CAPELLO, Giovanni Battista
Nacque a Pozzolengo, presso Salò, da Vincenzo e da Claudia Bontempo, probabilmente tra il 1690 e 1700. Sulla famiglia e gli anni dalla sua formazione sappiamo soltanto che unitamente al fratello minore Arcadio studiò la disciplina farmaceutica o, come era detta allora, la "spezieria", e che prese ad esercitarla a Venezia attorno al 1725, gestendo la bottega "all'insegna dei tre monti" sita in campo S. Apollinare. Dovette presto imporsi come professionista serio e preparato se nel 1728 fu in grado di scrivere e pubblicare a Venezia un manuale di farmacologia pratica, il Lessico farmaceutico-chimico contenente li rimedi più usati nella medicina.
Nella prima edizione l'operetta conteneva una sorta di elenco alfabetico dei preparati più usati nella farmacia dell'epoca, specificando per ciascuno componenti e dosi, ma senza alludere agli usi terapeutici dei preparati stessi. Andata presto esaurita la prima edizione, il C. ne allestì una seconda specificando le possibili utilizzazioni di ogni preparato. In questa forma ampliata il Lessico conobbe per tutto il secolo una vasta fortuna, con undici edizioni fino al 1792 e una diffusione non limitata al Veneto, come prova un'edizione napoletana del 1770. A quasi tutte le edizioni dapprima il C. stesso e poi il nipote Lorenzo portarono ampliamenti e migliorie, cosicché col tempo il testo s'irrobustì notevolmente. Tra le aggiunte dovute allo stesso C. un certo interesse riveste una Prefazione storica intorno l'origine,progresso,e stato presente dell'arte farmaceutica in Venezia.Il successo del Lessico e le probabili fortune professionali inserirono il C. nel numero dei farmacisti veneziani più noti, tanto che fu più volte priore della loro corporazione. In tale carica egli si trovò spesso a capo del comitato di otto farmacisti anziani cui spettava di esaminare gli aspiranti alla pratica della farmacia nel territorio della Repubblica veneta. Il fratello Arcadio insisté con lui perché utilizzasse quell'esperienza redigendo una sorta di manuale per la preparazione dei candidati. Nacquero così le Istituzioni farmaceutiche per uso de' signori speziali medicinali approvandi nel Collegio Nobile dell'inclita città di Venezia (edite nel 1745 in aggiunta alla quarta edizione veneziana del Lessico, poi in tutte le successive, ed isolatamente ancora a Venezia nel 1751).
Si tratta di un breve scritto di poco più di venti pagine, redatto in forma di domande e risposte tra un candidato e il capo del collegio giudicante. Le domande si riferiscono sia alla regolamentazione legale ed etica della professione sia al suo aspetto strettamente tecnico. Balza evidente dal testo il carattere ancora in gran parte tradizionale ed empirico della farmacia nella Venezia del Settecento, consistente nell'apprendimento mnemonico di sequenze di nomi latini, in citazioni da classici antichi e medievali ed in preparazioni richiedenti nozioni chimiche grossolane ed approssimative anche in relazione allo stato della ricerca pura in quell'epoca.
Nelle tarde edizioni del Lessico, come nella già citata napoletana del 1770, oltre alle Istituzioni venne aggiunto anche un breve Trattato delle droghe, e talvolta uno scritto sulla Porpora antica e moderna.
Il C. morì a Venezia il 13 febbr. 1764.
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vat., Vat. lat. 9245: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, f. 243v; Novelle della Rep. letter., VI (1734), p. 242; XXIV (1752), pp. 73 s.; G. A. Moschini, Della letter. venez. del secolo XVIII fino a' nostri giorni, III, Venezia 1806, pp. 213 s.; M. G. Levi, Ricordi intorno agli incliti medici,chirurghi e farmacisti che praticarono loro arte in Venezia dopo il 1740, Venezia 1835, p. 19.