LICATA, Giovanni Battista
Naturalista ed esploratore italiano nato a Napoli il 23 giugno 1856, trucidato a Gialdessa (Harar) il 9 aprile 1886. Di padre siciliano e di madre vicentina, artisti entrambi, derivò dai genitori l'abilità e il gusto del disegno; ma particolarmente lo attrassero le scienze naturali, che professò in un istituto magistrale della città, e l'etnografia; onde, appena ventenne, pubblicò un libro sulla fisiologia dell'istinto che, nonostante le giovanili intemperanze, fu giudicato una buona promessa. Giornalista colto, fu tra i primi a interessarsi dell'Africa e dell'espansione coloniale e fu tra i fondatori della Società Africana d'Italia (1882), di cui diresse nel primo anno di vita il Bollettino, che lasciò poi per dirigere con Ferdinando Borsari una rivista geografica di carattere più generale col titolo L'Esplorazione (1883). Incaricato di una missione di studî ad Assab, da poco passata sotto la diretta sovranità dell'Italia, vi soggiornò per alcuni mesi e al ritorno, mediante conferenze applauditissime e con un volume Assab e i Danakili, dedicato a Paolo Mantegazza che lo giudicò bastevole a onorarne la vita, si fece banditore appassionato di una coscienza coloniale africana per il nostro paese, di cui Assab rappresentava il simbolo. Questo suo fervore di apostolo lo indusse ad aggregarsi alla spedizione per l'Harar guidata dal conte Pietro Porro presidente della Società milanese di esplorazione. Partì con nobile entusiasmo di studioso e d'italiano, ma non senza tristi presentimenti che purtroppo si avverarono (v. harar). Lasciò inedito un suo volumetto sull'Africa che fu pubblicato per cura di P. Mantegazza (Firenze 1886) con una prefazione, nella quale l'illustre maestro ricostruisce la mite figura e la vita di apostolo del giovane martire.