GRAZIADEI, Giovanni Battista
Nacque a Calavino, presso Trento, il 2 luglio 1744, da un altro Giovan Battista, medico, e da Teresa Sardagna. La famiglia era antica in Calavino, ma, sebbene ne usurpasse talvolta lo stemma, non aveva nulla in comune con l'omonima famiglia patrizia trentina. Il G. svolse privatamente i primi studi in patria, passando poi a Trento per i corsi di umane lettere. Nel 1762 era a Bologna, dove nell'Università seguì i corsi di medicina e matematiche (in queste ultime, quindi, fu probabilmente allievo di S. Canterzani), laureandosi in medicina nel 1766. In seguito, "per brama di migliori condizioni", frequentò le Università di Padova e di Pavia, non si sa in quale veste (il suo nome non figura negli elenchi di studenti di quegli atenei pubblicati nel 1895 da G. Festi). Negli anni successivi esercitò la medicina in patria, finché nel 1784 si trasferì a Fano in qualità di "medico primario"; in quella città risiedette fino alla morte (stupisce che nelle biblioteche fanesi non si sia potuta rinvenire di lui alcuna traccia, salvo una copia autografata della sua opera matematica, nella Biblioteca comunale Federiciana). Giubilato dopo molti anni, "per voto unanime di quei cittadini gli fu per gratitudine continuato l'annuo onorario fino alla morte" (Tovazzi). Nel 1808 il governo del Regno Italico lo elesse membro del Collegio elettorale dei dotti; l'anno successivo, poi, egli ottenne la carica di esaminatore e promotore dei laureandi nell'Università di Camerino. A parte un foglio volante, Copia della descrizione del morbo chiamato russo spedita a s.a. rev.ma il principe signore dall'ecc.mo governo dell'Austria Superiore gionta il 4 luglio 1782, che venne diffuso durante un'epidemia e di cui egli curò la traduzione dal latino per conto della magistratura consolare di Trento, del G. si conosce solo un'opera di contenuto matematico, che però appare ancora oggi di un certo interesse. Si tratta dei Principj matematici sui rapporti delle quantità, pubblicati a Urbino nel 1809 presso V. Guerrini (192 pagine, in solo 500 copie, tutte autografate dall'autore, del quale però non compare il nome).
Nella prefazione di questo lavoro - certamente impegnato, eppure stranamente ignorato sia da P. Riccardi (Biblioteca matematica italiana…, Modena 1870-93), sia dal Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento - il G. ne presentò la ragione scrivendo che, in mancanza di un esauriente trattato sui principî della matematica e poiché "molti studiosi non afferrano a fondo l'indole ed il valore delle ragioni e proporzioni", sperava almeno di aver aperto la strada in quella direzione. Può essere utile, per valutare la natura del tentativo, riportare l'indice dei capitoli dell'opera (nella terminologia dell'autore). Essa è divisa in tre sezioni: I, paragrafi 6-58 (ragione geometrica, proporzione geometrica, proporzione continua, ragione composta, regole dialettiche); II, 59-99 (elemento quinto di Euclide, proporzioni aggiunte); III, 101-314 (divisione del calcolo, aritmetica numerica, numeri, fondamenti dell'aritmetica, operazioni sugl'intieri, addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, frazioni decimali, frazioni comuni, operazioni, frazioni continue, ripieghi aritmetici, massimo comun divisore, riduzione di frazioni, addizione e sottrazione, divisori primi, numeri denominati, loro operazioni, potenze, radice seconda e cubica, regole aritmetiche - e quelle del tre, di società, d'alligazione, di falsa posizione semplice e doppia -, problemi - corona di Hierone, problemi numerici di proporzione, dell'usura, dello sconto, cambio -, ragione aritmetica, serie aritmetica, numeri figurati o poligoni, serie geometriche, proporzione armonica, permutazioni, complicazioni).
Vista l'estrema rarità dell'opera, sembra utile segnalare, oltre a quella citata di Fano, l'esistenza di due copie presso la Biblioteca comunale di Trento. Nella stessa Biblioteca di Trento esiste poi (ms. 974, proveniente dalle raccolte di A. Mazzetti) una sua bella copia autografa, predisposta per una seconda edizione (che però non risulta pubblicata): Edizione seconda notabilmente variata e migliorata, dedicata a s.e. don Antonio de' Mazzetti (vol. cartaceo di 144 fogli, mm 220 × 260), che un figlio naturale del G., V. Panicali, aveva finito di predisporre nel 1837, a sue spese. Tuttavia la vicenda si trascinò per anni, sia a causa di una biografia del G. commissionata dal Mazzetti al medico di Trento L. Cloch, che avrebbe dovuto accompagnare l'opera (di cui non si è rinvenuta traccia, ed è dubbio che sia stata realmente scritta), sia perché prima di accettarne la dedica il Mazzetti voleva avere il parere di vari specialisti sulla validità delle teorie del Graziadei. A tale proposito, esiste presso la Biblioteca comunale di Trento un'interessante serie di lettere di Panicali a Mazzetti (20 sett. e 26 nov. 1838, nei mss. 1401, c. 209, e 1500, c. 67; 8, 16 e 26 febbr. e 26 apr. 1840, nei mss. 1466 e 1498).
Il G. morì a Fano il 30 marzo 1829.
Fonti e Bibl.: Pesaro, Biblioteca Oliveriana, Mss., 1900, f. I, c. 23 bis (lettera a F. Cassi, 1822); 1198 (lettera a P. Petrucci, 5 genn. 1821); A. Perini, Statistica del Trentino, II, Trento 1852, pp. 247 s.; G.C. Tovazzi, Medicaeum Tridentinum, id est Syllabus medicorum civitatis ac dioecesis Tridentinae…, Tridenti 1889, pp. 151 s., n. 426 (la fonte più estesa sul G., contenendo una nota su di lui del p. M. Morizzo, curatore dell'edizione di Tovazzi, il cui scritto risaliva al 1806); L. Bonomi, Naturalisti, medici e tecnici trentini, Trento 1930, p. 71; G.M. Rauzi, Araldica tridentina, Trento 1987, p. 174; G. Tovazzi, Variae inscriptiones Tridentinae, a cura di R. Stenico, Trento 1994, p. 773 n. 1457.