BELTRAMI, Giovanni
Nacque a Milano il 26 febbr. 1860. Nel 1878 si iscrisse all'Accademia di Brera, dove, dopo essere stato discepolo di R. Casnedi e di B. Giuliano, divenne dal 1881 scolaro di G. Bertini, rappresentante di una corrente moderata nell'evoluzione del gusto pittorico del tardo romanticismo. Dal Bertini il B. ereditò la passione per l'arte decorativa praticata nelle antiche tecniche della pittura su vetro, del mosaico, ecc. La formazione e la prima esperienza artistica avvenivano per il B. mentre nell'ambiente artistico milanese ferveva la Scapigliatura: ma le sue tendenze conservatrici e l'influsso dei modi temperati del maestro lo indussero a una pittura che cercava di moderare le moderne esigenze con l'amore per la tradizione. Nel 1884 vinse il premio Mylius con uno Studio di vitellino, di intonazioni coloristiche finissime che dimostravano la sua simpatia verso certi modi del Cremona.
La Fanciulla all'arcolaio gli valse nel 1886 il premio Fumagalli per la pittura di figura; nel 1889 vinse un altro premio Mylius per l'affresco, con un Ritratto di Bramante. Un suo quadro con Fanciulle danzanti sotto la luna era molto amato da Verdi, che lo teneva nel suo studio. Pittore ormai affermato, pur seguendo l'indirizzo del Bertini, egli si opponeva al gusto della rievocazione storica per ispirarsi alla natura, e infatti dipinse numerosi paesaggi. Trascurò tuttavia la pittura per attività editoriali varie (scrisse anche di storia dell'arte) e per dedicarsi poi all'arte della vetrata. Dal 1900 fondò infatti (e ne fu direttore), con i pittori G. Buffa, I. Cantinotti, G. Zuccaro, una manifattura di vetri, i cui prodotti vennero esposti con notevole successo in numerose mostre nazionali e internazionali.
A Torino nel 1902, a Venezia nel 1903 e nel 1905, il B. espose alcuni esemplari di vetrate decorate con soggetti tratti dalla natura con vivo gusto cromatico, come Le due cicale, Il tacchino, Vecchio parco, ecc. Intanto le vetrate della ditta Beltrami e C. ornavano a poco a poco le chiese di Vigevano, Codogno, Melzo, Fiorano al Serio, la cattedrale di Piacenza; altre, grandiose, vennero eseguite per il duomo di Milano e a Roma per S. Paolo e per il palazzo del Parlamento.
In quello stesso periodo ebbe l'incarico dal Comune di Milano di eseguire l'affresco con l'Allegoria della Apoteosi di Milano per la volta dello scalone del palazzo Marino, restaurato da suo cugino Luca Beltrami; per incarico dello stesso Comune eseguì pure il cartone per il mosaico con l'Allegoria dell'abbondanza per il palazzo delle Assicurazioni generali di Venezia, sempre a Milano. È considerato una delle sue opere migliori il fregio a figure che decora la sede della Società degli artisti e patriottica di Milano. Il B. aveva pure svolto attività giornalistica come critico d'arte del Corriere della Sera, quando la direzione del giornale era affidata a Eugenio Torelli-Viollier, facendosi sostenitore della scapigliatura nelle sue idee più vivaci e libere: però era essenzialmente un conservatore ed egli stesso non dubitò mai di essere "accademico" ; divenne infatti presidente dell'Accademia di Brera nel 1914, alla morte di Camillo Boito. Eletto già da qualche anno consigliere comunale, fu molto noto nell'ambiente culturale milanese. Negli ultimi anni si diede del tutto all'attività editoriale: divenne infatti, alla morte di E. Treves nel 1916, condirettore con G. Treves dell'Illustrazione italiana, e consigliere delegato della Società anonima Fratelli Treves.
Il B. conservò tale carica fino alla morte, che avvenne a Milano il 3 1 gennaio 1926.
Bibl.: A. Melani, Cosa c'è all'esposizione di Brera?, in Arte e Storia, VII (1888), pp. 193 s.; C. Cipolla, Notizie, ibid., VIII (1889), p. 224; W. Fred, The international exhibition of Decorative Art in Turín, in The Studio, XXVII (1902-1903), pp. 247 s. (con ill.); A. Della Rovere, Sesta Esposizione internaz. di Venezia, in Arte e storia, XXIV (1905), pp. 150-152; L. Lucilio, Le Belle Arti all'Esposizione di Milano, in Natura e arte, III (1905-6), p. 374; A. Melani, Esposizione internaz. di Milano, in Arte e storia, XXV (1906), pp. 134 s.; V. Pica, Esposizione di Venezia, in Emporium, XXIV (1906), pp. 324-330 (con ill. di vetrate); All'Esposizione di Venezia, in Natura e arte, III (1906-7), p. 63; F. Malaguzzi Valeri, Catal. della R. Pinacoteca di Brera, Bergamo 1908, p. 374; G. B. eletto presidente dell'Accademia di Brera, in L'Illustraz. ital., 19 luglio 1914, p. 58; S. Lopez, La morte di G. B., ibid., 7 febbr. 1926, pp. 138 s.; R. Calzini, G. B. maestro d'arte, ibid., pp. 140 s.; R. Simoni, G. B., in Il Corriere della Sera, 2 febbr. 1926 (necrologio); Id., G. B., in Il Marzocco, 7 febbr. 1926 (necrologio); U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 278; Encicl. Ital., VI, p. 582.