BOLZA, Giovanni Battista
Nacque il 3 ag. 1801 a Loveno sopra Menaggio sul lago di Como, di famiglia originariamente spagnola, stabilitasi in Lombardia nel sec. XVII. Studiò dapprima presso il collegio Ghislieri a Pavia, poi al ginnasio di Como, e frequentò l'università di Pavia dove si laureò in giurisprudenza il 10 agosto del 1820, ma dove ebbe anche la possibilità di seguire i corsi di letteratura.
Il B. fu poi successivamente supplente di filosofia al liceo di Como, finché nel 1825 si trasferì a Vienna ed entrò nell'amministrazione imperiale come funzionario della Camera generale di corte. Non trascurò però gli interessi letterari e pubblicò anzi numerose traduzioni dal tedesco, che possedeva in modo perfetto, e saggi e studi linguistici con note filologiche di qualche interesse per il suo tempo.
La sua attività letteraria era mossa dall'esigenza, da lui profondamente sentita, di fare opera di mediazione culturale tra l'Italia e l'Austria. E in questo senso l'impresa di maggior rilievo di cui il B. fu animatore e, dal fasc. VII del 1839, direttore, fu la Rivista viennese, un periodico trimestrale di "articoli originali, traduzioni, estratti e critiche di opere di letteratura, italiane e tedesche, tendenti a mettere in luce lo stato e i bisogni della letteratura di queste due nazioni".
Stampata a Vienna in lingua italiana e con testi tedeschi, era venduta sia nella capitale asburgica sia a Milano; ebbe vita breve, dal 1838 al 1840 e pubblicò in tutto dodici torni: si proponeva, oltre che diffondere la cultura tedesca nel Lombardo-Veneto, di farvi opera di penetrazione e persuasione anche sul piano politico. Vi collaborarono fra gli altri C. e I. Cantù, C. Pichler, M. Visconti, T. Grossi, A. F. K. Steckfuss (buon traduttore di opere italiane), V. Monti, L. Carrer, A. Maffei, T. Gar, C. Guaita, N. Tommaseo, G. Carcano e F. Dall'Ongaro. In quasi tutti i numeri comparvero note, saggi, traduzioni, contributi vari dovuti al B., che poi raccolse o utilizzò i più validi e importanti in volumi. Per esempio raccolse in volume, correggendole e ampliandole, le note di filologia che vi aveva pubblicato e le stampò a Vienna nel 1852 col titolo Vocabolario geneticoetimologico. La produzione del B. fu però spesso frettolosa e molti suoi lavori, specialmente quelli di carattere filologico o linguistico, non hanno oggi più alcun valore.
Nel 1839 il B. aveva sposato Eugenie Ritter, figlia di un direttore di banca di Böhmstetten. Anch'essa coltivava gli studi letterari: nel 1853 pubblicò una raccolta di poesie e alcune traduzioni dall'italiano e dall'inglese.
Nel 1841 il B. venne trasferito al Consiglio di Stato, dove nel settembre 1843 raggiunse il grado di ufficiale.
Ormai introdotto nel mondo culturale e politico di Vienna, frequentava da anni il salotto del consigliere di corte von Grenier, dove ebbe modo di conoscere e apprezzare Carolina Pichler. Nel 1846 diede alle stampe, sempre a Vienna, un nuovo libro, Apologhi, cinquanta favole che arieggiavano quelle di Lessing, un seguito del quale uscì nel 1863 col titolo Cento apologhi.
Quando fu sciolto il Consiglio di Stato, il B. fu nominato archivista di gabinetto; pochi mesi dopo, il 2 dic. 1850, venne trasferito al segretariato ministeriale presso il ministero dell'Istruzione. Fu in quest'ufficio però per pochi giorni poiché fu subito nominato presidente della Commissione per il riordinamento degli studi nel Lombardo Veneto, composta da otto rappresentanti della Lombardia e otto del Veneto. Di essa fu membro attivo F. Ambrosoli, che a Milano nel 1851 pubblicò le conclusioni della Commissione. Questo incarico lo allontanò da Vienna e il B. si stabilì a Verona per circa sei mesi. Fu poi in Toscana, a Roma e a Napoli per visitare le locali scuole medie e conoscere direttamente i vari sistemi scolastici.
Tra la fine del 1850 e l'inizio del 1851, fu nominato insegnante di italiano dell'imperatore Francesco Giuseppe, dei suoi fratelli e più tardi dell'imperatrice e strinse così amichevoli e duraturi rapporti con la famiglia imperiale.
Il 17 febbr. 1856 il B. ottenne l'ufficio di segretario ministeriale, che ricoprì fino al collocamento in pensione, avvenuto il 22 apr. 1860.
Da allora si dedicò più assiduamente agli studi e in particolare all'attività di traduttore. Una delle sue prime prove in questo campo era stata la traduzione del Totenkränze di J. C. Zedlitz; sulla Rivista viennese aveva pubblicato traduzioni da J. J. Engel, Herder, Goethe, Hoffmann, Chamisso, Uhland, ecc. Notevole l'edizione italiana di un'opera voluminosa, piena di difficoltà linguistiche per il suo carattere tecnico: il Viaggio intorno alglobo della Fregata austriacaNovara (3 voll., Vienna 1862-65); il suo capolavoro in questo campo è Saffo,tragedia di F. Grillparzer,tradotta in versi italiani (Vienna 1864). Tra i suoi lavori linguistici il più importante è certamente il Dizionario italiano-tedesco e tedesco-italiano; a Vienna nel 1853 aveva pubblicato un commento all'Orlandofurioso.
Il B. morì il 26 genn. 1869.
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