DESSY (Dessi), Giovanni Battista
Nacque a Cagliari il 22 nov. 1834 da Simone e da Francesca Melis.
Si laureò in legge presso l'università di Cagliari nel 1855, anno in cui gli morì il padre. Compiuti i primi studi di pianoforte con A. Porsile, studiò poi composizione ed esordì come operista con il Don Martino d'Aragona, dramma lirico in un prologo e due atti di A. Zagnoni (Cagliari, teatro Civico, 19 genn. 1859), pubblicato a Cagliari nel 1858.
Il successo del Don Martino procurò al D. una sovvenzione da parte del Municipio della città natale, che gli consentì di studiare per tre anni al conservatorio di Napoli sotto la guida di S. Mercadante. Tornato a Cagliari, fu nominato maestro concertatore al teatro Civico. In questo periodo, dovendo aiutare, dopo la morte del padre, la numerosa famiglia, impartì lezioni private, continuando a comporre. Un Inno, su parole di P. Mossa, da lui scritto, fu eseguito nel 1862 al teatro Cerruti di Cagliari (Rolandi, p. 19); una Messa per voci e grande orchestra venne eseguita nel 1863 nel duomo di Cagliari (replicata nel 1866). Compose nel 1864 l'Inno in onore di Eleonora dArborea, sempre su testo del Mossa. Al 1864 risale anche la seconda opera del D., Un cuor di marmo, libretto ancora di P. Mossa, andata in scena il 19 agosto al teatro Cerruti e subito dopo al Civico di Cagliari. Del 1867 è l'Inno per "l'inaugurazione dell'acquedotto di Cagliari", su testo di F. Uda (Rolandi, p. 23).
Parallelamente all'attività di compositore e maestro concertatore, il D. intraprese anche quella di professore di canto corale nella scuola municipale di musica e nella scuola normale femminile. Proprio a questo settore del suo lavoro sono legate le pubblicazioni di cinque fascicoli di canzoni, inni e cori, a cui dovrebbe verosimilmente appartenere l'Inno sardo per la premiazione delle scuole municipali, parole di P. Pratesi (Bologna s.d.), musicato secondo uno stile accordale piuttosto lineare di valore esclusivamente didattico. Nella produzione musicale di questo periodo vanno annoverate altre composizioni d'occasione, come alcuni ballabili per pianoforte e alcune liriche per voce e pianoforte.
Verso la fine degli anni Settanta il D. fu nominato direttore d'orchestra del teatro Civico e, successivamente, assunse il ruolo di impresario.
Responsabile in prima persona dell'intera stagione lirica anche dal punto di vista economico (la complessa figura dell'impresario d'opera era in quegli anni al centro della vita musicale), e sebbene relegato in una zona periferica rispetto alle maggiori piazze italiane, il D. allargò ora l'orizzonte delle sue attività. Ancora in qualità di maestro concertatore contribuì alla formazione di una buona compagnia artistica per la stagione di carnevale 1879 al Civico, dove il 25 dic. 1878 aveva diretto la Dinorah di G. Meyerbeer nell'inaugurazione della stagione. Un anno dopo, il 7 genn. 1880, riportò un discreto successo nella direzione del Roberto Devereux di G. Donizetti, sempre al Civico. Nel febbraio dello stesso anno venne eseguito il suo notturno Irredenta!!! ancora al teatro Civico, con ottimo successo di pubblico.
Il D. assunse l'impresa del Civico a partire dalla stagione di autunno 1880 e, formata una compagnia di buon livello (V. Garulli, M. Del Nobolo, S. Cappelli, L. Buti), mise in scena le opere Dolores di S. Auteri-Manzocchi, Napoli di carnevale di N. De Giosa, Favorita di G. Donizetti e Rigoletto di G. Verdi. Nella stagione di carnevale 1883 assunse l'impresa del teatro Cerruti, ed allestì la Linda di Chamounix di Donizetti, ancora la Napoli di carnevale ed infine Crispino e la comare dei fratelli L. e F. Ricci. Nell'autunno 1883 formò una nuova compagnia, scritturando G. Brusa, C. Clerici, L. Ranfagni, A. Conti, E. Bassi; accanto a Traviata, Rigoletto, Lombardi alla prima crociata di Verdi, il D. poté far rappresentare anche il suo Antiquario, melodramma fantastico giocoso in tre atti su libretto di F. Uda. La prima esecuzione ebbe luogo il 13 nov. al teatro Cerruti con il baritono A. Capelli nel ruolo di protagonista e fu accolta favorevolmente dalla critica (Gazz. music. di Milano, 25 nov. 1883). Il 21 nov. dello stesso anno venne rappresentata al teatro Cerruti la scena drammatica Una madre dopo il disastro di Casamicciola, composta dal D. su testo di G. Fara-Musio, cantata da G. Brusa e giudicata dalla stampa locale un "lavoro di alto concetto, uno dei più bei lavori del Dessy" (Avvenire di Sardegna, 22 nov. 1883).
L'attività del D. conobbe un rallentamento negli anni successivi per la crisi dei teatri cittadini: nel carnevale 1887 egli diresse la Forza del destino e un Ballo in maschera di Verdi al teatro Civico, riscuotendo scarso successo a motivo della mediocrità della compagnia di canto. Negli ultimi anni della sua carriera scrisse altre due opere: Suor Teresa (sutesto tratto probabilmente dall'omonimo lavoro di L. Camoletti) e Teresica, susoggetto sardo, entrambe tuttora inedite (mss. conservati presso la famiglia).
Nella considerazione dei contemporanei il D. fu secondo soltanto a L. Canepa, il massimo rappresentante della musica sarda dell'Ottocento. Il genere comico da lui preferito, nel quale ottenne favorevoli ma non entusiasmanti riscontri, lo apparenta a quella serie di operisti della seconda metà del XIX secolo (E. Petrella, i fratelli Ricci, N. De Giosa), buoni artigiani e pratici di teatro, rispetto ai quali il D. mantenne tuttavia una caratterizzazione maggiormente locale. La sua produzione musicale non è mai stata catalogata.
Tra i figli avuti da Elisa Garzia (Francesco, Attilio, Carlotta, Maria, Enrico) soltanto Enrico seguì le orme del padre, del quale fu allievo: direttore d'orchestra, professore di canto corale al liceo musicale e di pianoforte e canto all'istituto magistrale di Cagliari.
Il D. morì a Cagliari il 16 sett. 1918.
Fonti e Bibl.: Notizie, critiche e recensioni in Gazz. musicale di Milano, XVII (1859), pp. 42, 66; XXXIV (1879), pp. 10 s., 365; XXXV (1880), pp. 25, 72, 325 s., 374; XXXVI (1880, pp. 9 s.; XXXVIII (1883), pp. 20, 78, 112, 136, 305, 339, 354, 378, 406, 426, 444, 458; XLI (1886), p. 20; XLII (1887), pp. 7, 65; XLVI (1891), p. 36; Avvenire di Sardegna, XIII (1883), nn. 45 (21 febbr.), 57 (6 marzo), 69 (21 marzo), 115 (14 maggio), 238 (4 ottobre), 239 (5 ott.), 259 (29 ott.), 267 (7 nov.), 270 (10 nov.), 273 (14 nov.), 274 (15 nov.), 275 (16 nov.), 280 (22 nov.), 295 (10 nov.); G. Orrù, Piccolo dizionario biografico..., Firenze 1897; Unione sarda, XIII (1918), 257 (17 sett.); U. Rolandi, Libretti e librettisti di Sardegna, in Sardegna, Cagliari 1929, pp. 19-23; Diorama della musica in Sardegna, 1937; F. Schlitzer, in Enc. dello spett., IV, p. 562; C. Schmidl, Dizionarto univ. dei musicisti, I, p. 440; Encicopledia della musica Ricordi, II, p. 45; La Musica, Dizionario, I, p. 520.