CASALI, Giovanni Battista
Nacque a Roma nel 1715. Scarseggiano le notizie circa la sua giovinezza e i primi studi musicali, ma si sa che nel 1740 fu accolto come membro della Accademia Filarmonica di Bologna, e che sin dal 1745 fu coadiutore di Girolamo Chiti, maestro di cappella in S. Giovanni in Laterano, e con lui si perfezionò nello studio della composizione sacra. Alla morte del Chiti, nel 1759, gli successe in qualità di maestro di cappella, e mantenne poi tale carica ininterrottamente. Fu anche membro della Congregazione dei musici di S. Cecilia in Roma, e più volte ebbe la carica di guardiano della sezione dei maestri compositori (1752-53; 1760-61; 1771-72; 1779-91). Dal 1761 al 1773 fu anche maestro di cappella a S. Maria in Vallicella. Morì a Roma il 6 luglio 1792.
Il C. fu musicista dotto, molto più portato alla composizione vocale sacra che non a quella profana, sensibile all'influsso dello stile policorale che aveva avuto a Roma, nel secolo precedente, rappresentanti insigni in Orazio Benevoli e Virgilio Mazzocchi e la loro scuola, e parimenti interessato alla grande tradizione polifonica palestriniana, da lui profondamente assimilata, come attestano le sue numerose composizioni a cappella. Come già il Cannicciari, morto nel 1744 ma rimasto esempio insigne per molto tempo, anche il C. cercò di conciliare in una sintesi personale la tradizione polifonica sacra della scuola romana con i nuovi orientamenti musicali, adottando lo stile concertante e policorale ed introducendo l'organo e l'orchestra nelle composizioni di maggior impegno. In numerosi suoi lavori l'omofonia si alterna al concertato e le voci solistiche, spesso virtuosisticamente ricche di fioriture, ad episodi contrappuntistici elaborati con grande maestria. Molte composizioni del C., che godette presso i contemporanei di discreta notorietà, entrarono a far parte della famosa biblioteca di musica sacra dell'abate Fortunato Santini. Tra quelle vocali si ricordano il Beatus vir e i tre Dixit a 4 voci, il Dixit a 9 voci, i due Confitebor per soprano, contralto e coro, le quattro messe a 4 voci, il Lauda Ierusalem a 8 voci, il Confitebor a 4 voci concertate; tra quelle per voci e strumenti il Credo a 4 voci con violino, viole obligate, oboe, tromba, corni ad libitum, il Veni Creator a 4 voci con violino, viole, oboe, corno e organo, il mottetto Fuge o misera colomba, a canto solo con violino, i salmi: Dixit Dominus a 4 voci con violino, oboe, tromba, corno e basso, e In virtute tua, a 4 voci con violoncello, le quattro litanie a 4 voci con orchestra e organo. Del C. si devono ricordare anche i numerosi offertori e graduali scritti per tutte le festività dell'anno liturgico, a 2, 3 o 4 voci e organo.
Il C. compose anche numerosi melodranimi ed oratori, nei quali la sua scrittura musicale tende a farsi semplice e piana, ricco di melodie cantabili e di ritmi caratteristici o popolareschi e priva di ricercatezze armoniche. Nell'ambito della musica drammatica lo stile scarsamente originale e fantasioso non permise al C. di emergere nella pleiade dei compositori minori dell'epoca con qualche lavoro particolarmente felice. Di lui si conoscono le opere: Candaspe regina de' Sciti (libretto di B. Vitturi, Venezia, teatro S. Angelo, carnevale 1740); La costanza vincitrice (libretto anon., San Giovanni in Persiceto, Accademia dei Candidi Uniti, 1740); Bajazette (libretto di A. Piovene, Rimini, teatro Pubblico, 1741); La lavanderina (intermezzo, libretto di A. Lungi, Roma, teatro Valle, carnevale 1746); Le furberie di Bruscolo trasteverino (intermezzo, Roma, teatro della Pace, carnevale 1747); La finta merciaia (intermezzo in 2 parti, Roma, teatro Valle, carnevale 1747); L'impazzito (libretto di G. Aureli, Roma, teatro Valle, carnevale 1748); Antigona (libretto di G. Roccaforte, Torino, teatro Regio, carnevale 1752).
Gli oratori furono più noti ed apprezzati dei melodrammi. Si ricordano: S. Firmina (Roma 1748); Per la festività della Assunzione di Maria Vergine (ibid. 1753); Il Roveto di Mosè (ibid. 1755); La pazienza ricompensata negli avvenimenti di Tobia (Bologna 1761); Salomone re d'Israele (Roma 1770); Pastorale per il SS. Natale (ibid. 1770); Componimento, drammatico per la festività del S. Natale (ibid. 1773); La benedizione di Giacobbe (Roma 1774). Quest'ultimo oratorio, il Componimento drammatico per la festività del S. Natale e l'opera Candaspe ebbero molto successo e furono a lungo ricordate.
Il C. fu anche un apprezzato e noto didatta, ma incline a potenziare nei suoi allievi più la conoscenza scolastica dell'armonia, del contrappunto e delle forme musicali tradizionali che la fantasia e libertà inventiva.
Negli anni in cui tenne la carica di guardiano della sezione dei maestri compositori nella Congregazione dei musici di S. Cecilia, il C. fu esaminatore esigente e severo degli aspiranti accademici, tra i quali si ricorda il Quagliati, e svolse un ruolo di primo piano nell'ambito della cultura musicale romana.
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