BUONAMENTE, Giovanni Battista
Ignoti sono il luogo e la data di nascita di questo compositore, che, forse allievo di Salomone Rossi e di Claudio Monteverdi, contribuì all'affermazione della musica strumentale italiana, assumendo un ruolo di particolare rilievo nell'evoluzione del nuovo stile monodico strumentale. Formatosi probabilmente nell'ambito della corte estense, ove prestò servizio fino al 1622, in occasione delle nozze di Eleonora Gonzaga con l'imperatore Ferdinando II d'Asburgo fu nominato musicista di camera dell'imperatrice e, lasciata Mantova, si trasferì alla corte di Vienna, rimanendovi probabilmente dal 1626 al 1629. Nel 1627, per celebrare il ritorno di Ferdinando sul trono di Boemia, si recò a Praga al seguito della corte e si presume che il 27 dicembre dello stesso anno abbia partecipato in qualità di autore di balletti, oltre che di violinista e direttore d'orchestra, alla esecuzione della Pastoral Comoedia rappresentata da una compagnia di cantanti italiani. Una lettera del 3 dic. 1627 inviata da Praga a Cesare Gonzaga, cui si rivolge peraltro con devota familiarità, manifestando il desiderio di tornare al servizio degli Estensi, ci informa infatti della sua laboriosa partecipazione "alle Prove di balletti, prove di commedie..." organizzati in onore dell'imperatore; tuttavia i gravosi impegni cui fu sottoposto in questa occasione non gli impedirono di continuare a dedicarsi alla composizione, e quale devoto omaggio inviò al suo illustre protettore una sonata per violino: "al presente le mando una sonata nova a violino solo, la quale spero che piacerà a V.A. sonarla schietta et per comodità del giovine volendola adornarla con passaggi gli ho dato la comodità avendola io fatta non troppo difficile...". In questo documento, da cui apprendiamo interessanti notizie circa la concezione innovatrice del B. nei confronti del nuovo stile strumentale, legato in particolare alla crescente affermazione del violino quale strumento principe nella famiglia degli strumenti a corda, abbiamo anche testimonianza della fortuna raggiunta presso la corte di Vienna dal compositore italiano, il quale si dichiara "musico di Sua Maestà Cesarea".
Tornato a Vienna al termine dei festeggiamenti, il B. vi rimase ancora per qualche anno alternando la sua attività di musicista di corte a quella di compositore; si presume che intorno al 1630 abbia fatto ritorno in patria, ma si ignora ove abbia stabilito la sua dimora e probabilmente, non essendo riuscito ad ottenere il posto desiderato presso i Gonzaga, si ritirò a vita privata. Nel 1636 si trasferì ad Assisi per assumere la carica di maestro di cappella nel convento di S. Francesco e vi rimase fino alla morte, avvenuta nell'anno 1643.
Se scarse e lacunose appaiono le notizie sulla vita del B., le opere, parzialmente conservate, testimoniano, invece, non soltanto della sua personalità d'artista, ma si offrono quale prezioso documento sulla conoscenza delle prime manifestazioni della monodia strumentale italiana, nonché dei progressi raggiunti dall'arte violinistica ormai in rapida e fiorentissima evoluzione.
La sua formazione musicale era maturata nell'ambito della tradizione veneziana e monteverdiana in particolare. Egli appartiene a quella schiera di compositori italiani attivi presso le corti straniere, quali B. Marini, C. Farina, G. Valentini, P. A. Ziani e A. Bertali ecc., che dopo la morte di G. Gabrieli si mostrarono sensibili al fermento manifestatosi nel campo della musica strumentale italiana e pur non trascurando la tradizione polifonica vocale, giunta ad una complessità di tecnica e di stile di rara perfezione, si cimentarono in nuove ardite combinazioni strumentali, ove, accanto agli impasti timbrici in cui si riconoscono gli influssi dell'arte del Gabrieli, si scorgono altresì effetti orchestrali, che per la nuova originale utilizzazione degli strumenti, si presentano come conquista di una nuova sensibilità artistica aperta alla più varie possibilità espressive.
Autore di composizioni strumentali a uno o due violini con basso concertante, il B. contribuì non meno di altri illustri compositori contemporanei alla sorprendente fioritura di sonate e canzoni a più voci, esercitando peraltro un notevole influsso sulla musica tedesca del tempo. Autorevole esponente della prima scuola violinistica italiana - e mantovana in particolare -, fu uno dei primi compositori a stabilire una distinzione tra i vari episodi delle sue composizioni, che si susseguono con ritmi e caratteri diversi nel tipico alternarsi di movimenti lenti ad altri rapidi: compare, infatti, fin dalle prime opere strumentali del B. l'indicazione dei termini dinamici ("Allegro" - "Adasio"), quali si presenteranno poi nella successiva produzione sonatistica non soltanto italiana. Favorevole a una realizzazione strumentale del basso continuo, non indulse mai ad eccessi virtuosistici nelle parti solistiche e si mostrò propenso ad un moderato uso degli abbellimenti. Tra gli aspetti più interessanti della sua concezione artistica, assume particolare significato il sorgere di un senso tonale orientato nell'ambito della relazione maggiore-minore, non sempre chiaramente individuabile, ma tuttavia presente in alcune delle sue sonate, ove appare peraltro il principio monotematico nella fuga. Non minore interesse, inoltre, rivestono le elaborazioni melodiche, che, presentandosi sotto forma di diminuzioni, preannunciano le variazioni melodiche di Paganini: un esempio eloquente è offerto dalla Sonata Sesta sopra Rugiero e dalla Sonata Nona sopra Questo è quel loco, contenute nella raccolta del 1626 (Newman). Seguace del Rossi, che indubbiamente dové influire sulla sua prima produzione ora perduta, egli mantenne quasi inalterati i titoli delle proprie raccolte; tuttavia rispetto al maestro le sue composizioni rivelano una maggiore libertà e varietà di idee, che non di rado si manifestano con estrema concisione formale unita ad una singolare grandiosità espressiva. Così alla libera successione di ritmi diversi si aggiunge quale effetto insolito l'alternarsi delle parti superiori in forma di dialogo con il basso, come nella Sonata a doi Violini,& doi Bassi del Libro VI. Talora, poi, è il violino che, assumendo un ruolo decisamente solistico in dialogo con l'organico orchestrale, preannuncia addirittura il concerto solistico, quale verrà sviluppandosi con i compositori della generazione successiva. Non meno degna di nota è l'utilizzazione del basso, il quale diviene una vera voce concertante e, non più relegato al semplice ruolo di accompagnamento, partecipa attivamente allo sviluppo del movimento tematico. A questa innovazione, peraltro non trascurabile in relazione ai tempi, si aggiunge la sapiente utilizzazione delle voci strumentali, le quali vengono impiegate secondo le reali possibilità offerte dalle caratteristiche tecniche di ogni singolo strumento. Pertanto, mentre nelle canzoni l'indicazione appare limitata ai timbri vocali (discanto, contralto, tenore e basso), nelle sonate ogni strumento assume un ruolo ben definito con una altrettanto precisa destinazione. Si affermano sempre più gli strumenti a corda e soprattutto il violino, che viene contrapposto agli strumenti a fiato, come nella prima delle due sonate a sei del Libro VI, il cui organico strumentale costituito da un violino, un cornetto, tre tromboni e un "Lauto atiorbato basso", nonché uno strumento obbligato di basso continuo, appare chiaramente indicativo della concezione timbrica del B., ancora legata alle suggestioni della lezione monteverdiana, ma già aperta a nuove prospettive sonore. Così, mentre nelle sinfonie e nei pezzi a carattere di danza viene preferito un complesso di strumenti a corda, nelle sonate e nelle canzoni intervengono anche gli strumenti a fiato con impasti timbrici di particolare effetto, che insieme alla originalità delle idee e alla varietà delle figurazioni rivelano il pieno dominio dei mezzi espressivi raggiunti dal compositore ormai in possesso di un linguaggio autonomo non più soggetto agli influssi dei suoi illustri maestri.
Per quanto riguarda i caratteri formali delle sonate del B. si può notare come, non diversamente da quelle del Rossi, esse si presentino sia nella forma libera ispirata al principio della canzone ma con maggiore varietà ritmica e dinamica, sia nella forma di variazione su temi tratti da canti e danze popolari; e mentre quest'ultime, che costituiscono una preziosa fonte per la conoscenza e lo studio del folclore italiano del '600, si svolgono con estrema libertà inventiva, le prime rivelano procedimenti stilistici particolarmente complessi sia nella struttura polifonica sia in quella armonica, in cui si configura inoltre, soprattutto in relazione alla situazione musicale del tempo, il graduale evolversi della tecnica violinistica, che si arricchisce dell'impiego di posizioni alte sino ad allora mai praticate, di salti di decima e di doppie ottave e di effetti di tremolo, caratteristiche in realtà non del tutto nuove, ma forse per la prima volta usate in senso nettamente violinistico.
Tuttavia il merito più significativo del B. è quello di aver conferito alla suite il suoschema definitivo, che, apparso sin dal 1629 nella raccolta del Libro V, sipresenta nella successione Sinfonia-gagliarda,la sua corrente e sarà poi modificata nel 1637, secondo una precisa annotazione dello stesso B., nell'altra successione Sinfonia,brando,gagliarda,la sua corrente, in cui il termine di "sinfonia" assume il significato di tempo introduttivo non in forma di danza, caratterizzato da una introduzione polifonica in stile imitato seguita da passaggi violinistici. Spetta infine al B. anche il merito di aver introdotto in Austria il nuovo stile strumentale italiano e di aver consolidato la fama della scuola veneziana, offrendo con le sue opere un'importante testimonianza sulla produzione musicale del periodo barocco, nonché una fonte di preziose notizie sugli influssi esercitati dal ricco patrimonio popolare italiano nei confronti della musica e colta del XVII secolo.
Delle sue composizioni, tutte pubblicate presso Alessandro Vincenti a Venezia e conservate presso la Biblioteca dell'università di Breslavia, si ricordano: IlQuarto Libro de varie Sonate,Sinfonie,Gagliarde,Corrente,e Brandi per sonar con due Violini et un Basso di Viola..., 1626; Il Quinto Libro de varie Sonate,Sinfonie,Gagliarde,Corrente & Ariette per sonar con due Violini & un Basso di Viola..., 1629 (interessante raccolta in cui sono anche contenute preziose notizie sulla concezione esecutiva del B., secondo quanto si legge nell'Avvertimento Alli Signori Virtuosi:"Auero a caro che queste mie Ariette siano sonate con un violino solo, e 'l Basso, & beneplacito il Secondo Violino insieme"); Sonate et Canzoni a due,tre,quattro,cinque et a sei voci... Libro Sesto... con il suo basso continuo..., 1636; Il Settimo Libro di Sonate,Sinfonie,Gagliarde,Corrente,et Brandi a tre,due violini & basso di viola..., 1637.
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