BARBIERI, Giovanni Battista
Attivo come scultore nella seconda metà del sec. XVI, nacque a Correggio, ove il padre Pellegrino esercitava il commercio di droghe e medicinali, e in patria dovette compiere i primi studi. Passato a Parma, entrò in familiarità con il Parmigianino, con il quale sembra collaborasse, preparando i modelli in gesso e in creta. Il Parmigianino, morendo nel 1540, lasciò eredi tre allievi che l'avevano seguito nell'esilio di Casalmaggiore: tra essi "Io. Franciscum de Barberiis f. q. Peregrini". È quasi certo che quest'ultimo fosse il B.: in un rogito del 19 sett. 1544, che riguarda i rapporti tra gli eredi del Parmigianino e la Steccata, il suo nome, infatti, è ripetuto nella forma corretta. Meno certa è invece l'identificazione del B. con quel "Messer Battista da Parma, suo creato, scultore eccellente", che difese il Parmigianino dalla taccia di praticare l'alchimia, come ricorda il Dolce. Il 20 genn. 1568 la Compagnia della Steccata incaricò il B. di eseguire il sepolcro marmoreo del conte Guido da Correggio, che aveva lasciato quella chiesa erede delle sue sostanze. I lavori procedettero sino al 1570 e il compenso fu di 325 scudi d'oro. Il monumento (cappella dei SS. Ilario e Giovanni Evangelista) è senza dubbio l'opera più brillante del B., che immaginò la maestosa figura di Guido in piedi sul sarcofago, incorniciata da una classica edicola in marmo rosso di Verona. Il B. declina in termini padani una cultura di lontana origine michelangiolesca, con risultati affini a quelli di Prospero Clementi a Reggio. Il ricordo del gusto artistico parmense è però avvertibile nella pacata dolcezza del modellato che, nel volto spirante, riflette in qualche misura il gusto del Correggio. Del 1573 sono alcuni pagamenti per un'acquasantiera scolpita per il duomo. Nel 1576 il B. eseguì il monumento sepolcrale di Sforza Sforza, conte di Santa Fiora, morto nel 1575.
Il mausoleo, comprendente la figura dello Sforza in armi genuflesso sul sarcofago affiancato dalle statue della Fortezza e della Temperanza, veniva conservato in origine nella chiesa dei francescani di Castell'Arquato ed è stato ora ricomposto nel Museo della Collegiata.
L'ultima opera documentata del B. è l'altare di S. Agapito, nella cripta del duomo di Parma (1564-1578; compensi per 175 scudi d'oro) con la figura del santo che sormonta l'uma.
Il B. morì presumibibnente a Parma dopo il 1584, ultimo anno in cui è ricordato (Testi) come scultore.
Fonti e Bibl.: L. Dolce, Dialogo della Pittura [Venezia 15571, in Trattati d'arte del '500, a cura di P. Barocchi, Bari 1960, p.199; I. Affò, Vita del graziosissimo pittore Francesco Mazzola detto il Parmigianino, Parma 1784, p. 105; Parma, Bibl. Palat., I. Affò, Notizie intorno agli artisti parmigiani, ms. 1599, Cc- 34-35; N. Ratti, Della Famiglia Sforza, Roma 1794, 1, pp. 260, 275; I. Affò, Il Parmigiano servitor di piazza, Parma 1796, p. 169; L. Pungileoni, Memorie storiche di Antonio Allegri..., I, Parma 1817, pp. 177 S.; II, ibid. 1818, pp. 206-209; P. Zani, Enciclopedia metodica... delle belle arti, 1, 3, Parma I 820, pp. 70, 289; M. Gualandi, Memorie originali italiane riguardanti le Belle Arti, serie V, Bologna 1844, pp. 121-126; Q. Bigi, Notizie di Antonio Allegri, in Atti e mem. d. R. Deputaz. di storia patria Per le prov. modenesi e parmensi, VI (1872), pp. 399-401; Parma, Museo Nazionale di Antichità, E. Scarabelli Zunti, Documenti e Memorie di Belle Arti parmigiane, ms. 103, IV, cc. 61-62; L. Testi, Santa Maria della Steccata in Parma, Firenze 1922, pp. 84, 90, 218; G. Copertini, Il Parmigianino, Parma 1932, 1, pp. 174, 193, 194; II, p. 124; L. Testi, La cattedrale di Parma, Bergamo 1934, p. 114; A. C. Quintavalle, Il Parmigianino, Milano 1948, pp. 162, 169, 186; Bologna, Ritrovamento di due tele del Correggio, in Paragone, VIII (1957), n. 91, pp. 9-25; Parma, Sovrintendenza, A. C. Quintavalle, Catalogo degli oggetti d'arte della prov. di Piacenza [1959], schede ms.; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, II, p. 476; Enciclopedia Italiana, VI, p. 145.