SPADA, Giovanni Battista
– Nacque a Lione il 28 agosto 1597 da Orazio e da Caterina Cenami.
Nonostante molti autori, anche quasi coevi, confondano i due casati, la famiglia di mercanti lucchesi dalla quale discendeva non aveva alcun legame di parentela con i più noti Spada di Romagna, ai quali appartenevano i cardinali Bernardino e Fabrizio.
Morto Orazio, che nella città francese esercitava la mercatura, la vedova con i suoi figli tornò a Lucca e nel 1606 il piccolo Giovanni Battista venne mandato a Roma per prepararsi alla carriera curiale, sotto la guida dello zio Giovanni Battista senior. Il suo ruolo all’interno del casato era stato probabilmente deciso fin dalla nascita e la scelta di chiamarlo come lo zio, affermato avvocato concistoriale, non doveva essere stata casuale.
Conclusi gli anni della formazione, nel 1618 lo zio ne fece il proprio coadiutore e il giovane iniziò a raccogliere i Consilia del suo più anziano parente, di cui avrebbe curato la pubblicazione presso Nicola Tinassi, tra il 1658 e il 1661 (Consiliorum Jo. Baptistae Spadae, ... camerae et fisci apostolici [...] advocati [...] libri tres, editi a Jo. Baptista Spada, presbytero cardinale Sanctae Susannae). Nel 1622 entrò alla Reverenda Camera apostolica grazie all’acquisto dell’ufficio di avvocato fiscale. Ebbe così inizio la sua tranquilla carriera che lo avrebbe portato a conseguire la porpora nel 1654.
Nel 1624, superato il ‘processo’ per l’acquisizione del titolo di referendario delle due Segnature di grazia e di giustizia che rappresentava il primo passo per l’ingresso in prelatura, venne nominato segretario della congregazione del Buon Governo. Lì rimase fino al 1628, anno in cui passò alla Sacra Consulta, prima come ponente poi come segretario. E poiché era la Consulta ad avere giurisdizione in materia di sanità, nel 1730, al momento della diffusione della pandemia di peste che coinvolse anche l’Italia centro-settentrionale, fu nominato segretario della congregazione di Sanità e insieme al ‘prefetto specialmente deputato’ Francesco Barberini poté intestarsi il merito di aver fermato il contagio. In quell’occasione Spada raccolse una copiosissima documentazione sui provvedimenti presi e da prendersi in caso di peste, oggi conservata tra i manoscritti barberiniani della Biblioteca apostolica Vaticana.
A detta di Gualdo Priorato (1659) autore di una sua breve biografia, questa raccolta di lettere, istruzioni, bandi si sarebbe rivelata assai utile nel 1656-57 quando Roma, risparmiata dalla precedente pandemia, ne fu invece investita. Tuttavia a proposito della peste del 1630-31 il trattato De avertenda et profliganda peste di Girolamo Gastaldi, nuovo segretario di Sanità, cita le opere di Andrea Torelli, De peste italica e di Andrea Maria, De peste Bononiae, ma non queste raccolte.
Nel 1635 venne nominato governatore di Roma e tale sarebbe rimasto fino al 1643. Testimonianza di questa esperienza, che lo avrebbe portato anche a scontrarsi per questioni di precedenza con gli ambasciatori dei sovrani cattolici e con altri importanti personaggi, è la Relatione, o sia memoria curiosa de casi, e contese gravi con cardinali, ambasciatori, et altri principi [...] dalli 18 di gennaro 1635 per tutto lì 18 di settembre 1643.
Questo minuto resoconto di una serie di eventi disparati – dai conflitti di precedenza a quelli di giurisdizione, dagli omicidi ai furti particolarmente clamorosi – era destinato a rimanere manoscritto fino al 2004 (Racconto delle cose più considerabili che sono occorse nel governo di Roma, a cura di M.T. Basadonna, Roma), ma ciò non gli impedì di avere notevole diffusione e di essere incluso nelle raccolte di numerose biblioteche, non solo italiane (una copia è per esempio conservata nella Bibliothèque nationale de France, Archives et manuscripts, italien 161).
Lasciando il governo di Roma Spada assunse per alcuni mesi la carica di segretario di Stato ad interim e ottenne un canonicato di S. Pietro che gli permise di accrescere le modeste rendite provenienti dai suoi incarichi precedenti.
Nel 1643 venne ordinato vescovo e ottenne la nomina a patriarca di Costantinopoli. Questo avrebbe dovuto preludere a un consistente avanzamento di carriera, ma la morte di Urbano VIII e la successiva elezione di Innocenzo X Pamphili modificarono, in maniera per lui svantaggiosa, il quadro generale degli schieramenti in Curia. Considerato vicino a Francesco Barberini, Spada venne coinvolto nella sua disgrazia e i soli incarichi che ottenne furono quelli di consultore del S. Ufficio, votante della Segnatura di grazia e rettore della Sapienza. Si confermava così l’impronta canonistica piuttosto che pastorale che aveva caratterizzato la sua formazione e il suo ambiente di riferimento.
Nel 1644 fu designato presidente di Romagna, carica che però implicava un allontanamento da Roma e dalla possibilità di gestire attivamente la propria carriera. A Ravenna rimase fino al 1648, quando rientrò a Roma senza ulteriori promozioni, chiaro segno della scarsa simpatia che i suoi ‘padroni’ nutrivano verso di lui. Solo nel 1652, a seguito della riconciliazione di Innocenzo X con i Barberini e del loro rientro a Roma, anche la carriera di Spada si rimise in moto e nel Concistoro del 2 marzo 1654 fu creato cardinale con il titolo presbiteriale di S. Susanna. Pochi mesi dopo ottenne la Legazione di Ferrara, dove rimase per tre anni. Come legato non disdegnò di prendere parte alla vita culturale della città e finanche a quella mondana, partecipando ad accademie letterarie e assistendo a giostre e tornei.
Tornato a Roma nel 1657 entrò a far parte di diverse congregazioni cardinalizie, comprese la Sacra Consulta e il Buon Governo dove aveva servito in qualità di segretario. Di modesta fortuna, era annoverato tra i cardinali poveri, ma ciò non gli impedì di frequentare l’Accademia della regina Cristina di cui apprezzava soprattutto le iniziative musicali. La sua grande passione restavano però le bocce a cui giocava nel giardino della sua residenza.
Nel conclave del 1670, lo stesso Giovanni Battista, e soprattutto il suo intraprendente nipote Francesco, si illusero che potesse far parte del ristretto numero dei papabili, forte dell’appoggio di Francesco Barberini, di Olimpia Aldobrandini vedova Pamphili e quindi ‘nipote’ del defunto Innocenzo X, di cui egli era creatura, e di Cristina di Svezia. Diversi manoscritti conservati nell’archivio privato Spada – dalle Memorie della vita ed azzioni del card. Gio. Batt. Spada alle Notizie interessanti del conclave del 1670, concernenti il card. Spada e alcune lettere autografe interessanti e soprattutto alle Notizie di negoziati fatti nel conclave del 1670 concernenti la persona dell’em.mo sig.re cardinale Gio. Batta Spada – mostrano quanto zio e nipote contassero su una conclusione positiva. Non andò così, come è noto, e dopo quattro mesi i capi delle diverse fazioni si accordarono sul nome del romano Emilio Altieri (Clemente X).
Morì a Roma il 23 gennaio 1675 e fu sepolto nella chiesa di S. Croce della nazione lucchese. Nel frattempo aveva cambiato il titolo cardinalizio da S. Susanna a S. Marcello e, da ultimo, S. Crisogono.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Lucca, fondo Famiglia Spada in riordinamento; Lucca, Biblioteca statale, ms. 1134: B. Baroni, Famiglie nobili lucchesi, ms. 1861: A.P. Berti, Memorie deli scrittori lucchesi; Roma, Biblioteca apostolica Vaticana, Barberiniani latini, 5304: G.B. Spada, Relazione sulla morte di un cavallerizzo del sig. amb. d’Estrées; 5626-5629: Lettere, istruzioni, bandi et altre scritture […] relative alla Congregazione di Sanità formata per preservare Roma e lo stato ecclesiastico dalla peste che afflisse l’Alta Italia, raccolte da Giovanni Battista Spada segretario di Consulta e della Congregazione medesima e dedicate al card. Francesco Barberini prefetto specialmente deputato della medesima Congregazione.
G. Gualdo Priorato, Scena d’huomini illustri d’Italia..., Venezia 1659, p.n.n.; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della S. Romana Chiesa, VII, Roma 1793, pp. 107 s.; C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese, l. VI, Lucca 1831, pp. 143-145; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, LXVIII, Venezia 1854, pp. 20 s.; F. Petruccelli della Gattina, Histoire diplomatique des conclaves, III, Bruxelles 1866, pp. 227-266; F. Allard, Mémoires inédits de Jean Baptiste Spada, in Bulletin des sciences historiques, antiquités, philologie, 1828, vol. 9, pp. 272-276, 338-342; G. Sardi, Il cardinale G.B. S. e il conclave del 1670, in Atti della Reale Accademia lucchese di scienze lettere e arti, XXXVI (1925), pp. 188 ss.; L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, 1, Roma 1932, pp. 20, 34, 145, 160, 201, 203, 205, 210, 419, 629, 631; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, Patavii 1952, IV, pp. 31, 162, V, p. 45; N. Del Re, Monsignor governatore di Roma, Roma 1972, pp. 35, 102; I. Fosi, La città assediata, in Roma moderna e contemporanea, XIV (2006), 1-3, pp. 3-12.