CIPRIANI, Giovanni Battista
Figlio di Simon Pietro e di Eva Bandini, nacque a Siena il 20apr. 1766 (Thieme-Becker; 1765, secondo il Romagnoli), fratello di Barbato scultore e Galgano incisore (Thieme-Becker). Studiò lingua latina e matematiche, e in seguito belle arti presso lo scultore e architetto G. Silini di Siena. Vinse il premio della Fondazione Marcello Biringucci e Giulio Mancini dell'istituto di beneficenza della Compagnia della Madonna (presso l'ospedale di S. Maria della Scala di Siena). Il premio gli permise il perfezionamento negli studi di architettura a Roma, dove si stabilì e frequentò gli architetti Giuseppe Palazzo (nel 1834 consigliere nella classe di architettura dell'Accademia di S. Luca) e Leonardo de' Vegni "filosofo amico, del Milizia" (Romagnoli, p. 457; vedi anche De Angelis, pp. 180 s.).
Il periodo di studi romani è in parte documentato da un taccuino, firmato e datato 1786. Il taccuino, conservato a Roma nella Bibl. dell'Ist. di archeol. e storia dell'arte (Mss. Lanc. 33), contiene disegni ad acquarello e penna di piante, spaccati e misure di edifici antichi e di chiese di Roma e dintorni. Sempre a Roma e nella stessa Biblioteca è conservato un altro manoscritto (Lanc. 33 bis) con il disegno dello spaccato e della pianta della chiesa di S. Carlo Borromeo (S. Carlo ai Catinari), firmato e datato 1784, che sembrerebbe un saggio di esame per la grande accuratezza con il quale è stato completato.
Notizie autobiografiche per il periodo 1787-1826 possono essere ricavate da un manoscritto pubblicato recentemente da Olschki, Libraccio o Miscellanea di memorie spettanti alle Belle Arti di Gio. B.a Sanese, nel quale accanto ai disegni di soggetto architettonico, di oggetti d'uso, di scenette di genere, sono notizie e considerazioni su eventi personali e contemporanei e appunti delle letture più varie (Olschki, pp. 10 ss.).
L'attività che soprattutto renderà noto il C., quella di disegnatore e incisore antiquario, e anche la prima che si conosce: curò i tredici rami per il testo di Girolamo Masi, La teoria e la pratica dell'architettura civile, per l'istruzione della gioventù, specialmente romana, Roma 1788. Nel 1791 sposò Maria Baldacconi di Siena, dalla quale ebbe due figlie, Matilde e Isabella (V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Roma, XII, Roma 1878, p. 536).
Il 1° genn. 1792 si costituì una società formata dal C. e dagli architetti G. D. Navone, M. Lovatti e V. Cavallini (questi due ultimi si ritirarono il 30 dic. 1793 e il 4 genn. 1794 si formò la Società Navone e Cipriani) "per dare alle stampe tutti li più belli monumenti delle fabbriche più riguardevoli di questa Città di Roma e suoi suburbi".
Frutto di questa società fu il volume, uscito a dispense, Nuovo metodo per apprendere insieme le teorie e le pratiche della scelta architettura de' più cospicui esemplari di Roma... (Roma 1794).Da un Ristretto di conteggio riguardante l'interesse di società (che, come tutti i documenti riferentisi a questa faccenda, è conservato mell'Archivio Ferraioli Sersale di Roma) risulta che il C. aveva lavorato ai rami sin dal 10 nov. 1791. Il volume riscosse grande successo. Due disegni a penna di edifici della Lungara (Roma, Museo di Roma) fanno parte probabilmente del proseguimento del libro che non fu mai attuato. Inoltre il 9 luglio 1797 il C., annullando ogni, apoca precedente, si impegnava a "non unire all'opera mia intitolata Monumenti di fabbriche antiche" nessun disegno dell'opera pubblicata in società.
Gli interessi del C. si rivolgevano ai diversi campi delle belle arti, dall'architettura all'ingegneria (Miscellanea di utili produzioni in belle arti e in scienze, Roma 1808), dalla scultura al ricamo, dalla pittura alla calligrafia, dall'arredo al costume, ma in particolare egli curava la pratica dell'architettura civile, la misurazione dei monumenti e la documentazione antiquaria dei monumenti e vedute di Roma. Egli praticò senz'altro la pittura visto che Romagnoli (p. 461) cita "un quadro di architettura... di sua invenzione" che nel 1800 mandò al padre.
Negli anni 1796, 1799 e 1803 vennero pubblicati a Roma i tre torni dell'operá di maggior prestigio del C.: Monumenti di fabbriche antiche estratti dai disegni dei più celebri autori (rami 86, 79, 136). Anche in questa opera lo scopo è di agevolare gli studi con supplementi aggiunti "sulle tracce del più felice imitatore degli antichi Andrea Palladio". L'opera ebbe una lunga preparazione: fin dal 1794 erano pronte alcune tavole divise in dieci opuscoli. Di ogni monumento sono offerte piante, sezioni e studi della decorazione, incisi con grande precisione, o a semplice contorno o a chiaroscuro. Mentre alcune vedute di formato ridotto rivelano un gusto delle rovine ambientate nella natura, altre tavole invece sottolineano l'aspetto della ricostruzione antiquaria e neoclassica. L'opera fu lodata "per la nitidezza" da R. Venuti (Accurata... descriz. delle antichità di Roma. Ediz. seconda accresciuta..., Roma 1803, p. XII della prefazione).
Sempre per gli studenti di architettura il C. corredò di tavole didattiche i testi fondamentali del Milizia e del Palladio.
Disegnò e incise le ventisette tavole e scrisse le settantasei pagine di testo dell'Indice delle figure relative ai principj di architettura civile di Francesco Milizia... (Roma 1800); le tavole furono poi inserite nelle edizioni Remondini dei Principi di architettura civile (Bassano 1804 e 1823). Rivolgendosi "agli studiosi di Architetture" il C. non solo spiega come usare le tavole (che seguono l'ordine delle edizioni del Milizia di Finale 1781 e di Bassano 1785);ma coglie l'occasione per notare le sviste che lo stesso Milizia, il quale lo aveva assistito "nell'impresa fino agli ultimi istanti della sua vita", non aveva fatto in tempo a correggere. L'intento del C. era di far comprendere più immediatamente "agli studiosi e ai dilettanti", attraverso le figure, "un'idea generale dell'architettura... che non si acquista... a disegnare qualche pezzo, di cui non si comprende né l'uso, né il fine, né il rapporto; ma bensì col leggere, rileggere, e studiare qualche buon libro, che ne dia una adeguata nozione, e coll'esaminare nelle fabbriche quanto è esposto nel libro" (F. Milizia, Principi di architettura civile, Finale 1781, III, p. 374).
Nel 1801pubblicò a Roma Icinque ordini dell'Architettura di Andrea Palladio "illustrati e ridotti a metodo facile" (ristampati poi dal Remondini con il titolo Elementi di architettura, Bassano 1803), aggiungendovi una tavola, la XXIV, di completamento alle "Arcate senza piedistallo", che fa riferimento agli studi compiuti dal Milizia. L'aver reso accessibile un testo che per "oscura intelligenza" non veniva sufficientemente consultato deriva ancora una volta dagli insegnamenti dello stesso Milizia secondo il quale per salvare l'architettura "dal tenebroso orrore, in cui l'avvolge il capriccio" (Nuovo metodo per apprendere le teorie..., nell'avvertenza "agli studiosi dell'amena architettura", pp. non num.) bisogna ristabilire l'ideale palladiano di obbedienza alle tre leggi fondamentali di simmetria, euritmia e convenienza.
Non è ancora stato fatto uno studio esauriente sul C. con l'elenco completo delle sue opere; Olschki, pubblicando il Libraccio delle memorie, ha fatto un elenco delle sue opere a stampa escludendo le stampe sciolte; Romagnoli dà l'elenco più esauriente riprendendo anche quello del De Angelis. Si rimanda quindi a questi autori ricordando qui, che il C., oltre alle numerose opere con vedute e descrizioni di monumenti antichi, arrivò alla preparazione di vere e proprie guide: Itinerario figurato negli edifizi più rimarchevoli di Roma, Roma 1835 (riprende, l'itinerario del Vasi nell'edizione francese del 1834 più le aggiunte del Nibby: vedi F. G., in Giornale arcadico, LXV [1834-35], pp. 270 s.), e Descrizione itineraria di Roma, Roma 1838 (le stesse cento tavole del precedente, non più a semplice contorno perché "più grate riuscissero all'occhio dell'osservatore"). Queste opere rivelano oramai la grande abilità tecnica raggiunta dal C.: figure e paesaggi sono riprodotti dal vero con un segno nitido, accurato e leggero anche in piccoli formati. Le vedute, che non sono sempre quelle più note, rispondono anche a esigenze di carattere topografico. Il suo lavoro fu di grande precisione e serietà anche nella preparazione delle spiegazioni delle quali amava corredare le sue tavole, raccogliendo notizie dai maggiori testi antiquari del tempo, collazionandoli con le scoperte archeologiche più recenti (si vedano i manoscritti del C. nella Bibl. Angelica di Roma). Inoltre strinse rapporti di collaborazione con i maggiori studiosi di antichità romane e spesso ne arricchì i testi di incisioni. All'elenco di Olschki si aggiungano: A. Uggeri, Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, Roma 1808-18; L. Ariosto, Orlando Furioso, Livorno 1816; G. B. Cipriani-P. Sangiorgi, Progetto di sistemazione a giardini della zona di Ripa Grande..., Roma 1808.
Nel 1805 incise in vari fogli due progetti dell'architetto P. Gonzaga per una cattedrale e gn teatro per Pietroburgo: il Romagnoli (p. 480) riporta la soddisfazione dello zar Alessandro, il quale, oltre al pagamento, mandò un regalo al Cipriani.
Si tenga presente che tra le stampe sciolte devono indicarsi anche le carte geografiche; per esempio: Carta odografica di una parte dello Stato Pontificio e Toscano, in cui si dimostrano i due progetti di strada per abbreviare le comunicazioni tra i due mari..., Roma 1816; G. B. Cipriani-G. E. Westphal, Carta topografica della parte più interessante della campagna Romana, ibid. 1827; Pianta topografica della città di Roma e dintorni, ibid. 1833.
Il C. era membro dell'Accademia Tiberina dove spesso leggeva suoi versi. Morì a Roma il 13 luglio 1839, Manoscritti del C. sono conservati a Roma nella Biblioteca Angelica: 1580 (fasc. 15, Miscellanea archeologica, attribuita al C.); 1602 (fasc. 7, Notizie sui dodici obelischi...;fasc. 8, Sui dodici obelischi che adornano la città di Roma. Ragionamento ...; fasc. 9, Delle colonne trionfali e di altre elevate nella città di Roma. Notizie, Mag. 1823; fasc. 10, Schizzi delle vedute di mezzana grandezza;, fasc. 11, Schizzi di vedute prese dal vero);1660 (Degli edifici antichi e moderni di Roma. Vedute in contorno..., 1817, ff. 1-62; Spiegazione delle vedute di Roma antiche e moderne, Roma1816, ff. 1-46; Indice relativo alle descrizioni delle vedute di Roma incise in contorno, ff. 60-66; Vedute di Roma..., ff.68-79; Digli edifici antichi e moderni di Roma. Indice 1817, ff. 80-97; Note diverse di vedute della città di Roma servibili per la raccolta che si va incidendo dallo scrivente, ff. 97-102); 1698 (Itinerario figurato degli edifidi più rimarchevoli di Roma 1834,.., ff. 1-68; Pianta topografica della città di Roma e dintorni, f. 71; Indice degli edifici schizzati, ff. 74-87; Indice degli edifici preparati a schizzo pell'itinerario figurato, e ad essi relativi, ff. 90-93).
Alla Biblioteca dell'Istituto di archeologia e storia, dell'arte di Roma, oltre a quelli già citati, sono contenuti i seguenti manoscritti: Lanc. 4 (Vedute di Roma 1812-1818. Piccolo album contenente disegni e schizzi a penna in parte acquarelli e datati); Lanc. 7 (Disegni autografi a penna e a matita e appunti); Lanc. 109(Appunti note e disegni autografi 1831-36).
Fonti e Bibl.: E. Romagnoli, Biogr. cronol. de' bellartisti senesi..., Firenze 1976, XII, pp. 453-525; L.- De Angelis, Notizie degli intagliatori..., aggiunte a G. Gori Gandellini, VIII, Siena 1810, pp. 180-186; G. A. Guattani, Memorie enciclopediche romane sulle belle arti..., IV, Roma 1814, p. 158 (figura tra gli incisori in rame di architettura ed ornati "stabiliti o attualmente dimoranti in Roma"); Catal. ragionato dei libri d'arte e d'antichità posseduti dal conte Cicognara, Roma 1821, p. 476; G. K. Nagler, Künstlerlexikon, II, München 1835, p. 553; L. Schudt, Le guide di Roma, Wien-Augsburg 1930, ad Indicem;A. Bertarelli-P. Arrigoni, Piante e vedute di Roma, Milano 1939, ad Indicem;C. Olschki, G. B. C., in Quaderni di studi romani, XI, Roma s. d. [1955]; E. Amadei, Tre architetti romani dei secoli XVIII-XIX, in Capitolium, XXXV(1960), 10, pp. 21 s.; F. Borroni, Il Cicognara, 11, 7 (Indice), Firenze 1967; C. Pietrangeli, Il Museo di Roma, Bologna 1971, pp. 66, 149, 155; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 9 (riferisce erroneamente al C. una collaborazione al Gemmarum antiquarum delectus, che è invece da riferire all'omonimo pittore e incisore).