SAMMARTINI, Giovanni Battista
Compositore, nato a Milano nel 1698, ivi morto il 15 gennaio 1775. Svolse nella sua città una varia attività di maestro di cappella, organista, direttore d'orchestra, ecc., pur lavorando ininterrottamente alla composizione, specialmente di musica strumentale. Più stabili funzioni egli ebbe presso la chiesa milanese dei carmelitani e del convento di S. Maria Maddalena. Ebbe, ancor vivente, fama europea, e al suo insegnamento accorsero musicisti d'ogni paese, tra i quali C. W. Gluck (che alla scuola del S. rimase quattro anni, assimilandone le stilistiche novatrici che ebbero poi sì gran giuoco nella sua scrittura operistica). Importante storicamente è anche la conoscenza che dello stile sinfonico sammartiniano ebbero a fare J. Haydn (attraverso opere fatte venire, da Milano, dal principe Esterházy che appunto aveva Haydn come maestro di cappella) e W. A. Mozart (che nel'70 udì insieme con il Mysliveček [il "Venatorini"] alcune sinfonie del S. in casa Firmian a Milano). Si dice che il Mysliveček abbia esclamato, in quell'occasione, di aver trovato il padre dello stile di Haydn.
In realtà lo stile di Haydn, cioè lo stile cosiddetto "sinfonico", fondato su di una scrittura non più rigidamente condotta su parti parallele in contrappunto, né d'altra parte, su di una sola parte melodica svolgentesi su un tessuto d'indole armonistica (monodia accompagnata), ma sibbene su di un libero avvicendarsi di motivi melodici e di raduni polifonici quasi a dialogo tra strumento e strumento e tra gruppo e gruppo, non ebbe a svilupparsi in un solo centro né in una sola scuola: i compositori italiani di concerti grossi, di sonate cembalistiche, violinistiche, ecc., avevano già dato e davano tuttora esempî mirabili di tale nuova concezione. E insieme con questi sentivano l'urgenza del rinnovamento i "Mannheimer" (J. Stamitz, ecc.) e i viennesi (Wagenseil, Monn, ecc.), mentre sul Haydn ebbe influenza grandissima, a detta dello stesso sinfonista di Rohrau, l'opera sonatistica di K. Ph. E. Bach. La corrente sammartiniana agiva però, rinforzata senza interruzione dai nuovi impulsi e contributi di un G. B. Pergolesi, d'un B. Galuppi e d'un G. Platti, in una via più diretta e meglio determinata, tale da giustificare l'attribuzione - fatta da F. Torrefranca e poi sostenuta anche da G. de Saint-Foix - della maggior forza storica, in questo rinnovamento della musica orchestrale, al maestro milanese.
Il cui stile, tecnicamente concretato - come si diceva - in libero giuoco di elementi tematici in cui entrano e passano rapidamente le varie parti strumentali - è liricamente rivolto soprattutto ad affetti impetuosi, or drammatici or lieti e festosi; la sua sinfonia è infatti più ricca di Allegri che di Adagi, quantunque anche tra gli Adagi non manchino pagine di gran pregio. L'orchestra è quanto mai vivida e luminosa, e gli archi vi suonano con un vibrante fervore che testimonia dell'orientamento sammartiniano verso spiriti - se non romantici - certo del romanticismo annunziatori, come quello dello Stamitz annunziava lo Sturm und Drang.
Composizioni: Tra le numerosissime, vanno ricordate specialmente le seguenti: anzitutto le Sinfonie per orchestra (delle quali vivente il S. giunsero a stampa 24 a Parigi presso il Leclerc, e altre a Londra nel 1744), poi varî Concerti grossi, Sonate a tre (a stampa quelle dell'op. i a Londra presso il Simpson nel 1744, e ad Amsterdam quelle dell'op. 7 [Sonate notturne] oltre quelle - contenenti anch'esse alcune Sonate notturne - s. a. ma probabilmente del 1750 a Milano o a Bologna); a 4 (a stampa quella dell'op. 9, per flauto, due violini e basso), Sonate a 4 per archi, Concerti per violino con accompagnamento a 6 strumenti; Sonate per clavicembalo (ms. presso la biblioteca del Liceo musicale di Bologna), Duetti per flauti, Messe, Mottetti, Salmi, ecc.
Il S., per essere soprattutto un sinfonista, non tralasciò peraltro la la composizione vocale-strumentale da concerto e da teatro. Di lui infatti apparvero due opere teatrali: L'ambizione superata dalla virtiì (che si diede a Milano il 26 dicembre 1734 al Teatro Ducale) e Agrippina moglie di Tiberio (anch'essa rappresentata a Milano, e nello stesso teatro, nel gennaio 1743), e l'oratorio Gesù Bambino adorato dai pastori, eseguito a Bologna nel 1734.
In edizione moderna sono apparse diverse di queste e di altre composizioni: un Concerto per 2 violini, viola e violoncello a cura di Prunières, presso il Senart di Parigi; 2 zonate per violino e pianoforte a cura di G. Salomon a Milano presso Ricordi; Trio in mi b. maggiore dall'op.1, n. 3, a cura di H. Riemann; 2 Sonate per violino e pianoforte a cura di A. Moffort, presso Simrok; un Minuetto per violino e pianoforte a cura di C. Barinon a Trieste presso Schmidl; un Canto amoroso per violino e pianoforte a cura di M. Elman a Magonza presso Schott.
F. Torrefranca, Le origini della sinfonia: (G. B. S., in Rivista musicale italiana, 1913; id., Le sinfonie dell'imbrattacarte (G. B. S.), ibid., 1915; G. Cesari, Sei sonate notturne di G. B. S., ibid., 1917: G. de Saint-Foix, La Chronologie de l'Øuvre instrumentale de J. B. S., in Publick. d. Intern. Musikgesellschaft, 1915; R. Sondheimer, G. B. S., in Zeitschrift für Musikwissenschaft, 1930.