VERMIGLIOLI, Giovanni Battista
– Nacque a Perugia il 25 settembre 1769, secondogenito di Trajano, patrizio perugino, e di Chiara Rossi Ballerini.
La sua formazione scolastica si concluse con i corsi di diritto all’Università di Perugia e la successiva frequenza dell’Accademia di belle arti, della quale Vermiglioli era alunno, quando apparve il suo primo scritto, su una moneta dell’imperatore Treboniano Gallo, di origine perugina: Lettera del sig. G. B. Vermiglioli all’ab. Andrea Rubbi (in Mercurio d’Italia storico-letterario, III (1797), pp. 267-270). I successivi scritti antiquari degli anni fra i due secoli (si segnalano quelli di carattere etruscologico, alla scuola ‘epistolare’ di Luigi Lanzi) culminarono nella prima opera di ampio respiro: Le antiche iscrizioni perugine (I-II, Perugia 1804-1805; 2ª ed. «accresciuta e corretta», 1833-1834).
I due volumi raccoglievano le iscrizioni, rispettivamente, etrusche e latine; il secondo volume della seconda edizione avrebbe costituito la base della sezione perugina nel volume XI, 1 (1888) del Corpus Inscriptionum Latinarum, dove il curatore Eugen Bormann giudicava Vermiglioli «auctor diligens et peritus etiam et doctus», anche se «parum oculatus» (p. 352). Ma nei primi anni del secolo Vermiglioli si occupava di altri aspetti della storia perugina, come mostrano specialmente due lavori: Degli storici perugini sì editi che a penna (dissertazione premessa all’opera postuma di A. Mariotti, Saggio di memorie istoriche civili ed ecclesiastiche della città di Perugia e suo contado, I, Perugia 1806, pp. I-LXXXVII); Della tipografia perugina del secolo XV (Perugia 1806; 2ª ed. 1820, con il titolo Principj della stampa in Perugia e suoi progressi per tutto il secolo XV). La cultura e la produzione di Vermiglioli conservarono sempre l’impostazione enciclopedica della sua formazione settecentesca e il prevalente interesse per i più vari aspetti e pressoché tutte le epoche della storia della sua città.
Il 1810 fu, nella vita di Vermiglioli, l’anno della svolta. L’attuazione del nuovo ordinamento napoleonico dell’Università di Perugia diede vita a una facoltà di belle lettere, articolata in sei insegnamenti, fra i quali numismatica e antiquaria e storia e antichità, poi confluiti nell’insegnamento di archeologia. Chiamato alla cattedra di storia e antichità, poi di archeologia, Vermiglioli la tenne per trentasei anni, fino al 1846.
La sua attività d’insegnamento si riflette nelle Lezioni elementari di archeologia esposte nella Pontificia Università di Perugia (I-II, Perugia 1822-1823), subito ripubblicate «colle correzioni inedite dell’Autore» (Milano 1824). Friedrich Creuzer scrisse a Vermiglioli che, nelle sue lezioni a Heidelberg, trovava «di continuo occasione di poterne fare buon uso e di raccomandare lo studio di tale opera ai suoi ascoltatori» (Pickert, 1963, pp. 385 s.). I due volumi costituirono, in effetti, il primo tentativo di sistemazione generale di una materia vastissima, che includeva la numismatica, l’epigrafia, le antichità cristiane (nonché un Brevissimo escurso sulla Arte Diplomatica e la Paleografia dei Monumenti antichi). Di carattere per così dire professionale è anche l’Indicazione antiquaria per il Gabinetto archeologico di proprietà dell’Illustrissimo Magistrato di Perugia e situato nel Pubblico Studio della medesima città (Perugia 1830).
Quanto ai temi e ai metodi dell’operosità scientifica di Vermiglioli, particolarmente intensa nei primi due decenni d’insegnamento, la testimonianza più articolata è costituita dai suoi Opuscoli ora insieme raccolti con quattro decadi di lettere inedite di alcuni celebri letterati italiani defonti nel secolo XIX (I-IV, Perugia 1824-1825), seguite da altre Cento lettere inedite di LVII uomini illustri italiani e stranieri defonti nella prima metà del secolo XIX (Perugia 1842). Negli Opuscoli predominano i saggi archeologici ed etruscologici, ma resta larga l’apertura verso temi e problemi diversi, come mostrano del resto i numerosi scritti successivi al 1810 dedicati a vari aspetti della storia di Perugia in età medievale e moderna: dall’aspetto numismatico (Della zecca e delle monete perugine, Perugia 1816) a quello letterario (Memorie di Jacopo Antiquarj e degli studj di amena letteratura esercitati in Perugia nel secolo XV, Perugia 1813; Bibliografia storico-perugina, Perugia 1823, rist. Bologna 1976; Biografia degli scrittori perugini e notizie delle opere loro, I-II, Perugia 1828-1829, rist. Bologna 1973); dall’aspetto storico-artistico (Dell’acquedotto e della Fontana Maggiore di Perugia ornata dalle sculture di Niccola e Giovanni Pisani e di Arnolfo Fiorentino, Perugia 1827, con altri interventi polemici sulla Fontana Maggiore, della quale si progettava la demolizione o il trasloco, e scritti sul Perugino e il Pinturicchio) a quello storico-militare (La vita e le imprese militari di Malatesta IV Baglioni, Perugia 1839).
La maggiore concentrazione su temi di carattere archeologico-etruscologico si ebbe negli ultimi anni della vita di Vermiglioli. Nel 1840, la scoperta del sepolcro dei Volunni diede origine alla sua immediata pubblicazione (Il sepolcro dei Volunni scoperto in Perugia nel Febbrajo del 1840 ed altri monumenti inediti etruschi e romani, Perugia 1840), seguita dagli studi su vari monumenti della necropoli del Palazzone scoperti subito dopo, dal lavoro per una seconda edizione del Sepolcro dei Volunni e per l’edizione dei Monumenti della necropoli del Palazzone circostanti al sepolcro dei Volunni (apparse postume, rispettivamente, nel 1855 e 1856), dall’impegno per completare con un terzo volume le Antiche iscrizioni perugine. La straordinaria operosità degli ultimi anni fu bruscamente interrotta da una malattia che nel 1846 costrinse Vermiglioli a lasciare anche la cattedra.
In trentasei anni d’insegnamento aveva creato una scuola, che illustrò la cattedra perugina di archeologia ancora per un trentennio, con Ariodante Fabretti (dal 1846 al 1849) e con Giancarlo Conestabile della Staffa (dal 1850 al 1877). I due allievi e il loro influsso sulle successive ricerche archeologiche, etruscologiche ed epigrafiche (ma anche erudite) a Perugia e in Umbria prolungarono la fama di Vermiglioli, che fu grande ai suoi tempi (come attestano i giudizi di studiosi e i riconoscimenti di istituzioni, raccolti da Conestabile, 1855, passim).
Morì a Perugia il 3 dicembre 1848. Non ebbe una sua famiglia ed erede fu il conte Francesco Baglioni che ne aveva sposato una nipote.
Opere. L’Elenco completo degli scritti editi ed inediti del cav. G. B. Vermiglioli, in Conestabile, 1855, pp. CXXV-CXXXI, raccoglie 109 titoli, dei quali si sono ricordati i più significativi. All’elenco sono da aggiungere, in particolare, la seconda edizione del Sepolcro dei Volunni e l’edizione dei Monumenti della necropoli del Palazzone, pubblicate dallo stesso Conestabile, Perugia 1855 e 1856.
Fonti e Bibl.: «Alla Biblioteca Augusta non sono pervenuti che in minima parte i libri, i manoscritti e le carte di G. B. Vermiglioli, che pure logicamente dovevano esserle destinati, se si considera anche il fatto che egli ne era stato conservatore onorario»: così M. Roncetti, Manoscritti di G.B. Vermiglioli, A. Fabretti e G.C. Conestabile conservati nella Biblioteca Augusta di Perugia, in Erudizione e antiquaria..., 1998, p. 21; ibid., pp. 21-23, un’esauriente rassegna delle vicende che portarono alla dispersione della biblioteca di Vermiglioli. In particolare, sui manoscritti della biblioteca pervenuti a Napoli, E. Pèrcopo, XX voll. manoscritti appartenuti a G.B. Vermiglioli nella Biblioteca nazionale di Napoli, in Archivio storico per le Marche e per l’Umbria, I (1884), pp. 512-540. Dei manoscritti conservati nella Biblioteca Augusta di Perugia, sono importanti soprattutto le Carte Vermiglioli (inventario di A. Bellucci, in G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, V, Forlì 1895, pp. 293-296), alle quali si aggiungono le carte conservate in altri fondi della stessa Biblioteca: Carte Mariotti, Fondo Belforti-Fabretti, Fondo Conestabile della Staffa, Fondo Rossi Scotti, Appendice Vermiglioli e Nuovo Fondo (i documenti più significativi sono illustrati da Roncetti, 1998, pp. 23-27). Fra le Carte Vermiglioli, si segnalano i venticinque volumi di corrispondenza (mss. 1508-1532). Prima quaranta e poi cento lettere a Vermiglioli furono da lui stesso pubblicate in due opere, del 1824-1825 e del 1842, già ricordate. Numerose altre lettere a Vermiglioli, con qualcuna sua, furono pubblicate da Conestabile, 1855, pp. I-CIX, e da L.Ch. Pickert, Relazioni fra archeologi italiani e tedeschi nell’Ottocento, in Rendiconti dell’Accademia dei Lincei, classe di scienze morali, s. 8, XVIII (1963), pp. 373-408 (in partic. pp. 377 s., 385-391). Poi, con il regesto di M. Buonocore, Lettere autografe di G.B. Vermiglioli nella Biblioteca apostolica Vaticana, la pubblicazione di M.F. Perotti, Il carteggio G.B. Vermiglioli - A.M. Ricci, in Erudizione e antiquaria..., 1998, rispettivamente pp. 41-47 e 49-67.
Per la biografia, dopo F. Bartoli, Elogio del cavaliere G.B. V. professore di Archeologia e presidente del Collegio filosofico nell’Università di Perugia, Perugia 1851, è fondamentale G. Conestabile, Di G. V., de’ monumenti di Perugia etrusca e romana, della letteratura e bibliografia perugina, I, Della vita, degli studî e delle opere di G.B. V., Perugia 1855 (il secondo e il terzo volume sono dedicati alla pubblicazione, rispettivamente, della 2ª ed. del Sepolcro dei Volunni, 1855, e dei Monumenti della necropoli del Palazzone, 1856). Sul magistero di Vermiglioli, G. Ermini, Storia dell’Università di Perugia, II, Firenze 1971, in partic. pp. 964 s., 969-971. Per un quadro d’insieme della sua biografia e dei vari aspetti della sua opera, Erudizione e antiquaria a Perugia nell’Ottocento, a cura di L. Polverini, Napoli 1998 (in partic. i contributi specificamente o parzialmente dedicati a Vermiglioli; con quelli già citati di M. Roncetti, M. Buonocore e M.F. Perotti, i seguenti altri: L. Polverini, V., Fabretti, Conestabile fra biografia e storia, pp. 127-144, in partic. pp. 130-135; I. Calabi Limentani, V. e l’epigrafia latina, pp. 145-166; R. Giordani, Le antichità cristiane nelle «Antiche iscrizioni» e nelle «Lezioni» di G.B. V., pp. 179-192; S. Sorda, Gli studi sulla numismatica: personaggi, opere, metodologie, pp. 193-211, in partic. pp. 196-205; L. Agostiniani, Etruscologia perugina: l’aspetto linguistico, pp. 213-234, in partic. pp. 220-224; E. Irace, Gli studi di storia medievale e moderna di V., Fabretti, Conestabile della Staffa, pp. 235-267, in partic. pp. 246-251).