenti poetici in lode del Marino, di G. Bonifacio, G. Preti, C. Achillini e A. Sforza, nonché una lettera del B. allo stesso Bonifacio, nella quale si descrivono le onoranze funebri rese al poeta dagli Accademici Umoristi di Roma nel settembre del 1625.
L'opera, che è la prima biografia del Marino data alle stampe, ha un tono celebrativo ed encomiastico, come era lecito attendersi dal B., amico e ammiratore del poeta. Le notizie biografiche, pur se non tutte attendibili, sono esposte in forma chiara e succinta. Giudizio negativo ne diede T. Stigliani in una lettera a F. Balducci (Dello Occhiale, libro IV, Venetia 1627, pp. 517-520), definendola - quanto alla forma - una "dettatura ignorantissima, e priva affatto di eloquenza, e di grammatica", e - quanto al contenuto - "non... una storia, ma una favola, ed una poesia in prosa, la quale... descrive il personaggio, non quale era, ma quale avrebbe dovuto essere". Ma furon critiche nate piuttosto da un risentimento personale che da una valutazione obiettiva.
La Vita del Cavalier Marino fu ristampata a Milano nel 1626 e a Venezia nel 1635. Il Solerti per il volume Autobiografie e vite de' maggiori scrittori italiani fino al secolo decimottavo narrate da contemporanei (Milano 1903) la preferì alle biografie del Marino di F. Chiaro, di F. Ferrari e di F. Loredano definendola la "più compiuta".
Bibl.: G. Cinelli Calvoli, Biblioteca volante,I,Venezia 1734, p. 78; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,II, 1,Brescia 1758, p. 67; G. B. Giovio, Gli uomini della Comasca Diocesi antichi, e moderni, nelle arti e nelle lettere illustri,Modena 1784, p. 28.