NANINO, Giovanni Bernardino
– Fratello minore di Giovanni Maria, nacque a Vallerano, nel Viterbese, o più probabilmente a Roma; la data di nascita, indicata intorno al 1560 in tutti i dizionari, va retrodatata di almeno un lustro, tenendo conto del battesimo a Vallerano il 30 giugno 1577 del primo figlio, Marcantonio (Manfredi, 1990, p. 113). Circa il luogo di nascita, il citato atto di battesimo del primogenito lo dichiara «Romanus».
Può darsi che la famiglia di Nanino, provenendo dalla diocesi di Tivoli, dov’era nato Giovanni Maria, si sia stabilita a Roma intorno al 1555 (probabilmente al servizio dei Farnese) e da lì si sia poi trasferita a Vallerano, che faceva parte del ducato farnesiano di Castro. Anche nell’atto di battesimo del secondogenito Giovanni Pietro (Vallerano, 15 novembre 1579; ibid., p. 114), e nell’atto di morte del 1618, Nanino figura come «Romanus».
Fu puer cantus nella chiesa matrice di Vallerano (S. Andrea) e studiò col fratello; di Vallerano era la moglie Maddalena, sposata verso il 1575; ivi nacquero i figli maschi, ivi nel 1587 morì una figlia neonata della quale non è noto il nome (ibid.). Prima di stabilirsi a Roma, «si trattenne in Vallerano qualche tempo per maestro di cappella» (Pitoni, 1713). La prima notizia di un’attività musicale lo segnala nella vicina Viterbo, dove diresse il terzo coro nella solenne rappresentazione della Passione di Curzio Faiani (S. Maria della Verità, 22 marzo 1582).
Prima del 1585 si stabilì a Roma: il 20 maggio di quell’anno fu nominato maestro di cappella nell’Arciconfraternita della Ss. Trinità dei Pellegrini, incarico mantenuto fino al 15 ottobre 1586. Forse tornò ancora a Vallerano per breve tempo nel 1587, ma nel 1588 era a Roma, da dove datava la dedicatoria del primo libro di madrigali. Nel 1589 o 1590 divenne maestro di cappella della Madonna dei Monti, appena costruita; da lì passò a dirigere la cappella di S. Luigi de’ Francesi, dov’era già stato maestro il fratello, tenendola dall’aprile 1591 al novembre 1608. A S. Luigi fece assumere come basso l’altro fratello Giovanni Battista, che vi cantò dall’agosto 1605 al dicembre 1612. Accanto a quest’incarico stabile, Nanino lavorò saltuariamente per altre istituzioni: l’Arciconfraternita del Ss. Crocifisso (musiche per le processioni del giovedì santo, 1601 e 1607), S. Antonio dei Portoghesi (festa del santo titolare, 1605 e 1611), la cappella di S. Aniceto nel palazzo Altemps (ivi nel marzo 1608 condusse con sé i cantori di S. Luigi) e ancora alla Trinità dei Pellegrini, dove fu maestro per la festa del Corpus Domini del 1607. Abitava all’epoca, insieme a Giovanni Maria, sulla piazza di S. Luigi, in una casa adiacente all’antica chiesa di S. Salvatore in Thermis. Morto nel 1607 il fratello maggiore, lasciò l’incarico nella chiesa nazionale francese. Apprezzato dal cardinal Peretti Montalto, ebbe il posto di maestro in S. Lorenzo in Damaso (dicembre 1608), lavorando anche nel contiguo palazzo della Cancelleria, dimora del cardinale: il suo nome figura nei «ruoli» superstiti della «famiglia» (1612-16), ed è probabile che avesse lavorato per Montalto già in precedenza; di certo il cardinale volle da lui lezioni personali, come attestò l’allievo Domenico Massenzio nella sua Psalmodia op. 9 (1631). A questo rapporto va riferita la partecipazione di Nanino come compositore dei cori e realizzatore del basso continuo nella recita dell’Amor pudico, «festino» epitalamico con balli su testo di Jacopo Cicognini, dato nel carnevale 1614 nella Cancelleria per le nozze Peretti-Cesi.
Per due sue opere a stampa (quelle del 1611 e del 1618) ottenne da papa Paolo V un privilegio decennale di edizione e vendita; la musica ne fu propagata al di là di Roma. Come il fratello, fu celebrato insegnante, attività svolta insieme a Giovanni Maria fino al 1606, indi da solo; allievo prediletto fu il valleranese Paolo Agostini, che nel 1610 sposò sua figlia Vittoria. Oltre quelli avuti in comune con Giovanni Maria, vanno ricordati gli allievi Fabio Costantini (che pubblicò poi varie composizioni del maestro nelle collettanee da lui curate tra il 1614 e il 1621), Alessandro Costantini, Stefano Fabri junior e Giuseppe Giamberti; tradizione vuole che abbia dato lezioni anche ad Antonio Maria Abbatini, ma non sembra che quest’autore sia giunto a Roma prima del 1620.
Nei primi mesi del 1618 (forse dopo il 27 marzo, quando si celebrò in S. Lorenzo in Damaso la solenne stazione quaresimale) deve aver chiesto licenza dal servizio per ritirarsi con la moglie a Vallerano, dove morì il 21 maggio e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di S. Vittore (Manfredi, 1990, p. 115).
La notizia giunse subito a Roma: il 26 maggio al suo posto fu nominato il genero Paolo Agostini. La vedova visse a Vallerano fino al 1623 o 1625; quanto ai figli, mancano notizie su Giovanni Pietro, mentre nel 1629 vivevano a Vallerano Marcantonio (col figlio Cesare), Orsola e Maddalena. Alla fine di quell’anno, morto Agostini, giunse a Vallerano anche Vittoria, la cui primogenita Eugenia sposò il compositore Francesco Foggia. Tutti i Nanino di Vallerano vissero in parrocchia di S. Vittore e furono sepolti in quella chiesa.
Giovanni Bernardino Nanino si colloca in una posizione particolare: allievo del fratello Giovanni Maria e insieme a lui insegnante di tanti futuri maestri della tradizione polifonica romana, figura tra i polifonisti più significativi della generazione successiva a Giovanni Pierluigi da Palestrina, prosecutori dei modelli del princeps musicae; ma in lui il classico contrappunto cinquecentesco s’imbeve, pur senza snaturarsi, della nuova concezione armonica, dell’uso del basso continuo, della tendenza alla riduzione delle voci, del gusto concertante con assoli vocali e presenze strumentali. Se dunque per formazione e attività l’appartenenza dei due Nanino alla tradizione polifonica romana è innegabile, bastò la differenza d’età rispetto al fratello maggiore per arrecare novità di rilievo nelle composizioni del più giovane; in particolare l’uso della tastiera fu congeniale a Giovanni Bernardino, buon organista: nell’esecuzione del perduto Amor pudico accompagnò le voci «col suono d’un soavissimo organo», e suo allievo fu Alessandro Costantini, attivo come organista per tutta la vita. Sembra che egli abbia sempre ricercato la pienezza e dolcezza armonica data dall’organo; anche come maestro a S. Luigi volle dal 1591 un nuovo organista fiammingo, insieme valorizzando gli apporti degli altri strumenti (violino, cornetto, trombone). Inattaccabile sul piano della dottrina, rivolse così con misura l’esperienza della tradizione romana a un gusto più moderno. Uno stile più osservato adottò nelle composizioni per il duca Altemps, secondo il modello del fratello, che lo aveva introdotto presso quel mecenate. La sua fama, già piena nel primo decennio del Seicento (nel 1607 Salvatore Sacchi lo inseriva tra gli autori eccellenti nella scrittura a otto voci, pubblicandone un Surrexit pastor bonus; nel 1610 il curatore dei suoi Motecta a due-quattro voci lo definiva il compositore «qui in hac concinendi facultate primas facile tenet»), fu alimentata dagli allievi anche dopo la morte («maestro di quelli che sanno nella mia professione» lo definiva Agostini nel 1627); a fine Seicento, Antimo Liberati lo considerava compositore «di mirabile ingegno», che «diede maggior lume alla professione con la novità della sua vaghissima armonia» (1685). Anche Giuseppe Ottavio Pitoni, che nella sua Guida armonica (1690 circa) cita il mottetto a doppio coro O beatumpontificem come modello di stile contrappuntistico, disse di lui nella Notitia de’ contrapuntisti: «fu con applauso universale stimato lo splendore de’ compositori» (1713).
Opere: Il primo libro de madrigali a 5 voci (Venezia, Angelo Gardano, 1588; l’autore è detto «fratello et discepolo di m. Gio. Maria Nanino»; ded. a Ferdinando de’ Medici granduca di Toscana); Il secondo libro de madrigali a 5 voci (Venezia, Girolamo Scoto, 1599; ded. al barone Francesco Alliata); Motecta [...] juxta novi Breviarii formam concinnata a 2-4 voci e basso per l’organo (Roma 1610; ded. dell’allievo Giulio Subissati al vescovo Ottavio Accoramboni; rist. Roma 1618); Motecta [...] liber secundus a 1-5 voci e basso continuo (Roma 1611; ded. al canonico Stella Stella di S. Lorenzo in Damaso); Madrigali a cinque [...] libro terzo (Roma 1612; ded. al card. Montalto); Motecta [...] liber tertius a 1-5 voci e basso continuo (Roma, 1612; ded. del cantore Cristoforo Margarina a mons. Girolamo Visconti vicario dell’archidiocesi di Milano); Motecta [...] liberquartus a 1-5 voci e basso continuo (Roma 1618; ded. al barone Cristoforo Cenci); Salmi vespertini a 4-5 voci (Roma 1620; ed. postuma a cura di Subissati); Venite exultemus (Assisi 1620; ed. postuma a cura di Simone Verlio, contenente il salmo a 3 voci Venite exultemus di Nanino, due invitatoria adespoti e un mottetto di Giovanni Francesco Anerio). Inoltre, in edizioni collettanee (apparse a Venezia, salvo diversa indicazione): un doppio madrigale nella Corona di dodici sonetti a 5 voci (1586; in onore di Bianca Capello); un madrigale nel Terzo libro de’ madrigali a 5 voci del fratello Giovanni Maria (1586); un componimento a 3 voci in Fiori musicali de diversi autori (1587); un madrigale a 5 nelle Gioie […] di diversi eccel.mi musici della Compagnia di Roma a 5 voci (1589); tre canzonette spirituali a 3 voci nel Devoto pianto della gloriosa Vergine (Roma 1592); tre brani a 3 voci in Lodi della musica (Roma 1595); un madrigale a 5 nelle Risa a vicenda (1598); una lauda a 4 nel Tempio armonico di Giovenale Ancina (Roma 1599); una canzonetta a 3 voci in Canzonette alla romana (Anversa 1607, da un’ed. romana anteriore perduta?); un mottetto a 8 voci in Missa, motecta di Salvatore Sacchi (Roma 1607); tre mottetti a 8 in Selectae cantiones (Roma 1614; ried. Anversa 1621); un salmo a 8 in Raccolta de’ salmi (Napoli 1615); due mottetti a 2 voci e basso continuo in Selectae cantiones (Roma 1616); un mottetto a 3 soprani e basso continuo in Scelta di motetti (Roma 1618). E ancora, dopo la sua morte: un’antifona a 8 in Scelta de salmi (Orvieto 1620); un componimento a voce sola e basso continuo in Raccolta de varii concerti musicali (Roma 1621); un componimento a 2 voci e basso continuo in Ghirlandetta amorosa (1621); un sonetto a basso solo in Poesie diverse di Giuseppe Giamberti, versi di Annibale Pocaterra (Roma 1623); un mottetto a 2 e uno a 3 voci in Sacrarum modulationum [...] selectio prima (Roma 1642). Alcuni brani furono inclusi in florilegi e prontuari pubblicati oltralpe (Anversa 1616, 1621; Strasburgo 1617, 1623). Un piccolo numero di composizioni sacre (salmi, mottetti, antifone, responsori) e due madrigali restano manoscritti in biblioteche di Roma, Berlino, Monaco di Baviera, Ratisbona, Vienna; perduti i 15 cori per il «festino» dell’Amor pudico (Roma 1614).
Fonti e Bibl.: A. Liberati, Lettera scritta […] in risposta ad una del sig. Ovidio Persapegi, Roma 1685, p. 25; G.O. Pitoni, Guida armonica … [1690 circa] , ed. anast. a cura di F. Luisi, Lucca 1990; Id., Notitia de’ contrapuntisti ecompositori di musica [1713], a cura di C. Ruini, Firenze 1988, p. 231; A. Cametti, La scuola dei «pueri cantus» di S. Luigi dei Francesi …, in Rivista musicale italiana, XXII (1915), pp. 593-641; Id., L’insegnamento privato della musica alla fine del Cinquecento ..., ibid., XXXVII (1930), pp. 74-77; D. Alaleona, Storia dell’oratorio musicale in Italia, Milano 1945, pp. 406 s.; J.M. Llorens, Le opere musicali dellaCappella Giulia, Città del Vaticano 1971, ad ind.; G. Dixon, Progressive tendencies in the Roman motet during the early seventeenth century, in Acta musicologica, LIII (1981), p. 113; P. Barbieri, Ancora sugli organi di S. Lorenzo in Damaso, Roma, in Amici dell’organo di Roma, II (1985), p. 97; J.P. Couchman, Musica nella cappella di palazzo Altemps a Roma, in Musica e musicisti nel Lazio, a cura di R. Lefevre - A. Morelli, Roma 1985, p. 178; J. Lionnet, La musique à Saint-Louis des Français de Rome au XVIIe siècle, suppl. a Note d’archivio per la storia musicale, n.s., III-IV (1985-86), ad ind.; J. Chater, Musical patronage in Rome at the turn of seventeenth century: the case of cardinal Montalto, in Studi musicali, XVI (1987), pp. 179-228; Catalogo del fondo musicale della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, a cura di A. Morelli, Roma 1989, p. 56; M. Manfredi, Vallerano e la musica, Vallerano 1990, pp. 50, 55-58, 109-124; V. Vita Spagnuolo, Gli atti notarili dell’Archivio di Stato di Roma.Saggio di spoglio sistematico: l’anno 1590, inLa musica a Roma attraverso le fonti d’archivio, a cura di B.M. Antolini - A. Morelli - V. Vita Spagnuolo, Lucca 1994, pp. 32 s., 43; S. Leopold, Al modo d’Orfeo. Dichtung und Musik im italienischen Sologesang des frühen 17. Jahrhunderts, in Analecta musicologica, XXIX (1995), pp. 178-182; N. O’Regan, Institutional patronage in post-Tridentine Rome. Music at Santissima Trinità dei Pellegrini, 1550-1650, London 1995, pp. 79, 103, 104 e passim; J.W. Hill, Roman monody, cantata, and opera from the circles around cardinal Montalto, I-II, Oxford 1997, ad ind.; S. Franchi, La famiglia Foggia: vicende biografiche e artistiche, in Francesco Foggia «fenice de’ musicali compositori» nel florido Seicento romano e nella storia, a cura di A. Botti Caselli, Palestrina 1998, pp. 91-96; Ruggero Giovannelli, «musico eccellentissimo e forse il primo del suo tempo», a cura di C. Bongiovanni - G. Rostirolla, Palestrina 1998, pp. 303-305, 310, 312, 314, 363-387; A. Newcomb, in The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVII, pp. 609 s.; L’archivio musicale della basilica di S. Giovanni in Laterano. Catalogo dei manoscritti e delle edizioni (sec. XVI-XX), a cura di G. Rostirolla, Roma 2002, n. 5688, p. 593; C. Boenicke, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XII, Kassel 2004, coll. 903 s.; S. Franchi, Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII, I, 1: Edizioni dimusica pratica dal 1601 al 1650, Roma 2006, ad ind.; Id. - O. Sartori, Attività musicale nella chiesa nazionale di Sant’Antonio dei Portoghesi… , in «Musica se extendit ad omnia». Studi in onore di Alberto Basso, a cura di R. Moffa - S. Saccomani, Lucca 2007, pp. 215, 260-262; Id., in Diz. storico biografico del Lazio, III, Roma 2009, pp. 1344-1347.