LACCHINI, Giovanni Battista
Nacque a Faenza il 20 maggio 1884 da Vincenzo e da Virginia Balestracci.
Nel 1906 divenne contabile presso la cassa del Tribunale misto del Cairo; due anni dopo rientrò in Italia per ricoprire il posto di ufficiale postale. Cominciò allora a interessarsi di osservazione astronomica e acquisì buone conoscenze delle tecniche di osservazione, dedicandosi, in particolare, allo studio delle stelle variabili. Entrato in contatto con altri appassionati ricercatori non professionisti, italiani e stranieri, fu nel 1912 tra i fondatori della AAVSO (American Association of variable stars observers).
Nonostante la povertà degli strumenti a sua disposizione, il L. maturò una notevole capacità di percepire le variazioni minime della luminosità stellare. Inviò così una messe numerosa e precisa di dati alla AAVSO, che lo premiò facendogli pervenire un riflettore di 200 mm di apertura.
L'assiduità con cui osservava il cielo - portava sempre con sé uno strumento d'osservazione - gli permetteva di stimare immediatamente la luminosità di una stella e le eventuali variazioni; fu infatti l'unico a rilevare le variazioni luminose di T Orionis e di Z Camelopardalis. I risultati delle sue osservazioni vennero pubblicati nella rivista americana Popular Astronomy, a partire dal volume XXI del 1913.
Nel 1922 divenne membro della Commissione 27 (Stelle variabili) della IAU. (International Astronomical Union). Nel 1928 fu inserito nei ruoli degli osservatori astronomici e fu assegnato all'osservatorio di Catania, dove eseguì osservazioni di stelle variabili e del sole. Fu tra i primi a riconoscere l'importanza del seeing e a studiarne gli effetti. Nel 1930 fu trasferito a Torino dove prese a osservare anche meteore e asteroidi, scoprendo l'asteroide 1931-BA. Dal 1931 fu vice presidente della AAVSO e iniziò la sua collaborazione con l'astronomo americano D.B. Pickering per la stesura di una Carta celeste delle stelle variabili.
Nel 1933 passò a Trieste dove trovò un ambiente particolarmente favorevole alle sue osservazioni che ora includevano anche stelle novae, stelle doppie, comete e occultazioni della Luna.
Molti lavori di questo periodo furono pubblicati negli Annuari astronomici dell'osservatorio; fra questi: Osservazione e studio della variabile o (Mira) Ceti (1911 nov. 14 - 1932 marzo 21), Pavia 1933; Movimenti apparenti e reali della Luna, Trieste 1936; Brevi cenni storici intorno al nostro calendario civile e proposta di semplificazione della sua forma, ibid. 1938; Come l'astronomo misura la distanza, ibid. 1938; Fotografia astronomica, ibid. 1939; I pianeti nel loro volto, ibid. 1940; Carte delle costellazioni, Bologna 1941; Nozioni astronomiche varie, ibid. 1949.
Il L. prese parte alla spedizione in Grecia per l'osservazione dell'eclissi totale di Sole del 1936; nel corso della guerra resse le sorti dell'osservatorio triestino e si prodigò per porre in salvo i preziosi strumenti scientifici.
Il lavoro più noto del L. rimane certamente il suo Atlante celeste contenente tutte le stelle visibili ad occhio nudo, le doppie, le variabili, le nuove, gli ammassi e le nebulose principali, gli spettri delle stelle, edito a Bologna nel 1948, e successivamente a Faenza nel 1954, 1960, 1969. In esso sono riportate tutte le stelle fino alla magnitudine 6,5 (vale a dire tutte quelle visibili a occhio nudo).
Oltre ai lavori più strettamente scientifici, sono anche notevoli i suoi contributi alla divulgazione dell'astronomia: conferenze e articoli, molti dei quali pubblicati nelle riviste Sapere e Coelum.
Nel 1952 lasciò il suo ufficio per limiti di età, ma proseguì l'analisi delle variabili nel suo osservatorio privato di Faenza e in quello dell'Università di Bologna, dove poteva osservare con il grande riflettore di 180 cm di apertura che il direttore Guido Horn d'Arturo gli aveva messo a disposizione. Con questo strumento scoprì decine di stelle variabili sulle lastre fotografiche e inviò per molti anni ancora i dati delle sue osservazioni alla AAVSO.
Il L. morì a Faenza il 6 genn. 1967.
Fonti e Bibl.: Les observatoires et les astronomes, Paris 1931, p. 49; Osservatori astrofisici - astronomici e vulcanologici italiani, Roma 1956, pp. 236-239; S. Taffara, in Coelum, XXXV (1967), p. 34; Per una bibliografia degli scritti di G.B. L., a cura di A. Gentilini, Faenza 1982; G. Favero - S. Baroni, Ricordo di G.B. L., in Giornale di astronomia, XIV (1988), pp. 33 s.; G. Foderà Serio - D. Randazzo, Astronomi italiani dall'Unità d'Italia ai giorni nostri, Firenze 1997, pp. 62 s.