BOERIO, Giovanni Battista
Nato probabilmente a Genova verso la metà del sec. XV, fu medico e astrologo. L'amicizia con fra' Filippo degli Alberici di Mantova (B. Fiera, Coena, Parigi 1508, epistola dedicatoria) è l'unico indizio che consenta di avanzare una congettura sugli ambienti frequentati dal B. in Italia prima della sua partenza per l'Inghilterra, dove si trasferì assieme ad altri membri della sua famiglia.
Gli altri due Boerio dei quali le fonti inglesi ci danno notizia, Giannantomio, intestatario di una licenza regia della durata di tre anni, a partire dalla primavera 1503, per l'esercizio del cambio a Calais e nel regno, e Geronimo, avvocato, impegnatosi nel novembre 1504 a operare come agente del re d'Inghilterra durante i suoi viaggi nel continente, furono probabilmente fratelli del Boerio. Di uno dei due potrebbe essere figlio quel Vincenzo, che è fugacemente menzionato in una lettera di Erasmo.
Dei tre, quello cui maggiormente arrise la fortuna fu Giovanni Battista. Divenuto prima del novembre 1504 medico primario di Enrico VII, confermato in questo incarico da Enrico VIII con un onorario che doveva aggirarsi sulle settanta sterline l'anno, dovette godere a corte di autorità e privilegi. Infatti, allorché suo figlio Bernardo decise di intraprendere la carriera ecclesiastica, Enrico VIII e il Wolsey lo munirono di lettere di raccomandazione per il cardinale Giulio de' Medici; e quando nel 1515 il B. stesso partì per Roma, fu latore di una lettera del re per il papa e nominato fiduciario di Inghilterra presso la curia.
A Londra il B. frequentava i circoli degli umanisti italianizzanti, come John Colet, William Grocyn, William Latimer, Thomas Linacre (prima collega, poi successore del B. nella carica di medico di corte). Qui egli fece nel 1505-06 la conoscenza di Erasmo, che in quel periodo, pur avendo raggiunto la piena maturità, era ricco più di dottrina, di programmi e di speranze che di fama e di danaro. Il B. aveva due figli, Giovanni e Bernardo, nati dal suo matrimonio con una Giulia, della quale ignoriamo il casato. I due giovinetti avevano già un istruttore, Clifton (forse quello stesso William Clifton che più tardi fu vicario generale di Wolsey nella contea di York); ma il padre, che aveva per loro grandi ambizioni e progettava di mandarli a fare i loro studi a Bologna, giudicava la tutela di Clifton insufficiente. Poiché Erasmo da tempo desiderava vanamente di fare un viaggio in Italia, quelli dei suoi amici inglesi che gli erano più devoti, Colet e Linacre, si fecero intermediari di un accordo fra lui e il Boerio. L'accordo non dovette essere facile, perché Erasmo non intendeva impartire lezioni ai due giovani e rifiutava di assumersi una troppo grande responsabilità morale esercitando una sorveglianza stretta sui loro costumi: egli accettò solo una funzione di consultore e direttore dei loro studi. In questa veste partì con loro da Londra nel giugno 1506, diretto a Bologna, passando per Parigi e per Torino, dove ricevette il dottorato in teologia. Dei giovani Boerio egli ebbe una impressione favorevole, per la docilità della loro indole e per la serietà dei loro studi (almeno Giovanni conosceva già il greco abbastanza bene da poter tradurre l'orazione di Isocrate a Nicocle e il trattatello di Luciano sulla calunnia, traduzioni che prima di partire aveva dedicato al principe Enrico come primizie delle sue fatiche letterarie). Ma già durante il viaggio una lite esplosa fra Clifton e l'ambasciatore del re d'Inghilterra, in compagnia del quale la piccola comitiva per maggior sicurezza viaggiava, e più tardi le divergenze insorte fra il B. ed Erasmo turbarono la ben avviata convivenza e nel giro di un anno l'umanista rinunciò al suo incarico.
Tuttavia quando, qualche anno più tardi, egli ritornò in Inghilterra, preceduto dalla fama che gli aveva procurato l'edizione aldina degli Adagia, i suoi contatti con il medico ripresero, e negli anni 1512-13 assunsero, anche grazie alla comune amicizia per Andrea Ammonio, un tono di scherzosa familiarità. In questo clima nacque, ispirata e sollecitata dal B. stesso, la traduzione dello scrittarello di Luciano Sull'Astrologia, che Erasmo gli dedicò, anche se in tono più condiscendente che affettuoso, il 12 novembre 1512. La familiarità sembrò stringersi ulteriormente quando, nel 1513, i due giovani Boerio ritornarono in Inghilterra e il padre offrì a Erasmo ospitalità nella sua casa londinese; ma i rapporti si turbarono di nuovo un anno più tardi, non sappiamo per quali ragioni, ma certo assai seriamente, se Erasmo nelle sue lettere a William Gonell poteva chiamare il B., con umanistico amor d'invettiva, genio maligno e piccola bestia velenosa. Poiché l'edizione parigina dei Dialoghi di Luciano nella traduzione di Erasmo, nella quale doveva figurare l'Astrologia, fu ritardata per varie ragioni fino al 1514, allorché la lite era già esplosa, la dedica al B. fu soppressa. Essa comparve solo qualche anno più tardi, nella Farrago epistolarum pubblicata a Basilea nel 1519, forse anche per riguardo ai due giovani Boerio. I loro rapporti con Erasmo si prolungarono infatti, su un piano di devozione da una parte, di benevolenza dall'altra, sia durante il soggiorno dei Boerio a Roma (dove essi si trasferirono nel 1515), sia quando, qualche anno più tardi, essi si spostarono a Genova, dove Erasmo inviò loro il suo giovane amico Francis Dilft, in viaggio per la Spagna. Con Bernardo Boerio, il quale era diventato protonotario apostolico, cavaliere di S. Pietro e cancelliere di Genova, Erasmo fu in corrispondenza fino al 1531.
La data di morte del B. e dei suoi due figli ci è ignota. Sappiamo solo che quella del padre avvenne prima del 1530.
Fonti e Bibl.: Il ms. delle traduzioni di Giovanni Boerio dal greco di Isocrate e di Luciano si trova nel British Museum, Add. 19553. Cfr. inoltre Letters and Papers foreign and domestie of the reign of Henry VIII, parte I, 1, London 1862, pp. 48, 306, 440, 662 s.; 2, ibid. 1864, Parte 1, pp. 106, 115, 151, 171, 203; parte II, p. 1463; Calendar of the patent Rolls,Henry VII, London 1916, p. 311; Opus epistolarum Des. Erasmi Roterodami denuo recognitum et auctumper P. S. Allen, Oxonii 1906-1958, I, pp. 59, 61, 427 s., 519 s. 532, 541-42, 544, 555, 561; III, pp. 390, 447; VIII, pp. 325-6; IX, pp. 253-55; Calendar of the close Rolls,Henry VII, II, London 1963, pp. 77, 170.