GIOVANELLI, Giovanni Benedetto
, Nacque a Venezia il 29 nov. 1726, secondogenito di Giovanni Paolo, patrizio veneziano, conte di Morengo e Carpenedo nonché conte del S. Romano Impero, e della seconda moglie Giulia Maria Calbo. Ebbe una sorellastra di primo letto, Marianna (nata nel 1695), e due fratelli, Giovanni Andrea e Federico Maria, che fu l'ultimo patriarca della Serenissima.
Nel febbraio 1755 il G. sposò a S. Maria della Carità Camilla Martinelli di Francesco; l'unione rimase però senza eredi.
Dopo una prima formazione scolastica impartita da precettori privati i fratelli Giovanelli furono ospitati nell'esclusivo collegio benedettino di Erther in Baviera. Per volere della madre, tra il 1744-56, il G., insieme con il fratello maggiore, intraprese un lungo viaggio attraverso Germania, Boemia, Fiandra, Olanda, Inghilterra, Francia e varie località dell'Italia, allo scopo di visitare direttamente le innumerevoli proprietà della famiglia e allacciare contatti per future attività commerciali. Di questa esperienza il G. redasse un diario rimasto inedito (Venezia, Biblioteca del Seminario patriarcale, Mss., 375: G.B. Giovanelli, Viaggio in Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Olanda ed Italia (1744-56)) e lettere, edite a cura di A. Giovanelli insieme con quelle del fratello (Lettere di viaggi di Andrea e Benedetto Giovanelli, Venezia-Bergamo 1907), che rivelano, malgrado la giovane età, un non comune senso di saggezza e di equilibrio, che lo portarono ad affermare che "tutto il mondo è paese, che dappertutto vi sono dei pregiudizi e dei fantasmi e che quel popolo è più felice che manco ne abbonda" (Donazzolo, p. 289).
Il G. entrò nel Maggior Consiglio il 2 dic. 1751, ma la sua carriera politica iniziò solo nel 1756, al ritorno nella Dominante. Il prestigio di cui godeva la famiglia, associato al non indifferente patrimonio, le indubbie capacità personali unite a un profondo senso del dovere verso lo Stato, fecero del G. un protagonista della vita politica veneziana per tutta la seconda metà del XVIII secolo, con incarichi di sempre maggiore rilevanza.
Nel dicembre 1756 venne eletto provveditore sopra Banchi, nel marzo 1758 provveditore sopra Conti, nel giugno 1760 ufficiale alle Rason nuove, nel maggio 1762 savio sopra le Decime in Rialto. Dopo qualche anno di inattività politica, il 30 luglio 1769 fu nominato podestà a Padova, carica da cui fu dispensato con disposizione del Maggior Consiglio del 20 agosto; eletto il successivo 9 settembre provveditore all'Arsenale cessò da questo incarico prima della fine del mandato, perché il 1° ottobre dello stesso anno fu eletto membro dei Quaranta della zonta del Senato.
Nel settembre 1770 entrò a far parte del Consiglio dei dieci, con la carica interna di deputato alle Risposte, e dall'aprile 1771 ricoprì il ruolo di revisore alla cassa dello stesso Consiglio. Fu richiamato nell'ottobre 1771 a far parte della zonta del Senato, ufficio che esercitò unitamente a quello di provveditore alla Giustizia vecchia. Raggiunse poi la città di Padova in veste di capitano (vi era stato eletto già dall'aprile 1772) e qui si trattenne sino all'ottobre 1773.
Tornato a Venezia, nel settembre dell'anno successivo fu inviato a Palma (Palmanova, in Friuli) come provveditore generale. Nel novembre 1776 rientrò nella Dominante e nell'agosto 1777 fu ancora membro del Consiglio dei dieci (dall'ottobre con la qualifica di revisore alla cassa).
Il 20 nov. 1778 fu eletto scansadore alle Spese superflue, carica che lasciò il 3 dicembre per quella di revisore e regolatore alla Scrittura, che ricoprì solo sino alla fine del gennaio 1779 quando fu chiamato all'incarico di censore.
Il 3 febbraio il Maggior Consiglio, con scrutinio segreto, lo designò procuratore di S. Marco de Citra, dignità a vita inferiore solo a quella del doge e concessa solo alle personalità che si erano particolarmente distinte nell'attività politica o militare. Il G. ricoprì altri incarichi di governo a ritmi sempre più serrati. Non appare del tutto chiaro, neppure in seguito a un'attenta disamina di varie fonti documentarie, se il G., dopo le rispettive elezioni, avesse accettato o rifiutato le cariche, se le avesse ricoperte per un ristretto lasso di tempo o, ancora, se gli fosse concesso di esercitarle contemporaneamente, facoltà non improbabile nella Venezia del secondo '700 a causa dell'ormai esiguo numero di componenti il patriziato.
Tra il settembre e il dicembre 1779 fu provveditore sopra Ospedali e luoghi pii; subentrò poi, sino al dicembre 1781, come inquisitore sopra l'amministrazione dei Pubblici Ruoli e alle cose del Levante, Dalmazia e Albania. Fu eletto, tra novembre e dicembre 1781, conservatore delle Leggi, aggiunto all'Arsenale, revisore e regolatore delle Entrate pubbliche; vi rinunciò e nel gennaio 1782 assunse il ruolo di aggiunto alle Vendite dei presidenti sopra l'esazione del denaro pubblico (sembra nel contempo partecipare al Collegio alle pompe). Nel febbraio 1785 fu eletto inquisitore sopra l'amministrazione dei Pubblici Ruoli e nell'aprile provveditore alla Sanità. Tra l'aprile e il maggio 1786 fu designato quale deputato alla Provvision del denaro pubblico e conservatore alle Leggi, uffici che abbandonò nell'agosto per la carica di aggiunto all'inquisitorato alle Acque.
Nel settembre 1789 fu scelto come inquisitore sopra l'Esazione dei pubblici crediti; il 20 novembre dell'anno successivo fu chiamato, insieme con il cavaliere e procuratore Francesco Pesaro, a svolgere un'ambasciata straordinaria presso il neoeletto imperatore Leopoldo II.
Il G. continuò a svolgere le sue funzioni politiche e istituzionali fino a quando, ammalatosi di "febbre e asma putrida e mortificacion all'intestini", dopo brevissima malattia morì a Venezia il 21 ag. 1791.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, Libro d'oro, Nascite, XIV, reg. 64, c. 169; Matrimoni, VIII, reg. 95, c. 135; Ibid., Misc. codd., I, Storia veneta, reg. 20: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de patritii veneti, c. 41; Ibid., Consiglio dei dieci, Miscellanea codici, Elezioni, reg. 68, cc. 1v, 5, 18v, 21v, 46; reg. 69, c. 45v; Ibid., Segretario alle Voci, Elezioni del Maggior Consiglio ai Consigli. Elezioni del Senato e alla zonta del Senato, reg. 2, aa. 1714-96, cc. 72, 76; Ibid., Elezioni in Maggior Consiglio, regg. 29, cc. 28, 120; 30, c. 22; 31, cc. 9, 12, 120; Ibid., Elezioni in Pregadi, regg. 25, cc. 30v, 64v, 69v, 70r, 75r, 91r, 106v, 112v, 128r, 135v, 137v, 142v, 146v, 178v; 26, cc. 45v, 54v, 102v, 108v; Ibid., Provveditori alla Sanità, Necrologi, reg. 978, c. 231; A. Tiraboschi, La famiglia Giovanelli di Noris, Bergamo 1878; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma 1927, pp. 289-291; F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete, Venezia 1830, p. 374; G. Soranzo, Bibliografia veneziana, Venezia 1885, p. 411.