RAMUSIO, Giovanni Battista
Umanista, storico, geografo, nato il 20 luglio 1485 a Treviso, morto a Padova, il 10 luglio 1557. Compié i suoi studî a Padova, dove frequentò la scuola del Pomponazzi ed ebbe a condiscepoli G. Fracastoro, A. Navagero, G. Contarini, G. Battista e Raimondo Torriani ed altri, con i quali sin da allora si legò in salda amicizia; i primi due furono anzi, insieme con Pietro Bembo e col geografo e cartografo piemontese Giacomo Gastaldi, i dotti che rimasero con lui più lungamente e strettamente legati da vincoli di studio e di spirituale fratellanza. Il Ramusio coltivò il latino e il greco ed anche - a quanto sembra - alcune lingue orientali, ma si dedicò soprattutto alla cosmografia e alla geografia, nelle quali divenne versatissimo. Sin dal 1505 entrò come straordinario tra i notai nella cancelleria della repubblica e l'anno stesso accompagnò Alvise Mocenigo legato in Francia, e vi restò due anni, assolvendo con grande abilità le funzioni di segretario. Più tardi compì altri viaggi con incarichi politici, in Svizzera e a Roma, forse anche in Puglia; da taluno fu affermato che fosse anche in Egitto e nell'Africa settentrionale. Nel 1513 fu nominato cancelliere e nel 1515 segretario del senato veneto, carica nella quale si acquistò la generale estimazione per la sua grande sagacia e integrità, che gli valse notevoli incarichi di fiducia; ricordiamo, tra i molti altri, quello di trattare con Sebastiano Caboto, quando questi offrì i suoi servigi a Venezia. Durante la famosa ambasceria del Navagero in Spagna si mantenne in continuo contatto epistolare con lui; anche col Bembo e col Fracastoro tenne una corrispondenza attivissima e di quest'ultimo fu anche ospite nella sua villa di Caffi, tra il 1546 e il 1550.
Della cultura umanistica del R. sono documento la prefazione all'edizione di Quintiliano e quella alla Terza Deca di Livio, pubblicate rispettivamente nel 1514 e nel 1519 dalla stamperia di Aldo Manuzio, della quale il R. fu assiduo fautore. Del suo sapere geografico fanno fede le corrispondenze col Navagero, col Bembo e soprattutto col Fracastoro, nelle quali erano discusse le questioni allora più vive nella scienza; inoltre l'opera di sorveglianza scientifica che egli certamente prestò all'esecuzione delle carte geografiche dipinte nella Sala dello scudo in Palazzo Ducale a cura di Giacomo Gastaldi. Ma l'opera più importante del R. è la celebre raccolta di relazioni dei più famosi viaggi, dall'età classica all'epoca sua, che fu pubblicata in tre volumi col titolo Delle Navigationi et Viaggi dalla stamperia dei Giunti. Alla raccolta e coordinazione del materiale egli attese probabilmente a partire dal 1520 circa, ma a varie riprese, e la fatica fu interrotta dalla morte. Il primo volume, dedicato all'Africa, fu pubblicato solo nel 1550, e ad esso seguì, nel 1553, il terzo, dedicato al Nuovo Mondo, entrambi anonimi, ma preceduti da lettere dedicatorie del R. al Fracastoro; il secondo, dedicato all'Asia, fu pubblicato postumo nel 1559 e mutilato per l'incendio che la stamperia giuntina aveva subito due anni prima; ma, pubblicandolo, lo stampatore rivelava il nome dell'autore dell'intera raccolta, rendendo il debito tributo ai suoi meriti e alla sua dottrina. Di fatto, il R. ha compiuto opera non solo di sagace raccoglitore e, in più casi, di valente traduttore, ma anche di dottissimo illustratore. Poiché il primo volume è accompagnato da sedici discorsi, che spesso sono semplici presentazioni delle relazioni di viaggio pubblicate, ma in parecchi casi contengono trattazioni di argomenti vivamente dibattuti o di questioni geografiche d'attualità. Primeggia il discorso sulle cause dell'inondazione del Nilo, problema che era stato materia di discussione col Fracastoro; notevoli anche il 13° discorso sul viaggio di Magellano e il 14° sul trasporto delle spezie e le vie del traffico. Il terzo volume è preceduto da una prefazione di grande importanza geografica, mentre i discorsi che l'accompagnano, brevi, hanno minor valore.
La raccolta ramusiana contiene anche un corredo cartografico di molto pregio, al quale collaborò certamente G. Gastaldi. L'opera ebbe molte edizioni, talune notevolmente accresciute, godette grandissima fama e servì di modello a celebri raccolte straniere, come quelle di R. Hakluyt, di Th. de Bry, di S. Purchas, ecc. A ragione perciò il R. è considerato il padre degli studî di storia della geografia. Nel 1524 G. B. R. aveva sposato Franceschina Navagero, dalla quale ebbe un figlio, Paolo, anch'egli segretario del senato veneto e storico degno di ricordo.
Bibl.: A. Del Piero, Della vita e degli studi di Gio. B. R., Venezia 1902; G. Carradori, Sulla vita e sugli scritti di G. B. R., Rimini 1883; S. Grande, Le relazioni geografiche fra P. Bembo, G. Fracastoro, G. B. R. e G. Gastaldi, in Memorie Soc. geogr. italiana, 1905.