REZZONICO, Giovanni Battista
REZZONICO, Giovanni Battista. – Nacque a Venezia il 1° giugno 1740. Fu il penultimo dei cinque figli di Aurelio Rezzonico e Anna Giustiniani. La sua ricchissima famiglia, originaria di Como e attiva in un primo momento nella città lagunare soprattutto nel settore creditizio e quindi, a partire dal 1730 circa, anche in quello immobiliare, aveva acquistato nel 1687 l’aggregazione al patriziato veneziano ed era annoverata, nel tempo della nascita di Giovanni Battista, tra le più ricche della Repubblica. Come il fratello Carlo, fu avviato alla carriera ecclesiastica e sotto la protezione dello zio cardinale Carlo Rezzonico (nel 1758 pontefice con il nome di Clemente XIII) studiò nel Collegio Romano dell’Urbe.
Lo zio papa lo fece il 1° luglio 1761 suo cameriere segreto partecipante e il 10 luglio successivo Giovanni Battista fu accolto tra i referendari delle due Segnature. Seguì una nutrita serie di altre cariche e di attribuzioni di rendite: divenne protonotario apostolico ad honorem, poi chierico della Camera apostolica e commissario generale delle Armi. Nell’agosto dello stesso anno fu abate commendatario di S. Croce di Sassovivo nella diocesi di Foligno e nel gennaio del 1763 fu nominato gran priore dell’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme e di Malta e in tal veste incaricò Giovanni Battista Piranesi del restauro della chiesa dell’Ordine sull’Aventino. Nel luglio del 1766 il papa lo volle per maggiordomo, ovvero responsabile del Sacro Palazzo, ossia di tutte le pertinenze pontificie e amministratore della vita curiale. In tale funzione, una delle maggiori della corte papale, fu confermato da papa Clemente XIV, che mantenne nel ruolo anche altri curiali attivi nella familia del predecessore, per non marcare eccessivamente i suoi precedenti contrasti con Clemente XIII. Nel febbraio del 1766 Giovanni Battista Rezzonico ottenne la commenda dell’abbazia veneta di Follina.
La sua ascesa nella società curiale fu caratterizzata da una diffusa ostilità nei suoi confronti e dalle perplessità dello stesso zio papa per il suo stile di vita e carattere. A differenza del fratello Carlo, dedito agli esercizi pii al punto da distaccarsi quasi completamente dagli affari di governo, che avrebbe però dovuto fronteggiare visto il suo ruolo di favorito del papa, la condotta di Giovanni Battista – e del fratello Abbondio – Rezzonico fu del tutto sregolata. Il confessore del pontefice, Antonio Maria Borini, scrisse che i due «pratica[va]no certe femine che sono nobili di basso rango, e di tratto sciolto e poco plausibile», e aggiunse: «in confidenza dico […] che se questi due ragazzi continuano tal vita irregolare incontreranno malori, e forse perderanno presto la vita» (Betto, 1974, p. 416). L’irrequietezza di Giovanni Battista spinse lo zio pontefice a non promuoverlo alla porpora e ciò contribuì ancor più a porre il giovane Rezzonico in urto con la famiglia e con la politica della S. Sede.
Il nipote del papa assunse infatti una posizione ferma e contraria a quella del pontefice sulla questione dei gesuiti, allora sotto attacco, espulsi da più Stati e sotto la minaccia della richiesta di soppressione. Mentre il papa e il fratello Carlo cercavano in ogni modo di contenere i danni ed evitare l’irreparabile, Giovanni Battista si mostrò favorevole alla crociata contro la Compagnia di Gesù e fece da spalla all’ambasciatore francese Henri-Joseph Bouchard d’Esparbès de Lussan, marchese d’Aubeterre, che conduceva al proposito una dura trattativa con la S. Sede. Anche in occasione del Monitorio del 1768 contro Parma il giovane Rezzonico mostrò apertamente il suo dissenso con il pontefice.
Secondo Ludwig von Pastor l’atteggiamento era dovuto alla sua incontenibile e non premiata ambizione di essere promosso cardinale (che egli pensava osteggiata dai gesuiti) e alle promesse di regalie provenienti dalle corti borboniche.
Fu creato cardinale diacono solo da Clemente XIV il 10 settembre 1770, dopo aver ricevuto due speciali dispense: la prima per aggirare l’ostacolo del fratello Carlo che era già cardinale, e l’altra perché non era stato ancora ordinato neppure in minoribus (solo il 21 settembre 1773 prese gli ordini minori). Dopo aver ricevuto la berretta prese il titolo di S. Nicola in Carcere. Partecipò al conclave del 1774-75 e il nuovo papa, Pio VI, lo fece prosegretario dei Memoriali il 25 febbraio 1775. In qualità di porporato prese parte alle attività delle congregazioni della Consulta, Concistoriale, Indulgenze e reliquie, Immunità ecclesiastica, Fabbrica di S. Pietro, Avignone, Loreto e di quella delle Acque. Il 2 marzo 1775 fu protettore dei Canonici regolari lateranensi e poco dopo divenne protettore anche dei Frati minori conventuali, dei Pii operai della Divina Pietà, della città di Senigallia, della chiesa e ospedale di S. Giacomo degli incurabili e di altre città e comunità dello Stato pontificio, nonché di numerosi collegi, opere pie, confraternite, monasteri e capitoli. Protesse eruditi e uomini di lettere.
Morì ancora giovane di colpo apoplettico il 21 luglio 1783 a Roma. Fu esposto nel Palazzo senatorio in Campidoglio dove aveva vissuto con il fratello Abbondio, senatore dell’Urbe. I funerali si svolsero in S. Lorenzo in Lucina. Il corpo fu tumulato in S. Nicola in Carcere. Il monumento funebre fu realizzato dall’artista irlandese Christopher Hewetson.
Fonti e Bibl.: Notizie per l’anno MDCCLXXIX, Roma 1779, pp. 117-119; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, LVII, Venezia 1852, pp. 166 s. e ad ind.; L. von Pastor, Storia dei papi dalla fine del Medioevo, XVI, 1-3, Roma 1953-1955, ad ind.; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, VI, 1730-1799, Patavii 1958, pp. 26, 52; G. Beltrami, Notizie su prefetti e referendari della Segnatura Apostolica desunte dai brevi di nomina, Città del Vaticano 1972, p. 160; B. Betto, Papa Rezzonico attraverso le lettere inedite del confessore apostolico, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, XXVIII (1974), 2, pp. 388-464; C. Weber, Genealogien zur Papstgeschichte, II, Stuttgart 1999, p. 800; Id., Die päpstlichen Referendare 1566-1809: Chronologie und Prosopographie, III, Stuttgart 2004, p. 842; Carlo Rezzonico. La famiglia, l’episcopato padovano, il pontificato, a cura di A. Nante - C. Cavalli - P.A. Gios, Padova 2013, ad indicem.