BRUSTOLON (Brostolon), Giovanni Battista
Figlio di Gioatà, bellunese, nacque a Venezia nel 1712 (Alpago Novello, p. 558). Scarsissime le notizie biografiche che si ricavano dal Moschini. Quando aveva già cominciato a incidere, non prima del 1739, frequentò la calcografia di Giuseppe Wagner (per cui si può parlare più di un perfezionamento che di una iniziazione), legandosi di amicizia con C. Ricci e P. A. Novelli, mentre falliti erano intanto andati alcuni suoi tentativi di affrontare anche la pittura e il fresco.
Grazie alle sue incisioni all'acquaforte e a bulino, in cui sapientemente è dosato il gioco delle luci e delle ombre, il B., sulla scia di L. Carlevaris, è uno degli interpreti del vedutismo oggettivo settecentesco. Lo scopo didattico-documentario presiede alla sua vasta produzione incisoria, sempre di gusto, dalle vedute di Roma e di Venezia alle scene di feste, dalle immagini di santi ai ritratti, dalle stampe d'occasione alle illustrazioni per libri, di cui talune di grande magnificenza. Eseguite per i migliori editori veneziani (F. Pitteri, A. Zatta, G. B. Pasquali, oltre a G. Zerletti, G. Caroboli, D. Pompeati), e per mercanti di stampe come L. Furlanetto, le incisioni sono firmate anche "Zuane Brustoloni" o "Brostoloni" et similia.
Fra le prime opere, edite a Venezia, salvo contraria indicazione, sono le illustrazioni per Principi di filosofia cristiana di F. Beretta (Padova 1730, ritratto), Memorie concernenti la vita del B. G. Forzatè di N. Costantini, 1745 (ritratto e vignette), Storia critica della vita di Ario di G. M. Travasa (1746, frontespizio), Opere scelte dipinte da Tiziano Vecellio di Cadore e da Paolo Caliari...(1749, il solo frontespizio, in quanto non è assodato che il B. abbia ritoccato, come da alcuni repertori, i rami di V. Le Fèvre del 1680), Rime di F. Beccuti detto il Coppetta (1751, ritratto). Nel 1752 il B. iniziò la collaborazione ai rami per le Rime del Petrarca commentate da L. Castelvetro per cui lo Zatta chiese un privilegio privativo venticinquennale: l'opera, ritenuta fra le più belle del Settecento, era conclusa nel 1756 (del B. l'antiporta e sei incisioni nel primo tomo), ma frattanto egli aveva collaborato alla Storia critica delle vite degli eresiarchi... di G. M. Travasa (1752-1762, vignette e ritratti di cui alcuni non firmati: cfr. Marco Ricci... [catal.], pp. 63 s.), al Ricciardetto, di N. Forteguerri (1753, ritratto, poi ristampato col falso luogo di Parigi, e poi nel 1780 con luogo Venezia), alla Lettera di Benedetto XIV a F. Cornaro (1754, ritratto), alle Considerazioni...di L. Masini (1756, antiporta, vignette e ritratto) e alle Pitture di Pellegrino Tibaldi e Niccolò Abbati... di G. P. Zanotti (1756) in cui il B. si era riservato le tavole di architetture, oltre ai finalini e ai capilettera, da disegni di A. Carboni, A. Raffi, L. Balugani. Nel 1757 fu la volta dei Componimenti poetici per l'ingresso di L. Morosini (vignette), nel 1758 delle Rime poetiche per le nozze di P. Contarini e M. Venier (testate e finali), e nel 1762 della Vita di Andrea Palladio di T. Temanza (antiporta e ritratto).
L'opera fondamentale del B. uscì nel 1763: il Prospectuum aedium,viarumque insigniorum urbis Venetiarum... Tomus primus... fu edito dal Furlanetto che, oltre a sei tavole originali, aveva fatto copiare e ingrandire i rami di A. Visentini del 1736. La serie, nata in dodici tavole (6 dal Canaletto, 3 da G. B. Moretti, e 3 senza nome) oltre il frontespizio, fu in seguito completata con altre incisioni tratte dal Canaletto e da dipinti di G. B. Moretti e figli (sempre con i titoli in latino); e ciò ingenerò confusione sulla sua consistenza.
In una richiesta di privilegio avallata da Gaspare Gozzi nel 1779(Gallo, 1941, p. 38)si fa riferimento a "N. 24Vedute principali di Venezia": per l'identificazione, cfr. Alpago Novello e Gallo (1941).
Tale serie fu, verso il 1791, ristampata da Teodoro Viero, con i titoli in francese in una serie unica assieme alle Solennità del doge (e parzialmente in altra serie con vedute veneziane di A. Sardi e altri incisori veneziani, da Canaletto, Marieschi, Guardi, post. al 1791) e più tardi da G. Battaggia.
Nel 1766, sempre per incarico del Furlanetto, il B. continuò la sua attività di interprete canalettiano con le Solennità del doge note anche come Feste veneziane, vendute per associazione a 4 lire veneziane ciascuna. La serie, concepita in otto fogli, ottenne tale successo che ne furono aggiunti altri quattro. Scaduto nel 1786 il privilegio, la serie fu, come già detto, ristampata dal Viero verso il 1791, con i titoli in francese e i numeri d'ordine, e poi dal Battaggia.
Seguirono nel 1767 e 1768 le illustrazioni per la Dactyliotheca Smithiana di A. F. Gori (in due vol., testate, vignette, ritratto di Giorgio III d'Inghilterra, 37 tavv. non firmate e 67 presumibilmente del B., da dis. del Novelli), nel 1768 quelle per il Bullarium di Benedetto XIV (ritratto) e i Poeticicomponimenti per le nozze di Giovanni Corner con Andreanna Pesaro, nel 1769 per l'Ostetricia di P. P. Tanaron (ritratto), nel 1770 quelle per la Vita dello Scamozzi di T. Temanza (antiporta per la quale il B. usò parzialmente quella della Vita del Palladio). Composto nello stesso anno è un gruppo di Vedute di Roma, tratte da dipinti e da un album di acquarelli donato al B. dagli eredi del Canaletto: il 29 sett. 1770 ne aveva incisi già tre, con privilegio ventennale di incidere ventidue "prospettive di Roma" che non ultimò (15 secondo il Cicogna, 25 secondo il Moschini). Due comunque le edizioni: la prima con i titoli in latino e la sottoscrizione "Venet.is apud insculptorem C.P.E.S."; la seconda con alcune varianti nelle ombre, i titoli in francese, spesso variati, posteriore forse alla morte del B. e commissionata dai Remondini per la vendita Oltralpe (per l'identificazione cfr. Alpago Novello). Da una sua dichiarazione del 1779 (Gallo, p. 41) risulta che il B. aveva inciso dal Canaletto otto Capricj de Architettura, serie preventivata in 24 pezzi (a cui presumibilmente appartengono l'Antico e il moderno,il rozzo e il vago e la Maestosa loggia che un giardin vagheggia) e inoltre che aveva ricopiato le 4 vedute della Piazza e della Piazzetta di s. Marco dalle incisioni del Visentini, e ricopiato per il Furlanetto, "preso da alcuni incisori", fra cui il Visentini e il Marieschi, "38 vedute nel giro del Canal Grande" (introvabili anche al Constable). Nel 1789 incise ancora, da suo disegno, il frontespizio per la parte II della Raccolta di opere scelte incise da Pietro Monaco nel 1740, ristampata dal Viero.
Morì a Venezia in contrada S. Canciano il 16 ottobre del 1796 (Alpago Novello, p. 558). Fu padre di Giandomenico, sacerdote e scrittore.
Fra le stampe sciolte, oltre a quelle usate per le illustrazioni di libri e diffuse a parte, si possono ricordare, fra i soggetti iconografici e i ritratti: S. Giovanni vescovo (da disegno di G. Facchinetti), medaglia con Benedetto XIV (dal Gandolfi), S. Filippo Benizi e S. Teresa (attribuita dal Moschini), Biagio Ugolini (da S. Gandini), Madama di Berì, del 1781, Michele Maria Capece Galeotta,Marc Antoine Muret,Michele Casati,Niccolò Carteromaco; fra le stampe di soggetto diverso: Pastor buono che caccia il lupo,Ascensione di s. Giuseppe,Minerva (dal Gandolfi); fra le stampe d'occasione: finalini, cartelle allegoriche e decorative (di cui alcune da disegni del Novelli e del Gandolfi). Le incisioni del B. furono spesso riportate a chiaroscuro su vetri veneziani coevi (Gasparetto).
Stampe del B. sono conservate a Venezia (Galleria dell'Accademia, Museo Correr), Belluno (Museo Civico), Firenze (Bibl. Marucelliana e Bibl. Nazionale), Roma (Gab. Naz. delle Stampe: inv. nn. 37580, 17164; F.N. 12232-12237 [2898-2904]).
Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker Künstlerlexikon, V, p. 151, v.in particolare: P. Zani, Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 68; E. A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, p. 614; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 535; R. Fulin, Guida artistica e storica di Venezia, Venezia 1881, p. 115; A. Buzzati, Bibliografia bellunese, Venezia 1890, ad Indicem; A. Bertarelli-H. Prior, Il biglietto da visita italiano, Bergamo 1911, p. 118; G. A. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924 (ma scritto anter. al 1830), ad Indicem; L. Alpago Novello, Giunte alla bibl. bellunese, Venezia 1931, ad Indicem; P.Arrigoni-A. Bertarelli, Stampe storiche conservate nella raccolta del Castello Sforzesco, Milano 1932, ad Indicem; Id., Piante e vedute di Roma e del Lazio conservate nella raccolta delle stampe e disegni (Castello Sforzesco), Milano 1939, ad Indicem; L. Alpago Novello, Gli incisori bellunesi, in Atti d. R. Ist. veneto di sc., lett. e arti, XCIX(1939-40), pp. 557-73; R. Gallo, L'incisione nel '700a Venezia e a Bassano, Venezia 1941, pp. 35 s., 38, 41-43; M. Gocring, Die Stecher des 18. Jahrh. in Venedig, in Graphische Künste, VI (1941), pp. 40-62; R. Pallucchini, Mostra degli incisori veneti del Settecento (catal.), Venezia 1941, pp. 58 s.; G. Morazzoni, Libro ill. veneziano del Settecento, Milano 1943, pp. 114 s., 140, 181; M. Pittaluga, Acquafortisti veneziani del Settecento, Firenze 1953, pp. 14, 104; R. Gallo, Canaletto,Guardi,B., in Atti dell'Istituto veneto di scienze,lettere e arti, CXV(1956-1957), pp. 6-10; A. Gasparetto, Il vetro di Murano, Venezia 1958, p. 123; W. G. Constable, Canaletto, Oxford 1962, II, ad Indicem; B. Tamassia Mazzarotto, Feste veneziane, Firenze 1963, pp. 72, 84, 187, 214, 223, 235, 236, tavv. 7, 14, 16-18, 20; Marco Ricci e gli incisori bellunesi (catal. Mostra a Belluno), Venezia 1968, pp. 23 s., 63 s.