FANCIULLACCI, Giovanni Battista
Figlio di Iacopo, non si conoscono i suoi estremi anagrafici; lavorò dal 1759 al 1825 presso la manifattura di Doccia, come gli altri componenti della sua famiglia (cfr. voce di famiglia in questo Dizionario). Fu pittore di porcellane e miniaturista; dal 1772 fu capo dei pittori della manifattura e ricoprì la carica di direttore della fabbrica dal 1806 al 1819. È il personaggio artisticamente più interessante della famiglia: il suo talento di disegnatore fu evidente fin dall'inizio, tanto che gli fu permesso di aggiungere al marchio di fabbrica le proprie iniziali. Nella Relazione dello stato delle fabbriche delle porcellane di Doccia (Firenze, Archivio Ginori Lisci), redatta da J. de St. Laurent nel 1760 per conto dei figli del marchese Carlo Ginori, il F. è annoverato tra i più abili artefici della "pittoria" di Doccia. Suo maestro fu probabilmente Giovacchino Rigacci, che collaborò con la manifattura Ginori tra il 1757 e il 1771 con la qualifica di capo della scuola di pittura.
Le poche opere attribuite al F. si riferiscono al secondo periodo della manifattura (Lorenzo Ginori, 1758-1791), caratterizzato da una produzione di esemplari di piccole dimensioni e da soggetti arcaicizzanti, in cui è evidente una ripresa dei modi francesi.
La tecnica utilizzata era quella del "bassorilievo istoriato" introdotto a Doccia da Karl Anreiter intorno al 1745, realizzata applicando ai vari oggetti decorazioni sia policrome sia in bianco, talvolta vivacizzate da tocchi dorati, in leggero rilievo. I temi venivano tratti di frequente da Les Métamorphoses d'Ovide dell'abate A. Banier (Paris 1767-71), incise da H. Gravelot.
Di particolare interesse è la tazza da brodo per puerpera con coperchio e piatto, siglata e datata 1783 (Londra, Victoria and Albert Museum), con scene tratte dalla storia di Piramo e Tisbe. L'opera fu attribuita a G. Cozzi di Venezia da G. Morazzoni (Le porcellane italiane, Milano-Roma 1935, tav. CXXVIII) e quindi restituita a Doccia dal direttore del British Museum, Arthur Lane (cfr. Ginori Lisci, 1964).
Altro esemplare di buona qualità è il rinfrescatoio in porcellana policroma del 1770-1780, la cui minuziosità ricorda la mano del F. (sagoma cilindrica su base con manici a cartoccio; orlo sagomato. Napoli, Museo di Capodimonte; Ginori Lisci, 1964, tav. LIV).
La decorazione, probabilmente anch'essa tratta dall'opera dell'abate Banier, consta di un monocrorno color porpora entro cartelle incorniciate da motivi dorati su fondo blu, che derivano dalle porcellane di Sèvres, mentre appare evidente l'abbandono degli schemi tipicamente sassoni e viennesi spesso utilizzati nella produzione del primo periodo della manifattura (Carlo Ginori, 1737-1757). Un esemplare simile si trova nello stesso museo napoletano; una serie di piatti con questo tipo di decorazione e presente al Kunstgewerbe Museum di Colonia, un'altra al Victoria and Albert Museurn di Londra.
Nella cosidetta vasella del palazzo del Quirinale a Roma sono conservati 165 pezzi di un antico servizio decorato da mazzetti di fiori e nastro azzurro con fiocchi, proveniente dal Ducato di Parma: un inventario dell'Archivio di Stato di Parma del 1802 parla di circa 478 pezzi (cfr. Briganti, 1969).
Prodotto dalla manifattura di Doccia nell'ultimo quarto del sec. XVIII il servizio fu certamente decorato, anche se alcuni pezzi non sono di grande qualità pittorica, sotto la direzione del Fanciullacci. La decorazione sembrerebbe di derivazione francese, dato che si conoscono motivi molto simili in servizi prodotti dalla manifattura di Sèvres, tuttavia dovette esistere un modello austriaco analogo. Un servizio per 100 persone che imita esattamente questo disegno fu infatti ordinato a Vienna dai Savoia alla fine del XIX secolo.
Un'esauriente relazione dell'epoca (Ruolo dei lavoratori di Doccia del 24 sett. 1774) indica fra l'altro il F. quale migliore pittore e cita un vaso da birra decorato con una scena agreste (tema spesso utilizzato nel primo periodo della manifattura), che può forse corrispondere ad un esemplare del British Museum. di Londra (cfr. Ginori Lisci, 1964, pp. 76, 143, tav. XLVIII); coincidono infatti le caratteristiche dell'esecuzione; inoltre un boccale da birra di uguale forma compare in un dipinto ad olio (Firenze, Opificio delle pietre dure), posteriore di qualche anno, raffigurante una composizione di ceramiche di Doccia.
Altra opera che testimonia l'importanza della figura del F. è la decorazione in porcellana dell'altare maggiore della chiesa di Colonnata nei pressi di Doccia, commissionatagli in occasione delle nozze, avvenute nel 1783, tra Lorenzo Ginori e Maria Francesca Lisci di Volterra.
Sulla porticina del tabernacolo, in porcellana miniata, è raffigurata l'istituzione del sacramento dell'eucarestia in un dialogo tra Cristo e s. Pietro alla presenza degli apostoli e del Padre Eterno benedicente, affacciato ad una lunetta situata sopra la suddetta porticina.
Insieme a Giovacchino Rigacci, il F. fu ritenuto il più esperto decoratore della manifattura: ad entrambi fu affidato il delicato compito di decorare le tabacchiere con piccoli paesaggi o mezze figure.
Fonti e Bibl.: A Lane, La porcellana italiana, Firenze 1963, p. 68, fig. 111; L. Ginori Lisci, Le porcellane di Doccia, Milano 1964, ad Indicem; C. Briganti, Curioso itinerario delle collezioni ducali parmensi, Milano 1969, p. 97; La manifattura Richard-Ginori di Doccia, a cura di R. Monti, Firenze 1988, pp. 64, 169, 258 e passim (con ulteriore bibl.).