DESA, Giovanni Bernardino
Nacque nella seconda metà del sec. XVI a Copertino, nella diocesi di Nardò (attuale provincia di Lecce), antico centro di cultura umanistica, anche se di piccole dimensioni. Nel 1595 contava infatti 611 fuochi (circa 2500 abitanti).
Dopo aver appreso a Roma l'arte della stampa il D., che appartenne alla stessa famiglia nella quale nacque di li a poco s. Giuseppe da Copertino, diresse la prima stamperia stabile della storia pugliese, proprio nella sua città natale, in una strada che doveva poi prendere il nome di via della Stampa. Sembra che l'azienda sia stata impiantata intorno al 1580 da Cesare e Gaudenzio Desa, dei quali non siamo in grado di stabilire il rapporto di parentela col Desa. Sappiamo che dal 28 apr. 1581 la diresse il solo Gaudenzio e poi dal 1583 la responsabilità passò al Desa. La prima edizione di cui si abbia notizia (anche se non se ne conoscono esemplari) è quella dei Successi dell'armata turchesca nella città di Otranto nell'anno 1480, attribuita al Galateo, ma scritta, secondo l'opinione comune, dal presunto traduttore Giovanni Michele Marziano. L'edizione è riprodotta in un manoscritto della Biblioteca A. De Leo di Brindisi. Alle sei edizioni riportate dal Rhodes nei suoi annali della stampa a Copertino, R. Jurlaro ne ha aggiunto due, entrambe ricavabili da notizie date da bibliografi. La prima è il Turco in Otranto, poema in dieci canti di Marino Di Maria, che sarebbe stata stampata nell'89, secondo quanto attesa il Maggiulli nella sua Biobibliografia salentina (ms. inedito: Arch. di Stato di Lecce, II, s. v. Di Maria, Marino). La seconda è un'edizione delle costituzioni di Giovanni Maria da Palermo dei francescani fiformati di Sicilia, che il D. avrebbe pubblicato nel 1597, secondo una notizia riportata dal De Leo (anch'essa inedita). Inoltre il Perrone ha recentemente segnalato un'edizione degli Statuti provinciali dei frati minori osservanti della provincia di S. Niccolò del 1585, esemplare conservato nella Biblioteca nazionale di Bari.
Pertanto la produzione del D. non si fermerebbe al 1591, come si ricava dal Rhodes e dal Caterino, ma giungerebbe al 1597. La sua attività coinciderebbe così quasi esattamente con la carica episcopale di Fabio Fornari nella diocesi di Nardò, il quale - secondo lo Jurlaro - sembrerebbe l'unico tra i vescovi del Salento in quel periodo in grado di garantire l'imprimatur per le opere letterarie ed ecclesiastiche, grazie ai suoi appoggi familiari. Due suoi zii materni, Giovanni Carlo e Giulio Cesare Bovio erano stati infatti vescovi rispettivamente di Brindisi e della stessa Nardò, mentre il fratello Lelio era un'autorità tra i gesuiti, professore di teologia a Padova e teologo del patriarca di Aquileia, e l'altro fratello Marcello era auditore regio delle province d'Abruzzo e Terra d'Otranto.
Praticamente nulla si sa della vita del D., se si eccettuano le poche notizie già riportate. A queste andrà solo aggiunta quella - da verificare - riferita dal Vacca, che abbia avuto per moglie Giovanna Spina e un figlio di nome Giacomo, nato nel 1601, e che s. Giuseppe da Copertino fosse un suo nipote. Non sappiamo quando il D. morì: probabilmente era ancora vivo nel 1606.
Anche le edizioni pervenuteci sono in realtà poche. Se ne conoscono infatti solo quattro: le Constitutiones editae in diocesana synodo Andriensi e la Philosopohia acerrima de anima di Francesco Scarpa (Pitagora Scarpio) entrambe stampate nel 1584, gli Statuti dei minori osservanti della provincia di S. Nicolò gia ricordati e le Ordinationi per la chiesa et diocesi di Nardò del 1591. Le altre, riportate dal Rhodes e dal Caterino, sono conosciute solo per notizie di seconda mano. Il Foscarini cita un'edizione del Canzoniere con prose di Giovanni Pietro de' Giudici del 1585, della quale danno notizia anche l'Arcudi, il Tafuri, il Giustiniani e il Minieri Riccio, e un Canzoniero di Scipione Carignano dell'86. Dal 1597 l'attività della tipografia fu "proibita dai Superiori", secondo quanto riferisce una cronaca locale. Il 20 febbr. 1596 era infatti morto Fabio Fornari ed era pertanto venuta a mancare al D. quella che era forse la sua più sicura protezione. Del resto non erano davvero anni facili per la tipografia, perché anche nel Regno di Napoli il potere temporale e quello ecclesiastico si disputavano il diritto di concedere approvazioni in materia di stampa e imprimatur. Nel 1598 verrà infatti pubblicata la "Pragmatica quarta" De impressione librorum, con la quale si faceva divieto a tutti i tipografi di stampare senza licenza vicereale. Non è da escludere che l'azienda del D. rimanesse vittima di questo clima.
Anche per dare un giudizio sull'attività editoriale del D., sono pochi gli elementi di cui disponiamo. È probabile che in futuro la conoscenza di altre edizioni conservate in fondi antichi di biblioteche dell'Italia meridionale consenta di delineare meglio la personalità di questo tipografo. Per quanto riguarda invece gli aspetti più strettamente tecnici della sua attività, sappiamo che i caratteri da lui usati venivano certamente da Venezia. Nel 1581 ne acquistò dalla città lagunare. Anche i fregi e le iniziali silografiche sembrano di provenienza veneziana. L'uso di questi materiali e l'apprendistato romano fecero del D. un onesto e dignitoso artigiano della tipografia. Dopo la cessazione dell'attività i caratteri furono rilevati, qualche decennio più tardi, dal romano Lorenzo Valeri, tipografo a Trani dal 1622 al 1656 (gli eredi furono attivi fino al '98). Anche i capilettera e i fregi del D. furono rilevati dal Valeri e da lui usati a partire dal 1627, con l'eccezione di un fregio a campanula che si riscontra già in un'effizione del '25. In particolare i caratteri più usati dal D. furono un tondo e un corsivo di piccole dimensioni, mentre alcune iniziali silografiche risultano modellate su archetipi veneziani del Quattrocento e dei primi del Cinquecento.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lecce, Schede notarili, Notar A. Russo, 1581, 29/2, E 152; Ibid., Sezione notarile, 1606, 66/4, f. 151; A. Foscarini, Saggio di un catal. bibliografico d. scrittori salentini, Lecce 1854, p. 102; G. Petraglione, Appunti per la storia dell'arte della stampa in Terra d'Otranto, in Cose di Puglia, Bari 1918, pp. 125 ss.; G. Bresciano, Tipografi dei sec. XV e XVI nella provincia di Napoli, in Boll. del bibliofilo, I (1918), 1-2, p. 156;G. Petraglione, L'introd. d. stampa in Puglia, in Iapigea, n. s., XI (1940), 4, pp. 14 s.; D. E. Rhodes, The early bibliography of Southern Italy, IV, Copertino, in La Bibliofilia, LVII (1955), pp. 39 ss.; N. Vacca, Sui primordi della tipografia nel Salento, in Arch. stor. pugliese, XVIII (1965), p. 202; A Caterino, La Puglia nella storia della stampa, Bari 1961, pp. 17 s.; R. Jurlaro, Nota sulla protostampa salentina dei Desa di Copertino (1580-1597), in Studi offerti a R. Ridolfi direttore de "La Bibliofilia", a cura di B. Marocchi Biagiarelli-D.E. Rhodes, Firenze 1973, pp. 305-320; B. F. Perrone, Una scheda per gli annali tipografici di G. B. D. da Copertino e per gli "statuti provinciali" pugliesi dell'Osservanza francescana del 1585, in Momenti e figure di storia pugliese in memoria di M. Viterbo, Galatina 1981, I, pp. 235-249.