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ZENO, Giovanni Battista

di Guido De Blasi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 100 (2020)
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ZENO, Giovanni Battista

Guido De Blasi

– Nacque a Venezia tra il 1439 e il 1440, dal patrizio veneziano Niccolò di Tomà del ramo di S. Fantin (talvolta dei Ss. Apostoli) e da Elisabetta Barbo, sorella di Pietro (dal 1464 papa Paolo II).

Zeno apparteneva dunque per parte di madre a quella consorteria Correr - Condulmer - Barbo che nel Quattrocento diede tre papi: Elisabet­ta era infatti nipote di Eugenio IV (1431-47) e pronipote di Gregorio XII (1406-15). Ebbe un fratello, Alvise, che morì prima che lo zio assurgesse al pontificato.

Crebbe a Roma presso lo zio cardinale, ma non conseguì alcun titolo di studio, tanto da rischiare di non esser ammesso al conclave del 1471. La scalata della gerarchia ecclesiastica ebbe inizio il 25 giugno 1467, quando fu nominato protonotario apostolico (Città del Vaticano, Archivio apostolico Vaticano, Reg. Vat., 545, c. 12v). Appena diciassette mesi dopo, il 21 novembre 1468, fu creato cardinale insieme al cugino Giovanni Michiel, ottenendo la diaconia di S. Maria in Portico Octaviae (Arm. XXXI, 52, c. 39r). Nei primi anni di cardinalato rimase al di fuori degli incarichi più prestigiosi, probabilmente a causa della giovane età e per l’inesperienza nel governo, ma fu comunque premiato con numerosi e cospicui benefici ecclesiastici.

Già nel 1466 era stato nominato preposto della chiesa di S. Maria di Łęczyca nella arcidiocesi di Gniezno, in Polonia. Nel solo 1467 ricevette un canonicato a Padova, il decanato a Corone, la prepositura di S. Stefano nel patriarcato di Aquileia, la sagrestania della cattedrale di Saragozza per rinuncia del cardinale Luis Joan Milà, le commende del monastero benedettino di Carrara S. Stefano (oggi Due Carrare) nella diocesi di Padova e di S. Gallo a Moggio Udinese, il priorato di S. Perpetua nella diocesi di Faenza. Al 1469 risale l’assegnazione di un canonicato nella cattedrale di Toledo, cui rinunciò nel 1471 riservandosi una pensione annua. Nel 1470 scambiò la commenda del monastero di Assis nella diocesi di Soissons con quella del cenobio di S. Ambrogio nella diocesi di Langres.

Il primo incarico di peso gli fu attribuito nel maggio 1469, quando lasciò Roma per Perugia in qualità di legato pontificio, facendo ritorno nell’Urbe nel dicembre seguente. Nell’agosto 1470 fu nominato arciprete della basilica vaticana e optò per il titolo di S. Anastasia. Essendo obbligato alla residenza a Roma, per adempiere alle mansioni che competevano a quest’ultimo ufficio, acquisì e fece riedificare un palazzo nei pressi di S. Pietro, ove ospitò una ricca biblioteca e una collezione numismatica. Promosse altre opere di mecenatismo in Veneto e a Roma, tra cui la costruzione di una cappella nel palazzo vaticano, la tom­ba della madre in S. Maria delle Febbri (1480) e alcuni lavori presso la cosiddetta Casina del cardinale Bessarione sulla via Appia (post 1479).

Il 18 marzo 1471 Paolo II lo elesse vescovo di Vicenza (Reg. Vat., 538, cc. 119r-121r), pur non avendo il benestare della Repubblica di Venezia. L’improvvisa morte del pontefice, avvenuta il 26 luglio 1471, precedette uno scandalo che vide protagonista Zeno nell’autunno di quell’anno: il Consiglio dei dieci scoprì una rete spionistica, volta a far giungere a Roma i segreti di Stato veneziani, capeggiata dal porporato e dalla madre Elisabetta, e della quale fecero parte anche Giovanni Michiel ed esponenti delle famiglie Zeno, Barbo, Trevisan e Contarini (tutti in qualche modo imparentati tra loro). Le condanne per divulgazione di segreti di Stato, emesse nel 1472, furono assai dure per il cardinale e la madre: Elisabetta fu confinata a vita a Capodistria, mentre a Zeno furono sequestrati in perpetuo i redditi provenienti dai benefici siti nei territori della Repubblica, tra cui il vescovado di Vicenza, nonostante le proteste di Sisto IV (1471-84).

Zeno restò quindi a Roma, finché nel 1476 fu graziato dalla Serenissima e poté recuperare i benefici sospesi, a cui se ne aggiunsero molti altri in terra veneta negli anni seguenti. Papa Della Rovere lo utilizzò quindi nel 1477 come legato a Siena, Firenze, Ferrara e Venezia per discutere con i rispettivi governanti per promuovere la crociata.

Nel 1478 prese finalmente possesso della diocesi di Vicenza, che comunque governò tramite un vicario. L’8 ottobre 1479 fu promosso all’ordine episcopale e gli fu assegnata la sede suburbicaria di Tuscolo (Frascati). Fu eletto camerlengo del Sacro Collegio nel gennaio 1480 e tenne tale ufficio per un anno esatto. Nello stesso periodo fu anche legato del pontefice a Perugia.

Dall’elezione di Innocenzo VIII (1484), Zeno, non condividendo la politica del pontefice e del suo ‘grande elettore’ Giuliano Della Rovere, si defilò al punto di non presenziare alle messe papali e ai Concistori. Entrato poi in conflitto con Alessandro VI (eletto nel 1492), che, in cambio della ricca commenda di S. Maria delle Carceri a Este, gli tolse il palazzo presso S. Pietro per farvi risiedere Lucrezia Borgia, nel 1493 lasciò definitivamente Roma e si stanziò in Veneto, tra Padova, ove ottenne nuovamente un canonicato, e Vicenza, nonostante il pontefice minacciasse la riduzione dei benefici se non fosse tornato nell’Urbe.

Ammalato e pressoché inabile nel movimento, morì a Padova l’8 maggio 1501 e fu sepolto nella chiesa ducale di S. Marco a Venezia, dove il Senato fece erigere una cappella a lui dedicata.

L’ipotesi di avvelenamento, sostenuta da alcuni storici ottocenteschi per supportare la leggenda nera su Alessandro VI, non è suffragata da prove. Zeno era debilitato dalla malattia, e già settimane prima della sua morte il Senato veneto si interessò della cospicua eredità del porporato: infatti Sisto IV e Innocenzo VIII consentirono a Zeno di poter testare, in modo che egli non fosse obbligato a devolvere tutti i suoi beni alla Camera apostolica. All’apertura del testamento si appurò che il patrimonio del cardinale ammontava all’enorme cifra di 130.000 ducati, dei quali 80.000 vennero destinati al funerale e alla sepoltura, a opere pie, ai parenti e ai familiares, e i restanti alla Repubblica e al papa a condizione che fossero utilizzati per la crociata. Sebbene Alessandro VI cercasse di impossessarsi di tutto il lascito, inviando un’apposita legazione in laguna, la Serenissima riuscì a fermare i beni che le spettavano, trattenendo parte delle somme destinate in opere pie e investendoli nell’armamento di una ventina di galee per la crociata.

Insolito esempio di principe della Chiesa quattrocentesco, Zeno deve la sua fortuna al nepotismo dello zio papa, che gli fornì le basi per costruire un patrimonio non indifferente; tuttavia alla grandezza dei suoi beni non corrispose una carriera folgorante, arenatasi senza grandi slanci alla morte del suo patrono.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Misc. codd., I, Storia veneta, 23: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de’ patritii veneti, VII, p. 373; Procuratori di San Marco Citra, bb. 236-249; Città del Vaticano, Archivio apostolico Vaticano, Arm. XXXI, 52, c. 39r; Reg. Vat., 526, cc. 12v-14r, 254v-258v; 527, cc. 106v-107v, 274v-276v, 277r-278r; 528, cc. 70r-71r, 315r-316v; 533, cc. 188r-189v; 537, cc. 120rv; 538, cc. 68v-70v, 119r-121r; 545, c. 12v.

J. Gherardi da Volterra, Diario Romano, a cura di E. Carusi, in RIS, XXIII, 3, Città di Castello 1904-1911, ad ind.; Le vite di Paolo II di Gaspare da Verona e Michele Canensi, a cura di G. Zippel, ibid., III, 16, Città di Castello 1904-11, ad ind.; Johannis Burckardi Liber notarum, a cura di E. Celani, ibid., XXXII, 1, Città di Castello-Bologna 1911-1941, I, pp. 4, 45 s., 78, 397, II, p. 282; I. Ammannati Piccolomini, Lettere (1444-1479), a cura di P. Cherubini, Roma 1999, ad indicem.

C. Eubel, Hierarchia Catholica, II, Monasterii 1914, pp. 15, 36, 40-43, 48, 55, 61, 67, 267; G. Soranzo, G.B. Z., nipote di Paolo II, cardinale di S. Maria in Portico (1468-1501), in Rivista di storia della Chiesa in Italia, XVI (1962), pp. 249-274; B. Jestaz, Il caso di un cardinale veneziano: le committenze di Battista Zen a Roma e nel Veneto, in Arte, committenza ed economia a Roma e nelle corti del Rinascimento (1420-1530). Atti... Roma... 1990, a cura di A. Esch - C.L. Frommel, Torino 1995, pp. 331-352; D. Rezza - M. Stocchi, Il Capitolo di San Pietro in Vaticano dalle origini al secolo XX, I, La storia e le persone, Città del Vaticano 2008, p. 212; C.M. Richardson, Reclaiming Rome. Cardinals in the fifteenth century, Leiden-Boston 2009, ad ind.; G. Del Torre, Patrizi e cardinali. Venezia e le istituzioni ecclesiastiche nella prima età moderna, Milano 2010, ad ind.; I. Favaretto, Il cardinale G.B. Zen, una enigmatica figura di prelato, in Quaderni della Procuratoria, VII (2012), pp. 60-71; M. Melchiorre, Ecclesia nostra. La cattedrale di Padova, il suo capitolo e i suoi canonici nel primo secolo veneziano (1406-1509), Roma 2014, ad ind.; G. De Blasi, Il nepotismo pontificio nei decenni centrali del Quattrocento, tesi di dottorato, Verona 2015, pp. 130 s., 135-137, 157, 305-307; M. Asolati, Il lascito del cardinale: un ripostiglio di antoniniani dall’Italia settentrionale (?), in Group and individual tragedies in Roman Europe. The evidence of hoards, epigraphic and literary sources, a cura di C. Găzdac, Cluj-Napoca 2020, pp. 23-65; Z., G. B., in S. Miranda, The cardinals of the holy roman church, http://cardinals. fiu.edu/bios1468.htm#Zeno (22 settembre 2020).

Vedi anche
Giovanni Michièl Cardinale (Venezia 1445 circa - Roma 1503); vescovo di Ancona (1468), poi di Verona e di Padova, legato papale (1485) nell'esercito del re di Napoli e insignito della porpora cardinalizia, fu avvelenato nella notte tra il 10 e l'11 apr. 1503 da Cesare Borgia in Castel S. Angelo. Il Sansovino gli eresse ... Pàolo II papa Pietro Barbo (Venezia 1417 - Roma 1471). Divenuto cardinale prete del titolo di S. Marco (1440) per volontà dello zio materno Eugenio IV, godette di una posizione influente sotto Nicolò V e Callisto III, ma ebbe scarsa influenza sotto Pio II. Pontefice (30 ag. 1464), non rispettò la capitolazione elettorale ... Pio II papa Enea Silvio Piccolomini (Corsignano, od. Pienza, 1405 - Ancona 1464). Di nobile ma decaduta famiglia senese, indirizzato a studî giuridici, fu scrittore e abbreviatore al Concilio di Basilea e si pose in vista per le doti di oratore e per la cultura giuridica, sostenendo la dottrina conciliare. Segretario ... Carafa, Oliviero Cardinale e uomo d'armi (Napoli 1430 - Roma 1511); arcivescovo di Napoli dal 1458, cardinale nel 1467; nel 1472, capo della flotta cristiana contro i Turchi, prese Smirne. Ebbe larga parte in un disegno di riforma della Chiesa, preparato per ordine di Alessandro VI nel 1497, e, come protettore dell'ordine ...
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    Cardinale (Venezia 1439 - Padova 1501); nipote del papa Paolo II, fu da questo creato cardinale nel 1468. Vescovo di Vicenza nel 1473 e poi vescovo suburbicario di Frascati nel 1479, nel conclave del 1492, dopo la morte di Innocenzo VIII fu tra i papabili, appoggiato dal re di Napoli Ferdinando I.
Vocabolario
battista¹
battista1 battista1 (ant. batista) s. m. [dal lat. tardo baptista, gr. βαπτιστής, der. di βαπτίζω «battezzare»] (pl. -i). – 1. Propr., chi battezza, battezzatore; in partic., il sacerdote che ha l’incarico di battezzare in vece del parroco....
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