BOLDINI, Giovanni
Pittore, nacque a Ferrara il 31 dicembre 1842 da Antonio (1789-1872) che era stato allievo a Roma di Tomaso Minardi e, ristabilitosi presto e, definitivamente in patria, fu pittore operoso di ritratti, di quadri storici e sacri, e copiò abilmente i maestri locali del Cinquecento. Appresi dal padre i principî dell'arte e per consiglio di lui, il B. si stabilì sul 1865 a Firenze, e frequentò assiduamente il caffè Michelangiolo, convegno dei macchiaioli fiorentini e degli artisti più vivaci d'Italia e di fuori che si trovavano a passare per Firenze. Aderendo alla maniera dei macchiaioli, dipinse allora il vero con la loro umiltà, ma senza lasciarsene sopraffare. Nel 1869 si recò a Londra, accoltovi benevolmente dal duca di Sutherland, ammiratore dell'Italia e amico di Garibaldi, che lo introdusse nella società aristocratica della capitale e gli procurò commissioni importanti. Dipinse allora, tra gli altri, i ritratti di Lady Holland e della duchessa di Westminster, che gli diedero fama. I ritrattisti inglesi del Settecento e del primo Ottocento lasciarono in lui impressioni incancellabili. Nel 1872 si stabilì a Parigi. Da principio rappresentò in una serie di opere, che rievocano la maniera di Giuseppe De Nittis anche nel gusto delle tonalità argentine, le piazze e le strade della metropoli; e dipinse parecchi quadri tra storici e di genere che tradiscono l'influsso di Mariano Fortuny. Uno di questi, Luigi XIV a Versailles, dipinto per sir Stewart, ebbe un successo grandissimo. Verso il 1880 intraprese lunghi viaggi in Inghilterra, in America, in Germania, in Austria. A Berlino divenne amico di Adolfo Menzel, del quale dipinse poi il ritratto ora esistente nel Museo d'arte moderna di quella città. Egli deve la ricchezza e la notorietà alla pittura di ritratto e specialmente ai quadri in cui ha interpretato le grazie e gli abbigliamenti delle dame del suo tempo. Nei primi anni della sua dimora a Parigi espose regolarmente al Salon des Champs-Elysées, poi, dopo la fondazione della Société nationale des beaux arts, alle esposizioni di questo sodalizio. Ha partecipato infrequentemente alle esposizioni italiane; ha figurato alle biennali veneziane del 1895, del 1903, del 1908, del 1912.
L'arte del B. risente nelle sue espressioni tipiche, oltre all'influsso già rilevato dei ritrattisti inglesi, quello di Whistler nella nervosità del disegno, nella composizione inquieta, nelle gamme grigie, nei neri preziosi. Abilissima, manierata, predominata da una ricerca sistematica di eleganza, nel determinare nervosamente i caratteri e gli atteggiamenti delle figure, è appassionata e incisiva. Egli è stato opportunamente qualificato come il "più acuto e il più trepidante dei virtuosi". (V. tav. a colori).
Bibl.: C. Mauclair, Un factice: J. Boldini, in Trois crises de l'art actuel, Parigi 1906.