GELMINI, Giovanni Battista e Giacomo
I fratelli G. nacquero a Sabbio (oggi Sabbio Chiese), nel Bresciano, nel sec. XVI, in data imprecisata. Non si hanno notizie di una loro attività tipografica prima del 1584, anno in cui furono chiamati dal principe vescovo Lodovico Madruzzo a impiantare la prima stamperia stabile nella città di Trento. Infatti sino a quel momento le autorità ecclesiastiche e laiche cittadine si erano rivolte a stampatori esterni.
Nel 1582 c'era stato un primo tentativo di istituire in città una tipografia stabile gestita dal padovano Luigi Portelli (Biblioteca comunale di Trento, ms. 426). Nonostante la garanzia del privilegio esclusivo di stampa e di vendita, le trattative si erano però concluse con un nulla di fatto.
Sulle ragioni del fallimento potrebbe aver pesato l'incauta pubblicazione da parte del Portelli di un'operetta in ottava rima attribuita a Giulio Cesare Croce, Il testamento di m. Latantio Mescolotti cittadin del mondo (Trento s.d.), su cui permangono però dubbi riguardo la paternità tipografica e la data del volume.
Stabilitisi dunque a Trento con le garanzie e il patronato del principe vescovo, favoriti dall'appoggio dei consoli municipali e almeno per un quindicennio in una situazione di monopolio dell'attività, i G. operarono con l'obbligo di sottoporre preventivamente le loro pubblicazioni alla revisione e al nulla osta del vescovo. La loro marca tipografica rappresenta un'aquila avvinghiata da un serpente. Si ha notizia di 24 edizioni uscite dai loro torchi, sottoscritte inizialmente da entrambi i G. e dal solo Giovanni Battista dopo il 1591, anno in cui Giacomo morì in seguito a una epidemia di peste.
Videro la luce per prime le commissioni vescovili sui canoni conciliari e quelle comunali sugli ordini statutari cittadini: Ordini et statuti de' mercanti della magnifica città di Trento (1584). Rientrano nell'ambito di questa produzione ufficiale gli Statuti di Val di Leder (1590) e le Constitutiones… Ludovici… cardinalis Madrutii in dioecesana synodo promulgatae (1594). Altre pubblicazioni di carattere religioso furono i Vari libri di liturgia, messali, officia nova (1588), gli Officia propria sancti Vigilii episcopi (1588) e, del padre Lodovico Boroi, il Dialogo della santa orazione (1590) e il Trattato del virtuoso essercitio del christiano (1597).
Se si eccettuano due ristampe della Filosofia morale di Anton Francesco Doni, i G. costituirono per circa un ventennio l'unico canale editoriale per una produzione locale, scarsamente esportabile, rappresentata da operette letterarie per lo più d'occasione composte in volgare. Si distingue fra queste, Due suppliche, e due ringraziamenti, alla Bernesca, di G.P. Fabri, detto Flaminio (1608). Tra i più attivi compositori in questo genere vi fu il notaio Ambrogio Franco, erudito nativo di Arco, che pubblicò per i loro tipi anche una raccolta per le Nozze degl'ill.mi… Giov. Gaudenzio Madruccio et la s.ra Caterina Orsina (1597), insieme con Camillo Brocchetti, e le Rime in lode del matrimonio degl'ill.mi conte Girolamo di Lodrone… e Margherita contessa d'Arco (con dedica datata 1593).
Non mancò ai G. un ambito medico-scientifico, rappresentato dalla Paedotrophia, sive de puerorum educatione liber (1586), di Giulio Alessandrini che, in esametri latini, tratta del modo più conveniente per nutrire i bambini, e dalla lunga relazione del medico Ottaviano Rovereti De peticulari febre Tridenti anno 1591 publice vagante (1592). Si ricordano infine i Due discorsi intorno l'attioni e dissegni del catholico re di Spagna. Uno in senso offensivo… L'altro in senso defensivo, pubblicati anonimi nel 1592.
Gran parte delle opere stampate dai G. sino al 1600 sono conservate presso la Biblioteca comunale di Trento, nella quale non resta però traccia dell'attività successiva di Giovanni Battista, che si protrasse almeno sino al 1615. Dal 1617 al 1619 la stamperia fu gestita dal figlio di questo, Giovanni Maria. Ormai in declino, dal 1604 i G. si erano trovati a dover fronteggiare la concorrenza del tipografo trentino Simone Alberti. In seguito la loro stamperia fu rilevata dal libraio veronese Santo Zanetti.
Fonti e Bibl.: E. M., Introduzione della stampa nel Tirolo italiano e specialmente in Trento, in Il Bibliofilo, III (1882), 12, p. 185; F. Ambrosi, I tipografi trentini e le loro edizioni, in Archivio tridentino, IX (1890), 2, pp. 138 s.; Bibliografia delle stampe popolari italiane della R. Bibl. naz. di S. Marco di Venezia, a cura di A. Segarizzi, Bergamo 1913, I, pp. 227 s.; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1953, p. 221; A. Chemelli, Trento nelle sue prime testimonianze a stampa, Trento 1975, pp. 147-159; Istituto centr. per il catal. unico, Le edizioni italiane del XVI secolo. Censimento nazionale, I, Roma 1990, pp. 74, n. 994, 79, n. 1002; II, ibid. 1988, pp. 286, n. 3658, 259, nn. 3301-3302; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia del Cinquecento in Italia, Firenze 1989, p. 302; I Madruzzo e l'Europa (catal.), a cura di L. Dal Prà, Milano 1993, pp. 646-648, 657; Soc. di studi trentini di scienze storiche, Edizioni per i Madruzzo (1540-1659), Trento 1993, ad nomen.