GENTILOTTI, Giovanni Benedetto
Nipote dell'omonimo direttore della Biblioteca imperiale di Vienna, nacque a Innsbruck l'11 febbr. 1734 da Gianfrancesco e Teresa Malfatti. Studiò a Roma, presso il collegio Nazareno dei padri scolopi. Risale a questo periodo l'unica opera a stampa del G., l'orazione De gloriosissima Christi Domini Resurrectione oratio habita idibus apr. an. MDCCLI in sacello pontificio, Romae 1751.
Ottenuta la laurea in utroque iure, nel 1756 il G. fu eletto canonico del capitolo della cattedrale di Trento. Il capitolo, tradizionale roccaforte della nobiltà cittadina e alleato delle autorità municipali contro il vescovo e principe di Trento, fu nella seconda metà del Settecento aperto all'influsso dell'illuminismo, tramite la mediazione di C.A. Pilati, nel difficile riposizionamento di Trento nel quadro della politica accentratrice dell'Impero sotto Maria Teresa e Giuseppe II. Amico e allievo di Pilati, il G. si distinse in seno al capitolo per un acceso municipalismo che lo portò a contestare la politica accomodante del vescovo P.V. Thun nei confronti dell'Austria, politica che era sfociata nel trattato del 1777 con Maria Teresa d'Asburgo quale contessa del Tirolo. Il G. pronunciò un severissimo Voto contro il trattato, rompendo la tradizionale alleanza che aveva da sempre visto capitolo cittadino e Impero uniti contro il vescovo.
Nel 1780 presentò, contro la politica assolutistica dell'Impero e contro l'autorità vescovile, altri due Voti intorno alla costituzione politica di Trento e alle prerogative e diritti del magistrato e della cittadinanza, nei quali è evidente l'insegnamento di Pilati e, attraverso questo, di Montesquieu, del cui costituzionalismo il G. dà una interpretazione prettamente municipalista, a difesa delle forme residuali di governo patrizio. I Voti provocarono la stizzosa reazione di Vienna, tanto aspra che persino il capitolo della cattedrale, altre volte focolaio di resistenza alla politica imperiale, esitò a seguire il Gentilotti. Questi non si arrese e negli anni successivi continuò a contestare l'operato del vescovo Thun, che ingaggiò a propria difesa il noto canonista F.V. Barbacovi. La polemica si trascinò per anni, con momenti di fortissima conflittualità, nella quale lo stesso Pilati fu coinvolto e persino fisicamente attaccato, ma finì per offrire al Barbacovi l'occasione di procedere all'epurazione dei cittadini trentini dal Consiglio vescovile e da altre magistrature, risolvendosi perciò in una sostanziale sconfitta per i fautori dell'autonomia municipale.
Il G. fu anche discreto cultore d'arte e protesse diversi artisti trentini.
Morì a Trento il 1° ott. 1801, e con lui si estinse il ramo dei Gentilotti di Engelsbrunn.
Ultimo della sua famiglia, lasciò la biblioteca ereditata dallo zio e nel tempo arricchita al seminario vescovile di Trento. Essa fu fusa con quella del vescovado e secolarizzata nel 1810. Nel 1837 la raccolta fu divisa tematicamente tra il seminario e la nuova Biblioteca civica, confondendo però la provenienza dei codici e dei volumi, e solo nel sec. XIX fu ripristinata l'integrità del fondo gentilottiano, oggi alla Comunale di Trento.
Fonti e Bibl.: I documenti e gli scritti del G., tra cui i diversi Voti, oltre che una ricca documentazione sulla famiglia Gentilotti e sugli affari ecclesiastici di Trento nel Settecento sono conservati presso la Biblioteca comunale di Trento. Tra essi si segnalano i mss. 76, 292, 296; lettere del G. a Pilati sono nel ms. 1447; quelle a lui scritte da G. Tartarotti nei mss. 865 e 984; il carteggio con F.V. Barbacovi nei mss. 649-658.
B. Bonelli, Monumenta Ecclesiae Tridentinae, III, 2, Tridenti 1765, p. 334; F. Ambrosi, Commentari di storia trentina, II, Trento 1887, p. 78; M. Rigatti, Un illuminista del secolo XVIII. Carlo Antonio Pilati, Firenze 1923, pp. 255 ss.; G. Tarugi Secchi, La Biblioteca vescovile trentina, Trento 1930, p. 75; I. Lunelli, La Biblioteca comunale di Trento, Trento 1937, pp. 9-13; F. Menestrina, La famiglia trentina dei Gentilotti, in Studi trentini, XXX (1951), pp. 206-208; M. Nequirito, Il tramonto del principato vescovile di Trento…, Trento 1996, ad indicem.