BERARDICELLI, Giovanni Battista
Nato a Larino nella seconda metà del sec. XVI, entrò nell'Ordine dei minori conventuali con il nome di Giovanni Battista da Larino e vi ottenne il titolo di baccelliere e di dottore in teologia. In seguito ebbe incarichi pastorali e di insegnamento, divenendo maestro deì novizi a Bologna, poi provinciale di S. Angelo e S. Bemardino, "compagno" dell'Ordine nel 1625, "assistente" nel 1630, e infine direttore spirituale dei collegi della Calabria. Inviato a presiedere il capitolo generale di Molfetta, rimase in Puglia con l'incarico di "rector seminariorum et reformator conventuum " di tutta la regione. Egli, infatti, per gli stretti legami che aveva avuto con il generale riformatore P. Montanari da Bagnacavallo e per la sua attività direttiva nell'ambito della formazione dei novizi, si presentava come l'uomo più adatto ad applicare le nuove costituzioni, che prima il Montanari nel 1617, e poi, per impulso di Urbano VIII, un apposito capitolo avevano dato all'Ordine, nell'intento di riformare i conventi in senso comunitario e di dare impulso alla formazione culturale dei religiosi. Le prove di capacità fornite dal B. nella direzione dei conventi "riformati" mossero il papa ad affidargli, dopo un periodo di governo ad interim della provincia di S. Nicola (1630-31), il vicariato apostolico dell'Ordine (breve del 20 marzo 1632). Nel capitolo generale del 1635, infine, il B. divenne ministro generale, e tenne la carica, riconfermata alla scadenza dei primi sei, per ben dodici anni.
Il B. lasciò di sé complessivamente un ricordo di buono e moderato governo. "Vir pius, mansuetus et prudens", scrisse di lui il Wadding, alludendo sia alla sua formazione, sia all'accorta politica seguita nel governo dell'Ordine, cercando di rendere più regolata la vita nei conventi, di sistemare l'attività delle funzioni e delle questue, di assicurare il favore delle più alte autorità della Chiesa.
Durante il periodo in cui il B. era a capo dei seminari, concepì il disegno di un'opera sull'educazione dei novizi, che durante il suo ministero venne adottata e si diffuse poi largamente. Il libro fu edito più volte, tra il 1633 e il 1639, a Roma, Venezia, Perugia e Napoli con il titolo di Manuale de' Frati Minori Conventuali nel quale con molta facilità, e brevità s'ammaestrano i Frati dell'Ordine, e specialmente i giovani, et i novitii di quanto si richiede al loro istituto religioso, spirituale e morale. Del B. esistono anche numerose Lettere pastorali a stampa, da lui rivolte a tutti i provinciali dell'Ordine, oppure destinate alle singole province. Nei registri degli Ordini dei superiori dei conventi minoriti sono contenute altre missive, di ordine più particolare, inviate dal B. durante il suo ministero.
Nel corso di esso, numerose questioni impegnarono la "prudenza manierosa" del B.: nel 1640 furono il problema della questua (i minori conventuali furono dichiarati da Urbano VIII ordine mendicante) e quello della proprietà individuale dei frati; nel 1641 l'invio di una missione in Mesopotamia; nel 1640 e 1641 i gravi e delicati rapporti dell'Ordine con gli "eretici" di Polonia e di Ungheria. Particolare attenzione il B. dedicò al convento di Assisi a cui concesse una "infermeria": la città gli conferì nel 1644 la cittadinanza onoraria.
Dai documenti che lo riguardano non appare che il B. fosse una personalità di forte spicco nei confronti dei generali che lo precedettero: bisogna dire, invece, che durante il suo governo l'Ordine superò rapidamente una fase di confusione determinata dall'applicazione delle costituzioni "urbane", scaturite da una esigenza di riforma e applicate in senso pacifico e ordinatore. Al termine del suo ministero il B. era caduto in un certo isolamento e non gli riuscì di far eleggere, nel capitolo del 1647, una persona della sua cerchia. Rientrato, dopo quell'anno, in un'ombra relativa, di lui si può ricordare soltanto la morte, avvenuta a Napoli, nel convento di Caoodimonte, nel 1656.
Fonti e Bibl.: Archivio generalizio O.F.M. Conv., Regesta Ordinis, A-27 (1617)-A-38 (1644-47); Arch. Segreto Vaticano, Riti, 2039; Assisi, Bibl. Com., Libro degli ordini de' superiori, fondo S. Convento, voll. 34-36; Archivio di Stato di Assisi, Riformanze, LXIV; Bollario del convento di Assisi e Decreta Capituli 1635, in Arch. francisc. histor., XII (1919), pp. 485, 494; XVI (1923), p. 130; L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Roma 1906, p. 130; N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678, p. 130; G. Franchini, Bibliosofia, Modena 1693, p. 297; G. Cinelli-Calvoli, Biblioteca volante, I, Venezia 1734, p. 137; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 913; E. D'Afflitto, Memorie degli scrittori del Regno di Napoli, II, Napoli 1794, p. 108; F. A. Benoffi, Compendio di storia minoritica, Pesaro 1829, pp. 289-92; Sigismondo da Venezia, Biografia serafica, Venezia 1846, p. 636; C. Minieri-Riccio, Notizie biogr. e bibliogr., II, Milano-Napoli 1877, p. 23; S. B. Sbaraglia, Supplementum et castigatio..., II, Roma 1921, p. 36; F. A. Benoffi, Memorie minoritiche dal 1560 al 1776, in Misc. francesc., XXXIII (1933). pp. 342, 355, 358; G. Parisciani, S. Giuseppe da Copertino (1603-1663), Osimo 1963, pp. 51, 52, 116 e ad Indicem;G. Zaccaria, Diario storico della Basilica e S. Convento di S. Francesco in Assisi, in Miscellanea francescana, LXIV (1964), pp. 191, 195, 197.