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COLOMBO, Giovanni Battista Innocenzo

di Lore Lüdicke - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 27 (1982)
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COLOMBO (Colomba, Columba), Giovanni Battista Innocenzo

Lore Lüdicke

Figlio di Angelo Domenico di Giovanni Battista e nipote di Luca Antonio, nacque intorno al 1717 ad Arogno (Canton Ticino). Imparò la pittura dallo zio, e intorno al 1737risulta pittore autonomo a Magonza dove eseguì parecchi affreschi e decorazioni (Thieme-Becker).

Nel 1741 era a Francoforte, dato che ricevette un pagamento di 235 Gulden (Die Baudenkmäler in Frankfurt am M., II, Frankfurt 1898, p. 167) per la decorazione, con quadrature e pitture allegoriche, del soffitto dello "Scalone imperiale" del Römer (distrutto nella seconda guerra mondiale), in occasione di festeggiamenti per l'incoronazione a imperatore di Carlo VII (12 febbr. 1742). In quella circostanza preparò anche un grande trasparente con scene analoghe. Secondo Oldelli (1807) "dopo aver per cinque anni decorato le celebri pantomime di Niccolini andò con lui a Mannheim, Stuttgart, Monaco, Vienna, Brun, Praga, Lipsia. Qui rifiutò di recarsi in Polonia e continuo con la compagnia il viaggio ad Hannover...". Queste notizie sono riprese da tutta la letteratura, ma allo stato attuale degli studi, non è stato possibile nemmeno identificare il Niccolini. Nel 1748 fu chiamato ad Amburgo (Thieme-Becker), da dove si sarebbe recato a lavorare anche nello Schleswig-Holstein (grande affresco, nella chiesa di Uetersen con Glorificazione della Trinità). AHannover diventò pittore di corte di Giorgio II. Passò quindi, dal 12 febbr. 1751, al servizio del duca di Württemberg come "Baumeister und Perspektivmaler".

Nei lunghi anni di servizio a Ludwigsburg e Stoccarda ebbe una posizione importante per le grandiose feste della corte, inventando scene per le opere di Jommelli e i balletti di Noverre (Tintelnot, 1939, pp. 104-107); collaborò con P. de la Guepière che costruiva il teatro per l'opera nel castello di Ludwigsburg (si conserva un sipario dipinto nel 1762, ma non ne è identificato l'autore; come anche e conservato il bozzetto di un sipario dipinto nel 1770: K. Bachler, Gemalte Theatervorhänge in Deutschland und Oesterreich, München 1972). Risulta professore alla Accademia delle arti di Stoccarda fondata da Carlo Eugenio nel 1761. Prima del 1763 era stato in Italia perché in tale data fu inaugurato a Como il nuovo teatro, dove secondo Giovio (1784) "merita lode la vivacità del sipario e il vero di alcune scene, ma gli ornati alle logge avrebbero voluto essere meno fantastici, né si può intendere che le colonnette, che le dividono e portano l'arco pinto sovra esse, possano essere colonnette di foglie d'alloro". Secondo la stessa fonte, a Como il C. dipinse anche il coro di S. Giacomo e la chiesa del seminario Benzi: sia il teatro, sia il seminario sono oggi distrutti; resta l'affresco nel catino della chiesa di S. Giacomo dietro il Broletto. Per la chiesa dell'abbazia benedettina di Zwiefalten presso Múnsingen - oggi manicomio - il C. dipinse (1765) due pale per l'altare di S. Giuseppe (Il santo con Gesù Bambino) e per quello di S. Anna (La santa con Maria Bambina).

Quando alla corte dei Württemberg si cominciò ad avvertire aria di crisi, l'artista si trasferì nella città di Torino dove prese il posto dei Galliari firmando il 5 marzo del 1769 la capitolazione con la Società dei cavalieri che amministrava il teatro Regio (Viale Ferrero, 1980, pp. 260, 558 s.). Già nell'estate dello stesso anno il C. dipinse alcune scene per una "azione musicale" rappresentata in occasione della visita a Torino di Giuseppe II (Bouquet, 1976, p. 346). I ripporti dei C. con il teatro torinese, dove lavorò per due stagioni sino al 1771, furono costellati di interminabili litigi.

Resta una buona documentazione fotografica, riprodotta in parte in Viale Ferrero (tavv. XXVIII-XXXII), delle scene che il C. preparò per Torino (i disegni, già a Varese, raccolta Pogliaghi): tra le opere più importanti, Berenice, con musiche di I. Platania, e Annibale in Torino, con musiche di G. Paisiello, sulibretti di J. Durandi, che sono analizzate da M. Viale Ferrero (1980).

Negli anni 1774-1780 il C. fu a Londra pittore di scene e macchinista al King's Theatre (per un elenco delle opere, vedi Ronsefeld - Croft Murray, 1964); nel 1775 allestì un teatro a Weston Hall per sir Henry Bridgeman; l'anno prima aveva esposto alla Royal Academy quattro tele ad olio con paesaggi di chiaro sapore romantico. Secondo la tradizione il C. mori ad Arogno nel 1793: era ritornato in patria da qualche tempo, se nel 1792 dipinse nella chiesa di S. Carlo a Poschiavo in Valtellina tre tele con S. Remigio che battezza Clodoveo, S. Rocco tra gli appestati e l'Annunciazione.

Fonti e Bibl.: G. B. Giovio, Gli uomini della comasca diocesi nelle arti e nelle lettere illustri, Modena 1784, p. 67; G. A. Oldelli, Diz. stor. ragionato degli uomini ill. del Canton Ticino, Lugano 1807, p. 72; P.Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 6, Parma 1820, pp. 283 s.;G. Bianchi, Diz. biograf. degli artisti ticinesi, Lugano 1900, pp. 51 s.;H. Tintelnot, Barocktheater und barocker Kunst, Berlin 1939, pp. 104-107, tavv. 50 s., con bibl.; S. Rosenfeld-E. CroftMurray, Achecklist of scene painters working in Great Britain... in the 18th cent., in Theatre Notebook, XIX (1964), p. 20; J. Urrea Fernandez, La pintura italiana del siglo XVIII en España, Valladolid 1977, pp. 113, 421 s.; Storia del teatro Regio di Torino, I, M.Th. Bouquet, Il teatro di corte., Torino 1976, ad Ind.; III, M. Viale Ferrero, La scenografia...,Torino 1980, ad Ind.; B. Anderes, Guida d'arte della Svizzera ital., Porza-Lugano 1980, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, pp. 249 s.; Encicl. dello Spettacolo, III, coll. 1097 s.

Vedi anche
Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). abside architettura   ● Struttura architettonica a pianta semicircolare, sulla quale si imposta una volta a calotta semisferica (catino), utilizzata come motivo di articolazione spaziale interna ed esterna di un ambiente (talora con funzione di contrafforte); può presentarsi anche con andamento poligonale, ... coro architettura Nelle chiese occidentali, lo spazio destinato ai cantori e al clero durante le funzioni liturgiche; ne è parte integrante l’insieme dei sedili, in origine semplici banchi di marmo, in seguito stalli lignei formanti una struttura a volte molto grandiosa, che pure si designa col termine coro.  ● ...
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colómbo¹
colombo1 colómbo1 s. m. (f. -a) [lat. colŭmbus]. – 1. a. Uccello dell’ordine colombiformi, con varie specie domestiche e selvatiche; hanno tronco relativamente corto e tozzo, becco abbastanza lungo, membranoso alla base, tarsi corti per...
battista¹
battista1 battista1 (ant. batista) s. m. [dal lat. tardo baptista, gr. βαπτιστής, der. di βαπτίζω «battezzare»] (pl. -i). – 1. Propr., chi battezza, battezzatore; in partic., il sacerdote che ha l’incarico di battezzare in vece del parroco....
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