CANEVARI, Giovanni Battista
Nacque a Genova il 4 marzo 1789 da Emanuele e da una Rosa. Il figlio Raffaele, architetto e ingegnere, ha lasciato scritti i dati più importanti della sua biografia. Trascorse i primi anni a Santa Margherita Ligure, quindi seguì la famiglia a Livorno e a Firenze, dove si delineò la sua vocazione pittorica che lo trasse alla scuola di P. Benvenuti. Egli tradusse il classicismo severo e un po' greve del maestro nelle facili grazie del ritratto in miniatura e si fece conoscere in questo genere molto apprezzato nell'alta società, protetto dal favore di Elisa Baciocchi. L'attività di pittore non gli impedì di arruolarsi nella guardia imperiale e fece "le campagne tutte di Francia che tennero dietro alla ritirata di Mosca". Caduto Napoleone, tornò a Genova, quindi si recò a Torino, sempre ricercato per i suoi ritratti in miniatura dalla corte e dall'aristocrazia piemontese. Intorno all'anno 1824 l'artista si recò per studiare l'antico a Roma, vi si stabilì e divenne amico di Camuccini, Thorvaldsen, Tenerani, d'Azeglio, Monti, tutti quei personaggi, insomma, che erano al centro della vita culturale del momento.
Il 1º maggio 1825 sposò Enrichetta Muschi, anch'essa pittrice. Continuava intanto con successo la sua attività di miniaturista, ma tentò anche il ritratto di più grandi dimensioni servendosi, oltre che dell'acquerello, della tecnica a pastello, per giungere alla pittura a olio (nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio a Frosini, presso Siena, è conservata una sua Madonna col Bambinoin gloria). La sua fama, dovuta a elementi mondani più che a spiccate qualità artistiche, si estese in Inghilterra, aprendogli le porte della Royal Academy dove espose nel 1848, 1849 1853 e 1854 (ma nell'anno 1871 compare nei cataloghi un pittore S. Canevari da Roma). A Roma gli venivano richieste, oltre ai ritratti - e per l'Inghilterra secondo il figlio ne sarebbero partiti quasi un migliaio -, copie dagli antichi maestri, non solo di dipinti, ma pure di disegni. Il 28 apr. 1871 fu eletto membro dell'Accademia di S. Luca alla quale poco prima di morire donò disegni e bozzetti; sono oggi identificati Un figlio di Carlo I Stuart (pastello; copia di un particolare del quadro di Van Dyck) e un altro ritratto maschile. La raccolta degli autoritratti nella galleria fiorentina degli Uffizi conserva un'immagine del pittore notevole per certa finezza di segno.
Formatosi nell'ambiente del neoclassicismo toscano, il C. rimase per tutta la vita ligio a un generico accademismo, espressione di un costume e di un ambiente sociale più che di una spiccata personalità.
Il C. morì a Roma l'11 giugno 1876.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. dell'Acc. di S. Luca, bb. 131, n. 81 (lettera in cui ringrazia della elez. ad accademico); 134, n. 73 (elenco di disegni e bozzetti donati); 138, n. 62 (notizie biografiche); R. Canevari, G. B. C., in Il Buonarroti, X (1875), pp. 369-73; A. Graves, A Dict. of artists who have exhibited works in the principal London exhibitions from 1760 to 1893, London 1893, ad nomen;U. Pesci, I primi anni di Roma capitale, a cura di G. Monsagrati, Roma 1971, p. 371; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 501.