BETTOL, Giovanni
Nacque a Genova il 25 maggio 1846 da Antonio e da Angela Molinari, in una famiglia di tradizioni patriottiche originaria della Valsugana. Entrò nella marina militare nel novembre 1863, con un concorso suppletivo bandito fra gli studenti d'ingegneria, e combatté a Lissa sulla fregata "Principe Umberto".
Negli anni posteriori al 1871, quando la marina italiana fu oggetto di intensa riorganizzazione e di rinnovamento, il B. si segnalò fra gli ufficiali più preparati, specializzandosi nel campo dell'artiglieria navale. Nell'estate dei 1879, col grado di tenente di vascello, fu inviato a Essenì per studiare le realizzazioni e le tecniche avanzate dell'industria tedesca. Sostenitore della necessità dei grossi calibri, pubblicò un Manuale teorico pratico di artiglieria navale (I, Artiglierie, Firenze 1879; II, Polveri, ibid. 1881), che ebbe una traduzione tedesca e suscitò ampie discussioni per i nuovi problemì balistici, tattici e strategici che sollevava.
Le tesi e le idee del B. - che, dai problemi della preparazione militare e dell'impiego delle forze navali, si venivano estendendo a quelli dei rapporti fra il potere marittimo, la marina mercantile e la politica nazionale - concidevano con quelle del Brin, sicché questi lo volle quale consulente e collaboratore al ministero della Marina. Il B. si dedicò anche alla soluzione di specifiche questioni tecniche (come il goniometro per l'esecuzione del tiro preparato, detto "indicatore dei fuochi Bettolo", 1877; lo strumento per la punteria del lancio, detto "indicatore di lancio Bettolo", 1883; l'elaborazione dei metodi per il collaudo della resistenza delle piastre omogenee d'acciaio; la formula degli effetti della perforazione delle corazze; ecc.).
Nel pensiero del B. la preponderanza da attribuirsi ai grossi calibri si accompagnava col vasto impiego del naviglio armato di siluri. Quale capitano di fregata, al comando di divisione di unità sottili (1887-1890), egli svolse un completo programma sull'organico operativo e sulla nuova arma, col merito non solo di aver contribuito allo sviluppo tecnico, ma di aver anche concepito l'impiego delle armi siluranti in un quadro generale tattico e strategico.
Promosso contrammiraglio nel 1897, fece parte della squadra internazionale destinata al blocco di Creta sotto il comando dell'ammiraglio italiano N. Canevaro. Durante la missione, il B. sostituì il Canevaro nel comando delle navi italiane (giugno 1898), diresse uno sbarco delle forze internazionali nei pressi di Candia ribellatasi ai Turchi, fece parte del Comitato internazionale di ammiragli investito dei poteri di amministrare l'isola. Dal luglio igoo all'aprile 1903 comandò l'Accademia navale.
Dal 1890 fino alla morte il B. venne eletto, continuativamente, deputato (XVIIXXIV legislatura); fu relatore del bilancio della Marina, per gli esercizi 189495, e membro della Commissione generale del Bilancio. Fu ministro della Marinadal 14 maggio 1899 al 24 giugno 1900 (gabinetto Pelloux), dal 22 aprile al 21 giugno, 1903 (gabinetto Zanardelli), dall'11 dic. 1909 al 31 marzo 1910 (gabinetto Sonnino).
L'attività di ministro del B. lasciò ampie tracce nella politica e nelle costruzioni navali. Nel 1899 faceva elaborare dall'ingegnere navale V. Cuniberti il progetto di navi corazzate piccole e veloci, che furono impostate tra il 1901 e il 1903 ("Vittorio Emanuele", "Regina Elena", "Roma", "Napoli") e costituirono una classe assai apprezzata. Nel quadro politico della Triplice Alleanza le caratteristiche di questa unità erano state stabilite tenendo presente che la flotta italiana avrebbe dovuto fronteggiare nel Mediterraneo occidentale la marina francese, eventualmente appoggiata da aliquote della flotta britannica. Escluso l'obiettivo strategico dell'assoluto predominio, data la superiorità numerica del presunto avversario, si accettava il criterio di avere navi più forti degli incrociatori corazzati e più veloci delle corazzate francesi e inglesi, in modo da poter accettare o rifiutare, secondo le evenienze. il combattimento.
Il secondo incarico di ministro della Marina fu per il B. assai agitato. Il 18 maggio 1903 E. Ferri, sull'Avanti!, lo attaccava, accusandolo di affarismo, corruzione e aggiotaggio per avere, con antieconomici ordinativi commessi alla società Terni in modo irregolare, provocato fra l'altro un artificioso aumento delle quotazioni di borsa. Il 20 maggio il B. esponeva alla Camera il suo operato, ma il Ferri non si dichiarò soddisfatto. Un suo nuovo articolo sull'Avanti! (21 maggio) dette inizio a una campagna di stampa, proseguita fra l'altro dall'Asino, che riprese da una frase del Ferri l'espressione - poi rimasta famosa - di "succhioni" per indicare gli arricchiti illecitamente con le forniture militari. Essendo stata respinta in Parlamento, il 10 giugno, con uno scarto di circa quaranta voti una proposta di inchiesta, Giolitti, ministro dell'Interno, e il B. si dimisero, ritenendo poco soddisfacente la votazione. Li seguì quasi subito l'intero gabinetto, poi riconfermato dopo la sostituzione di Giolitti e del Bettolo. Questi querelò il Ferri, che al processo venne condannato, il 10 febbr. 1904, dopo una serie di udienze accesamente polemiche, per diffamazione continuata a mezzo della stampa. Alla fine del marzo 1904. Sotto la pressione dei deputati socialisti, la Camera approvava una legge per la inchiesta governativa sulla Marina. Le conclusioni della commissione (pubblicate in cinque volumi a Roma nel 1906) furono che dal 1884 - anno di costituzione della Terni - lo Stato aveva pagato a questa e alla Società Armstrong prezzi eccessivamente alti per l'acquisto di proiettili e di corazze non sempre efficienti. Il 28 giugno 1906 la Camera iniziava il dibattito sulle conclusioni della commissione. L'on. Bissolati, per l'opposizione, sostenne che lo Stato aveva artificiosamente creato e sviluppato la Temi, consegnandosi "… alla speculazione privata perché essa ne facesse bottino…" (3 luglio 1906); l'amministrazione della Marina fu difesa, fra gli altri, dal ministro Mirabello e dal B., che, pur ammettendo che le forniture erano eccessivamente costose, sostenne che il materiale prodotto era ottimo e che il sovraccosto era dovuto al fatto della mancanza di concorrenza in quel particolare settore (discorsi del 18 giugno e 3 luglio 1906). Il Parlamento confermò la fiducia nella Marina nazionale.
Del B. va segnalato ancora l'impulso dato alla Marina mercantile e alle industrie marittime, per le quali, a varie riprese e in anni diversi, sostenne la necessità di premi e incentivi (discorsi alla Camera dell'8 giugno 1892 e 10 marzo 1910), un'importante discorso agli elettori di Recco sulla politica navale ed estera italiana (12 ott. 1913) e un'ampio esame della politica e azione del governo durante il primo anno di guerra (discorso alla Camera del 19 marzo 1916).
Nominato viceanimiraglio nel dicembre 1905, col 1° genn. 1906 il B. aveva assunto il comando del Dipartimento marittimo di Venezia. Il 1° apr. 1907 ebbe nuovamente la carica di capo di Stato Maggiore della Marina, già tenuta nel 1898. Durante questo incarico, le costruzioni navali assunsero un ritmo amplissimo sia per l'aggravarsi della tensione politica internazionale sia per i rivolgimenti nelle concezioni e modalità d'impiego tattico e strategico (corazzata monocalibro secondo il prototipo inglese "Dreadnought", già preconizzata da Cuniberti nel 1904). Risale a questo periodo, sui progetti di E. Masdea, l'impostazione delle corazzate "Dante", "Da Vinci", "Giulio Cesare", "Cavour", oltre numerosissimo naviglio ininore. Nel 1908 il B. costituì la Scuola di guerra della Marina (che nel 1921venne denominata Istituto di guerra marittima) per la preparazione degli ufficiali superiori.
L'attività direttiva e i concetti strategici del B. ebbero particolare importanza: costituito o progettato un forte nucleo di moderne navi corazzate appoggiato dal naviglio esplorante e silurante, egli fissò le modalità per una rapida mobilitazione, costituendo ampi depositi di nafta, carbone e munizioni e potenziando l'attrezzatura cantieristica e portuale. Particolari cure furono dedicate dal B. al problema delle torpedini e della difesa costiera, per la quale ottenne nel igog uno stanziamento straordinario. Nel medesimo tempo venne studiato ed elaborato, in collaborazione con l'esercito, L'Ordinamento della difesa marittima.Per quanto riguarda l'azione della flotta in mare il B. studiò un nuovo Libro dei segnali,in sostituzione del precedente ormai superato, ordinò la compilazione del Regolamento per la navigazione a luci oscurate dettando altresì fondamentali disposizioni per le forze navali nelle norme relative alla Ricerca ed esplorazione per forze navali in movimento.Dall'esame della sua opera e del suo pensiero il B. appare sostenitore di una condotta bellica energica e offensiva e di una politica navale diretta contro l'Austria, con la quale riteneva inevitabile, presto o tardi, un conflitto.
Nominato conte nel 1911 per gli alti servigi resi al paese, il B. morì a Roma il 7 aprile 1916.
Altri scritti del B., oltre quelli già citati Le corazze di 55 cm.,in Riv. marittima,X (1877), 2, pp. 446 ss.; Spolette per granate perforanti, ibid., 4, pp. 152 ss.; Relazione su esperimenti presso la Soc. Krupp, ibid.,XI (1879), 4, pp. 185 ss.; Allestimento della Regia Nave Duilio, ibid., XII (1880), 4, pp. 275 ss.; Le navi da guerra,in Nuova Antologia,10 dic. 1884, pp. 453-470; Il nostro problema navale,in Riv. marittima,XXIII (1890), 4, pp. 5-39; Stato e Marina mercantile,in Nuova Antologia,10 apr. 1903, pp. 454-473.
Fonti e Bibl.: Dei discorsi del B. alla Camera. sono stati pubblicati: Discorso di G. B. alla Camera dei Deputati nella tornata del 6 giugno 1891,Roma 1891; Sui premi marittimi (8 giugno 1892). Roma 1892; Discussione sull'inchiesta parlamentare sulla Marina e discorso di G. B.,Roma 1906; Per le indennità marittime (discorso del 20 marzo 1910), Roma 1910.
Ampi stralci dei pensiero strategico del B. nella sua qualità di capo di Stato Maggiore della Marina si trovano in G. V. Baccini, G. B.,Roma 1924, pp. 93-114; vedansi anche gli Annali della Scuola Navale di Guerra degli anni 1908-1911.
Ministero della Difesa, Marina, Direzione generale ufficiali e servizi milit. scientif., Matricola Ufficiale;Ibid. Ufficio storico. Fascicolo Personale;Ministero degli Affari Esteri, I documenti diplomatici ital.,s. 3 (1896-1907), III, Roma 1962, pp. 32, 36, 40 s., 45, 52, 170, 191; Dalle carte di G. Giolitti. Quarant'anni di politica italiana,III, Milano 1962, pp. 3, 7, 11 s., 34, 52, 56, 107; oltre ai vari necrologi sulla stampa periodica, le commemorazioni in Parlamento e le commemorazioni occasionate dalla tumulazione dei resti nel Pantheon di Staglieno il 19 apr. 1937 (tra cui P. Chimienti, In memoria di G. B.,in Genova, XVII [1937], 5, pp. 1-4; Nauticus, Un grande uomo di mare, G. B.,in ilMessaggero,20 apr. 1937), e all'opera citata del Baccini, si vedano: S. Breda, La verità sulla Soc. degli Altiforni e Acciaierie di Terni,Padova 1902; E. Giretti, in Giornale degli Econ.,XIV (1903), pp. 309-364, 422-459 (fortemente avverso alla tesi della Soc. Temi); C. Cesari, Le truppe ital. nell'isola di Creta,Roma 1915, pp. 11, 16; A. Angiolini E. Ciacchi, Social. e socialisti in Italia,Firenze 1919, II, pp. 902 ss.; A. Vecchini, B. e Ferri avanti il Tribunale di Roma,Roma 1924; S. Cilibrizzi, Storia parlamentare politica e diplomatica d'Italia,Milano 1929, III, pp. 225-230, 331-333; F. Chabod, Storia della politica estera italiana dal 1860 al 1896,I, Le premesse,Bari 1951, p. 76; R. Colapietra, L. Bissolati,Milano 1958, pp. 77-88; Ufficio storico della Marina militare, Le navi di linea italiane,Roma 1962, pp. 169-182, 184, 188, Enciclopedia militare,II,pp. 236 s.