BREGNO, Giovanni battista
Scultore e architetto, della famiglia dei Bregno o Brignoni originari di Righeggia, presso Osteno (lago di Lugano); figlio di Alberto (o, forse, Roberto) e fratello di Lorenzo, con cui lavorò in unica bottega a Venezia, presumibilmente tra la fine del sec. XV sino al 1523, anno della morte.
Non si hanno sue notizie prima del 1502 (ottobre), quando i deputati all'arca del Santo di Padova affidano a "Giambattista Bregnon" o "de' Briani", abitante in Venezia a S. Benedetto (Gonzati, p. 167), l'esecuzione di uno dei bassorilievi con i Miracoli di s. Antonio, per la cappella dell'arca del Santo nella basilica (Resurrezione del fanciullo annegato: non venne però eseguito dal B. ma, alquanto più tardi, da A. Minello e I. Sansovino). Il B. era dunque già celebre, per avere incarichi così importanti, ed egli fu chiamato infatti ancora a Padova; l'anno seguente, 1503, riceveva pagamenti per una figura di Profeta eseguita su modello di Giovanni Alinello, per la stessa cappella (Gonzati, doc. LXXXVIII, pp. XCVII, 167 s.). L'attività a noi più certa del B., sempre msieme con il fratello Lorenzo, riguarda la cappella del Santissimo nel duomo di Treviso, ove è documentata la sua opera sino al 1510 (Biscaro, pp. 183-185).
In particolare, furono allogate al B. le statue di S. Pietro e di due Angeli oltre al Redentore ora nel vestibolo della cappella dell'Annunziata a cornu epistolae (1506). Nel 1510 glifu affidato tutto il lavoro concernente l'altare e il pavimento (p. 185), che fu poi distrutto nel Seicento; ma le parti restanti sono oggiattribuite a Lorenzo che ricevette pagamenti.
È presumibile che le sculture trevisane venissero elaborate nella bottega dei due maestri in Venezia, poiché essi risultano dimoranti in quella città, in contrada di San Severo, presso S. Giovanni Novo. Infatti, nello stesso tempo (1505), il B. è impegnato apreparare, insieme con Sebastiano Mariani da Lugano, uno dei camini dell'appartamento del doge in palazzo ducale, cui lavoravano anche Antonio e Tullio Lombardo. Qui egli è chiamato semplicemente "Zuan Batista taiapiera" (Paoletti). Con gli stessi maestri collabora ai lavori della cappella Zen a S. Marco, tra il 1505 e il '10, ed è inoltre incaricato di compiere una perizia, insieme con Sebastiano da Lugano. Nel 1508 riceve pagamenti dal convento di S. Giorgio Maggiore, per un rilievo raffigurante S. Giorgio da porsi all'esterno del grande dormitorio, allora costruito da Giovanni Buora.
La confusione delle notizie e la stretta collaborazione, o almeno la vicinanza nella stessa bottega, rendono difficile una netta distinzione del B. dal fratello Lorenzo. Poche opere sono sicuramente assegnabili all'uno piuttosto che all'altro. Nella cappella della cattedrale di Treviso si nota in genere nelle opere assegnabili a Giovanni Battista una maggiore raffinatezza, e un gusto più classicheggiante, molto affine per tali aspetti alla caratteristica maniera di Tullio Lombardo, cui egli si avvicina notevolmente. Il B. sembra avere nei confronti del fratello una più spiccata personalità, occupando comunque un posto importante nella corrente classicista che caratterizza per i primi decenni del secolo la scultura veneziana, accanto ai figli di Pietro Lombardo e agli artisti gravitanti nella loro orbita.
Bibl.: B. Gonzati, La basilica di S. Antonio..., Padova 1852, I, pp. 160-162, 167 s., XCVII; P. Paoletti, L'archit. e la scult. del Rinasc. in Venezia, Venezia 1893, ad Indicem;G.Biscaro, Note storico-artist. sulla cattedrale di Treviso, in Nuovo arch. veneto, n.s., IX (1899), pp. 183-185, 194 s.; Catal. delle cose d'arte e di antich. d'Italia, L. Coletti, Treviso, Roma 1935, ad Indicem (a p. 404 gli attribuisce il Redentore nella chiesa di S. Nicolòpiù probabilm. opera del fratello); G. Mariacher, Problemi di scult. veneziana,in Arte veneta, III(1949), pp. 95-99; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, pp. 569 s.