GALIZZI, Giovanni Battista
Figlio di Luigi e Selene Scuri, entrambi pittori, nacque a Bergamo il 17 maggio 1882. Nel 1896 si iscrisse all'Accademia Carrara, diretta in quel momento da Cesare Tallone, cui subentrò, l'anno successivo, il pittore Ponziano Loverini; per espressa volontà di quest'ultimo il G. fu ammesso alla scuola delle statue e del nudo senza dover seguire la scuola elementare dei gessi.
Nel 1899 risulta seguire le lezioni di prospettiva tenute dallo scenografo Angelo Rota presso la Scuola d'arte applicata all'industria. Nella primavera del 1900 venne autorizzato dalla direzione della Carrara ad assentarsi per un mese per affiancare il padre nella decorazione della chiesa di Gottolengo, vicino a Brescia. Seguì a intervalli, perché non ancora ufficialmente idoneo, i corsi di "colorito" tenuti dal Loverini, e nel 1902 vinse il concorso Canonica, indetto dall'Accademia di Brera, con Una figura femminile all'aria aperta, opera conservata al Circolo sottufficiali del presidio di Milano. Nello stesso anno la Società per l'incoraggiamento delle belle arti di Bergamo acquistò due sue caricature: la produzione satirica e l'illustrazione in genere affiancheranno da questo momento l'attività pittorica dell'artista lombardo.
Nel 1903 vinse il primo premio nella scuola del colorito e ottenne un encomio alla scuola del nudo. Nello stesso anno realizzò l'affresco con S. Francesco in preghiera e La predicazione del Battista nel deserto nella chiesa bergamasca di S. Lazzaro; a questo momento vanno anche riferiti la Natività e la Resurrezione di Lazzaro affrescati nella cappella del Sacro Cuore di Rovato, vicino a Brescia, che sono stati erroneamente assegnati al padre Luigi (F. Robecchi, Il Liberty e Brescia, Brescia 1981, p. 144). Nel 1905, conclusi gli studi alla Carrara, ottenne una borsa da parte dall'Arciconfraternita dei Bergamaschi in Roma per perfezionare i suoi studi nella capitale.
Proseguì con successo anche l'attività di caricaturista: nel 1906 espose nove lavori alla mostra dei bozzetti del Circolo artistico di Bergamo, dove tornò due anni dopo con trenta schizzi di caricature; sempre nel 1908 prese parte all'Esposizione umoristica di Milano. Ad affresco, nel 1907, dipinse il Martirio di s. Lorenzo nella parrocchiale di Bondione; mentre in quella di Onore, due anni dopo, realizzò decorazioni sulla volta.
Nel 1910 prese parte con due lavori (Testa e La caricatura) alla Biennale di Venezia esponendo nelle sale della Gioventù interregionale (sezione bianco e nero). Sempre nel 1910 lavorò nel santuario della Madonna dei Campi a Stezzano, vicino a Bergamo, e affrescò la lunetta del portale della nuova chiesa di Pognano, per la quale eseguì anche, negli anni 1911-12, tavolette con figure di Santi per gli altari laterali e S. Carlo in gloria e, nel 1916, il Battesimo di Cristo: tali opere mostrano l'acquisizione da parte del G. di una cifra stilistica personale, caratterizzata da pennellate lunghe e sottili; in questa fase si riconosce nel suo lavoro l'influenza della pittura simbolista, associata a una tecnica che può ricordare quella divisionista.
Nel luglio del 1911, insieme con il fratello Carlo e la pittrice Adriana Fabbri Bisi, espose in una mostra a San Pellegrino. L'anno seguente la Famiglia artistica fiorentina gli assegnò un riconoscimento per alcuni pannelli umoristici, di ispirazione dantesca, realizzati per la festa annuale del Circolo artistico di Bergamo, poi riprodotti in volume a cura di questa istituzione, e presentati nel luglio del 1912 a San Pellegrino, in una seconda mostra con la Fabbri Bisi.
Nel 1913 sposò Camilla Ghirardelli, che, probabilmente nello stesso anno, ritrasse in un suggestivo dipinto di impostazione chiaramente simbolista (Bergamo, collezione privata). Sempre nel 1913 fu tra i fondatori della Società degli acquafortisti, una filiazione del Circolo artistico bergamasco, e partecipò alla mostra triennale dell'Accademia Carrara e a quella di Brera a Milano, dove espose La Presolana vista dalla Valle di Scalve (Bergamo, raccolta Angelini).
Nel 1914 si piazzò tra i primi tre partecipanti al concorso Ussi di Firenze grazie al dipinto Alba di redenzione (ubicazione ignota: Angelini, 1992, ripr. a p. 184) in cui risulta evidente la propensione moralistica del G., che troverà un importante sviluppo anche nell'attività di caricaturista. In clima bellico, il G. sviluppò una serie di opere grafiche con forte vena antiaustriaca, che vennero utilizzate per la realizzazione di materiale propagandistico. Nel 1915 partecipò all'Esposizione d'arte sacra di Assisi con La Santa Messa, opera conservata presso il locale Istituto dei sordomuti; e realizzò le illustrazioni per il Don Chisciotte edito da Sonzogno a Milano. Partecipò quindi con Serenata diabolica, Don Chisciotte e La giuria (esemplari a Piacenza, galleria Ricci Oddi) sia alla Mostra nazionale dell'incisione tenutasi, sempre nel 1915, alla Permanente di Milano sia, l'anno seguente, all'Esposizione di incisione italiana allestita presso la Royal Society of British artists di Londra.
Il dipinto allegorico Baraonda (Bergamo, collezione privata), opera tematicamente vicina ad Alba di redenzione, nel 1916 venne esposto e premiato alla Mostra dell'autoritratto promossa dalla Famiglia artistica di Milano; nel 1917 il G. vinse il concorso "Per la nostra guerra", indetto dal ministero per le Armi e Munizioni e organizzato presso le sale della Permanente di Milano, con Disarmo! Tutto per la patria, immagine che venne poi riprodotta e diffusa tramite cartoline di propaganda.
Negli anni 1917-18 fu a Piacenza per il servizio militare. Qui frequentò artisti come F. Ghittoni e A. Monti ed entrò in rapporto con il collezionista Giuseppe Ricci Oddi, che acquistò il suo quadro, chiaramente simbolista, Medusa (Bergamo, collezione privata) per poi scambiarlo, sempre nel 1918, con la più sensuale e accattivante Nuda dormiente (Piacenza, galleria Ricci Oddi). In seguito il G. funse da intermediario per l'acquisto di un dipinto di G. Carnovali detto il Piccio (Veduta di Brembate Sotto) da parte del collezionista piacentino; presso la galleria Ricci Oddi si conservano anche acqueforti degli anni Dieci del G. e il suo Ritratto della contessa Arcelli (1921).
All'Esposizione nazionale di Brera del 1918 il G. espose Gli altri eroi (Milano, collezione privata), un'opera che tributa un omaggio a coloro i quali - le donne, in particolare - sostennero lo sforzo dell'Italia in guerra. Con un crocifisso (Consummatum est: ubicazione ignota) prese parte l'anno seguente all'Esposizione nazionale di Torino; mentre del 1920 è l'opera Due uomini che lottano fra animali che osservano, che, presentata all'Esposizione nazionale d'arte sacra di Venezia, venne rifiutata.
Più rilevanti rispetto all'attività espositiva sono, negli anni Venti e Trenta, la produzione pittorica per le chiese della città e della provincia bergamasca - per esempio il dipinto raffigurante L'anima che si scioglie dall'amplesso della Morte realizzato per la cappella funeraria Colleoni a San Pellegrino - e l'attività di illustratore per prodotti editoriali italiani e stranieri.
Nel 1923 fu incaricato dalla casa editrice inglese Dent & Sons di illustrare The life and death of John Falstaff; e nello stesso anno eseguì, a olio su tela, le sedici lunette per la sala del Consiglio nel palazzo della Camera di commercio a Bergamo. Sempre nel 1923 organizzò una sezione bergamasca alla prima Biennale d'arte decorativa di Monza, cui partecipò esponendo, oltre a dipinti, anche sculture in legno e mobili realizzati su suo disegno; due anni dopo, nell'ambito della medesima rassegna, espose due pannelli decorativi (Cristo crocifisso e Vergine dell'Apocalisse) per una cappella sacra progettata da L. Angelini. Sempre nel 1925 affrescò nel nuovo palazzo di Giustizia di Bergamo Il Giudizio e, insieme con altri artisti, illustrò parte dei Contes drolatiques di H. de Balzac, editi con il titolo Le sollezzevoli istorie da Formiggini.
Nel 1927 il G. ricevette l'importante incarico di illustrare I promessi sposi nell'edizione commemorativa del centenario della pubblicazione del romanzo, voluta dall'Istituto italiano d'arti grafiche. Le tavole della serie furono esposte nello stesso anno alla III Biennale d'arte decorativa di Monza e vennero premiate con un attestato speciale di benemerenza. Pubblicò inoltre illustrazioni per Le piacevolissime notti di G.F. Straparola, in concomitanza con l'uscita del volume presso Laterza (Bari 1927), sulla Rivista di Bergamo. Nel 1929 partecipò alla I Mostra sindacale regionale della Lombardia, rassegna alla quale prese spesso parte in seguito.
Negli anni precedenti il 1932, data di pubblicazione dei Vangeli presso la casa editrice Arti grafiche Pizzi e Pizio di Milano, presentò le tavole di quest'opera a varie mostre, ottenendo un grande successo e consolidando la propria fama di pittore "sacro". Nel 1933 fu nominato accademico dei Virtuosi al Pantheon. Nel 1936 illustrò per la casa editrice Cavalleri di Como il volume di L. Medici La ca' del mago. Canzoniere milanese; mentre è del 1937 l'illustrazione degli Inni sacri di A. Manzoni edito dalla Pro Famiglia di Milano. Le ultime importanti opere del G. illustratore sono riferibili agli anni 1940-43: si tratta delle tavole per la Divina Commedia, pubblicata da De Agostini, e di quelle per Le avventure diPinocchio edito dalla Società editrice internazionale di Torino nel 1942.
Le commissioni di opere destinate a edifici ecclesiastici, soprattutto di Bergamo e provincia, si susseguirono intense, dagli anni Trenta fino a pochi anni prima della scomparsa dell'artista (per un elenco di esse si veda Angelini, 1992).
Il G. morì a Bergamo il 2 febbr. 1963.
Del 1930 è la pala con S. Giuseppe e santi nella parrocchiale di Selvino; del 1932 sono le lunette nella nuova parrocchiale di Ponte San Pietro; del 1934-35, la Via Crucis in S. Anna a Bergamo e gli affreschi delle navate nella parrocchiale di Soresina. Nel 1938 dipinse Le Beatitudini per la parrocchiale di Palazzolo sull'Oglio; negli anni 1938-41, le tele raffiguranti S. Zenone, S. Alessandro, S. Teresa di Lisieux per la parrocchiale di Cisano Bergamasco; nel 1940, i cartoni per le vetrate con Santi per la chiesa di Sudorno; nel 1943, il Buon Pastore in S. Anna a Bergamo; nel 1944, la tela con la Pietà per la parrocchiale di Morengo; nel 1945, il S. Giovanni Bosco per la parrocchiale di Azzone di Scalve; nel 1949, il Battesimo di Cristo per la parrocchiale di Fiobbio; nel 1955, la pala d'altare per la chiesa di Casaprofessa, vicino a Palermo; e nel 1957, il S. Martino e il povero per la parrocchiale di Sovere. Alla fine degli anni Cinquanta eseguì la Crocefissione ad affresco nella parrocchiale delle Grazie di Ancona.
Fonti e Bibl.:Anni Trenta. Arte e cultura in Italia (catal.), Milano 1982, pp. 588 s.; T. Bertoni, L'onda floreale per il misticismo di inizio secolo. La storia e il restauro della cappella Liberty di Rovato, in Cento3, 1988, n. 2, pp. 52-58; P. Pallottino, Storia dell'illustrazione italiana, Bologna 1988, ad indicem; C. Basta, in La grande decorazione a Brescia tra Otto e Novecento, Brescia 1990, pp. 57 s.; P. Angelini, in I pittori bergamaschi dell'Ottocento, IV, Bergamo 1992, pp. 175-210 (con bibl.); Maestri e artisti. 200 anni della Accademia Carrara (catal., Bergamo), a cura di F. Rossi, Milano 1996, pp. 110 s., 261, 304; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, II, p. 190.