GUASTAVILLANI, Giovanni Battista
Nacque a Bologna il 22 ott. 1753 da antica famiglia della nobiltà senatoria della città, che però nel 1796 non era più presente nel Senato bolognese. Secondo C. Zaghi (1935, p. 149) e U. Da Como (III, parte II, p. 62) si laureò in giurisprudenza ed esercitò l'avvocatura; però la notizia non è confermata dalle fonti, mentre è verosimile che la grande competenza nelle cose militari gli derivasse dal servizio prestato dalla prima giovinezza nell'esercito francese, sul quale poi si dilungò la Necrologia pubblicata dopo la sua morte nel Giornale italiano (organo ufficiale del governo del Regno Italico).
Vi si afferma che il G., in servizio nel reggimento Royal-Italien all'inizio della Rivoluzione, rimase al suo posto quando molti ufficiali di quel corpo emigrarono, ma fu ugualmente accusato di tradimento davanti all'Assemblea costituente, che lo assolse anche grazie all'intervento in sua difesa dell'autorevole deputato J.-P. Rabaut Saint-Étienne; poco dopo gli fu offerto un avanzamento di grado, ma egli chiese il congedo e passò al quartier generale del feldmaresciallo F.J. von Coburg, comandante in capo dell'armata alleata inviata contro la Francia, col quale fece due campagne (evidentemente quelle del 1793 e del 1794: quest'ultima notizia però sembra meno credibile delle precedenti, considerando la carriera politica del G. nella Bologna repubblicana del 1796-97; si noti che la Necrologia apparve un mese dopo la fine del regime napoleonico in Italia).
Dopo le esperienze militari all'estero il G. tornò a Bologna. Sotto il governo provvisorio, insediato nella città nel giugno 1796 da Napoleone Bonaparte, si mise in luce nella vita pubblica come comandante generale della guardia civica, la cui formazione fu ordinata nel luglio dello stesso anno; ma, tardando l'effettiva costituzione del corpo, comandò soltanto una guardia civica provvisoria e per pochi mesi, finché non si dimise per assumere il mandato, conferitogli dai comizi elettorali il 7 nov. 1796, di membro aggiunto del Senato di Bologna (trasformato da Consiglio aristocratico in organo di governo provvisorio repubblicano). Il 5 dicembre i comizi elettorali lo nominarono deputato al secondo congresso cispadano, ma rinunciò al mandato; accettò invece di partecipare al terzo congresso cispadano (Modena, 21 gennaio - 1° marzo 1797), che redasse la costituzione della Repubblica Cispadana. Il 9 apr. 1797 i comizi elettorali del dipartimento del Reno lo elessero membro del Consiglio dei sessanta, la camera bassa del Corpo legislativo cispadano. Il 28 aprile il Corpo legislativo lo elesse membro del direttorio esecutivo, del quale fu il primo e unico presidente perché tale organo durò meno di un mese: il 22 maggio, per ordine del Bonaparte, il Corpo legislativo e il direttorio della Cispadana sospesero i lavori, e il G. entrò nel comitato straordinario che sostituì il secondo. Tuttavia anche questo nuovo organo di governo fu effimero: il 27 luglio 1797 la Cispadana veniva annessa alla Repubblica Cisalpina.
Durante la prima Cisalpina (1797-99) il G. - tra i repubblicani più moderati, e forse più tecnico militare che uomo politico - rimase in disparte. Tornò sulla scena politica verso la fine della seconda Cisalpina (1800-02), quando fu eletto deputato della guardia nazionale di Bologna alla Consulta straordinaria cisalpina di Lione, che svolse i suoi lavori nel gennaio 1802. La commissione di trenta deputati incaricata di proporre candidati agli organi costituzionali lo inserì nella lista di candidati a ministro della Guerra, insieme con l'ex ministro A. Birago; Bonaparte, però, affidò poi la carica al generale A. Trivulzi. Il 26 gennaio, alla chiusura dei Comizi di Lione, il G. fu nominato membro del Collegio elettorale dei possidenti della Repubblica Italiana e membro del Consiglio legislativo (organo del governo, con voto deliberativo sui progetti di legge e voto consultivo su ogni altro oggetto sottopostogli).
Durante la nuova repubblica (1802-05) il G., con la sua moderazione politica e la sua competenza nelle cose militari, si guadagnò la stima del vicepresidente F. Melzi d'Eril, che nel giugno 1802 lo propose al presidente Bonaparte, con altri due candidati, per la carica di ministro direttore dell'amministrazione della Guerra; questo ministero, tuttavia, non fu mai istituito. Il 15 marzo 1805, a Parigi come rappresentante del Consiglio legislativo, firmò il proclama della Consulta di Stato e dei deputati dei collegi elettorali e dei corpi costituiti della Repubblica Italiana con il quale fu presentato il primo statuto costituzionale del Regno d'Italia. Il decreto reale 9 maggio 1805, che istituì il Consiglio di Stato, lo nominò membro di tale organo, tra i consiglieri di Stato legislativi, e lo assegnò alla sezione della Guerra. Verso la fine dell'anno, durante la guerra della terza coalizione, diresse con soddisfacenti risultati l'armamento delle guardie nazionali mobilitate e radunate tra Bologna e Modena per la difesa del confine meridionale del Regno. Propose poi un regolamento di organizzazione delle stesse guardie nazionali, con l'intento di farne una riserva permanente della forza di oltre 50.000 uomini, ma questo progetto non fu mai approvato.
Il 1° maggio 1806 il G. fu nominato commendatore dell'Ordine reale della Corona di ferro (Giornale italiano, 11 maggio 1806); ricevette altresì la decorazione di ufficiale della Legion d'onore. Nel 1808 fu uno dei candidati del Dipartimento del Reno al costituendo Senato del Regno, ma non ebbe la nomina, mentre fu nominato (mantenendo il seggio nel Consiglio di Stato, dove il 1° genn. 1812 assunse la presidenza della sezione di Guerra e Marina del Consiglio legislativo) giudice del Consiglio delle prede marittime, con decreto vicereale 16 sett. 1811 (Suppl. al Bollettino delle leggi del Regno d'Italia, 1811, n. 309); poi, con decreto reale 11 apr. 1812 (Bollettino delle leggi, 1812, n. 116), presidente dello stesso Consiglio delle prede, speciale organo giurisdizionale al quale competeva di decidere sulle contestazioni relative alla validità o invalidità delle prede e alla qualità dei bastimenti incagliati, arenati o naufragati nei mari, porti o spiagge del Regno: materie di notevole importanza in quegli anni di guerra navale nel Mediterraneo e di blocco continentale contro l'Inghilterra.
Il G. morì a Milano il 10 maggio 1814.
Fonti e Bibl.: C., Necrologia, in Giornale italiano, 26 maggio 1814; F. Coraccini [G. Valeriani], Storia dell'amministrazione del Regno d'Italia durante il dominio francese, Lugano 1823, p. XCIII; L. Armaroli - C. Verri, La rivoluzione di Milano dell'aprile 1814, a cura di T. Casini, Roma 1897, pp. 80, 91; L. Rava, Il primo Parlamento elettivo in Italia. Il Parlamento della Repubblica Cispadana a Bologna, aprile-maggio 1797, Bologna 1915, passim; I Comizi nazionali in Lione per la costituzione della Repubblica Italiana, a cura di U. Da Como, I-III, Bologna 1934-40, ad indices; C. Zaghi, Gli atti del terzo Congresso cispadano di Modena, Modena 1935, ad indicem; I carteggi di Francesco Melzi d'Eril duca di Lodi. La vicepresidenza della Repubblica Italiana, a cura di C. Zaghi, I-VII, Milano 1958-64, ad ind.; Idem, Il Regno d'Italia, a cura di C. Zaghi, ibid. 1965, ad ind. (errata la notizia della nomina del G. a senatore del Regno); C. Tivaroni, L'Italia durante il dominio francese, I, Torino 1889, pp. 182, 229, 254, 362, 368, 370; G. Ungarelli, Il generale Bonaparte in Bologna, Bologna 1911, pp. 105, 109 s., 251; T. Casini, I candidati al Senato del Regno Italico, in Rass. stor. del Risorgimento, III (1916), pp. 40, 50.