GIOVENALE, Giovanni Battista
Architetto e studioso di storia dell'architettura, nato in Roma l'11 novembre 1849, morto ivi il 23 settembre 1934. Il G., che per lungo tempo tenne un posto autorevole nell'amministrazione comunale di Roma, ebbe parte nelle sistemazioni edilizie della capitale. Fu presidente dell'Accademia di S. Luca negli anni 1914-15.
In Roma e nel Lazio si esplicò in gran parte la sua attività. Sono sue opere architettoniche in Roma il Palazzo Wedekind in Piazza Colonna, al quale è innestato il cosiddetto Portico di Veio, il villino Marini Clarelli (già Folchi) e il villino Boncompagni in via Boncompagni, la nuova cripta di S. Cecilia (collegata con i resti romani sottoposti alla basilica, ritrovati e messi in luce), il Museo Petriano, oltre a molte case di civile abitazione e a varie tombe al cimitero del Verano. Fuori di Roma, il Grand Hôtel di Fiuggi, la cattedrale di Porto Alegre nel Brasile, ecc.
Costante è in questi lavori la classica ispirazione; ma mentre i contemporanei del G., in Roma, si volgevano al Cinquecento, il G. sentì profondamente il Seicento romano, fu tra i primi a intenderne la pratica adattabilità alle condizioni moderne e nella maggior parte delle opere suindicate lo applicò liberamente, ma con senso costante di dignità e di elevatezza.
L'opera dello studioso, di notevole importanza, si espresse, oltre che negli scritti, in indagini e in restauri, come quelli della suaccennata casa romana in Santa Cecilia a Roma, della casa di Martino V a Genazzano, e soprattutto della chiesa romana di S. Maria in Cosmedin di cui il G., in collaborazione con l'Associazione dei cultori di architettura, curò il ripristino, che rimane vero modello di tali opere di restituzione. Le maggiori pubblicazioni del G. sono: La basilica di S. Maria in Cosmedin (Roma 1927); Il battistero lateranense (ivi 1930); Simboli tutelari sulle porte del recinto urbano e su altri monumenti dell'antichità (in Bull. della Commiss. archeologica comunale, 1929); Le mura urbane di Aureliano e di Probo (ibid., 1931).