BOZZUTO (Buzzuto), Giovanni (Giovannello)
Appartenente a una nobile famiglia napoletana, nacque in data imprecisata nella seconda metà del sec. XIV da Nicola, fratello dell'arcivescovo Ludovico. Con lui non si deve confondere un altro Giovanni Bozzuto, figlio di Lisolo, capitano di re Ladislao e consigliere di Giovanna II.
Partigiano dei Durazzeschi, il B. è ricordato per la prima volta nel 1384, quando seguì Carlo di Durazzo in Puglia per combattere contro Luigi I d'Angiò. Nel 1394 accompagnò a Roma Ladislao di Durazzo, che vi si era recato per sollecitare il sostegno di Bonifacio IX nella lotta contro Luigi II d'Angiò. Signore di Fratta Piccola nelle vicinanze di Aversa, partecipò, con tutta probabilità, alla battaglia svoltasi nel settembre del 1394 tra Angioini e Durazzeschi nei pressi di quella città. Nel dicembre dello stesso anno presenziò al parlamento generale tenuto da Ladislao, nel corso del quale il re congedò tutti i baroni che avevano combattuto al suo fianco.
Quando nel 1399 Bari cadde in mano ai Durazzeschi, il B. fu nominato capitano della città, con privilegio di non dover sottostare, se non per metà della sua carica, a sindacato, come si rileva da un documento del 27 nov. 1404. Probabilmente in quegli anni, durante il suo capitanato a Bari, sposò Roberta Carofili, appartenente ad una nobile famiglia barese; dal matrimonio nacquero diversi figli, tra i quali si ricordano Nicola, Palamede, Flaminio, Maria e Cecilia. Nel 1414 lo troviamo imprigionato nel castello di Bari sotto accusa di lesa maestà, come si desume da un documento, con il quale gli ufficiali del fisco della città pretendevano che i cittadini pagassero la quota dovuta dal Bozzuto.
Non è noto quando il B. rientrò nelle grazie del re. È ricordato di nuovo nel 1420: nel marzo di quest'anno si recò, per conto di Giovanna II, insieme con Francesco Orsini e Antonello Poderico, presso Alfonso d'Aragona per chiedere il suo aiuto contro Luigi III d'Angiò. È ricordato l'ultima volta nell'aprile del 1423. Il De Lellis fa menzione di un privilegio - di cui però non riporta la data - concesso al B. dalla regina Giovanna II. Con esso gli era attribuita, a titolo di ricompensa per i danni subiti nelle sue terre baresi durante le lotte sostenute a servizio del Regno, la licenza di esportare duecento salme annue di grano dai porti di Puglia, durante la vita sua e quella del figlio Nicola. Non è nota la data della sua morte.
Il fratello Palamede, schieratosi anch'egli dalla parte di Carlo III di Durazzo nella lotta contro Giovanna I, durante l'assedio di Napoli riuscì a far penetrare i Durazzeschi nella città (16 luglio 1381). Divenuto consigliere di Carlo III, ricevette da questo vari feudi nei pressi di Aversa, tra i quali Rosito e Calogenario. Il suo castello di Muro fu prescelto da Carlo per rinchiudervi la regina Giovanna. Una lettera della regina Maria di Bretagna ai Marsigliesi del 20 ag. 1385 presenta il B. come spietato carceriere, che avrebbe allontanato gran parte della servitù della regina, le avrebbe lesinato il cibo e le avrebbe tolto con violenza i pochi gioielli rimastile. Probabilmente fu implicato nell'assassinio della regina, che avvenne nel castello di Muro il 27 luglio 1382, ma nessuna testimonianza ci rimane a questo proposito. Dopo questo anno non si hanno più sue notizie.
Fonti eBibl.: G. B. D'Addosio, Somm. delle pergamene conservate nell'arch. della Real Casa dell'Annunziata di Napoli, Napoli 1889, p. 256; I Diurnali del Duca di Monteleone, in Rerum Ital. Script., 2 ediz., XXI, 5, a cura di M. Manfredi, pp. 26 s., 38, 64, 105; C. De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, Napoli 1654, pp. 298 s., III, ibid. 1671, p. 145; G. A. Summonte, Historia della città e Regno di Napoli, Napoli 1675, II, pp. 463, 485, 579; G. Petroni, Della storia di Bari..., I, Napoli 1857, pp. 441, 447; B. Candida Gonzaga, Mem. delle famiglie nobili..., I, Napoli 1875, pp. 132 s.; N. Faraglia, Storia della regina Giovanna II d'Angiò, Lanciano 1904, pp. 189, 204; E-G. Léonard, La captivité et la mort de Jeanne Ire de Naples, in Mélanges d'archéologie et d'histoire, XLI (1924), pp. 56 s., 75; A. Cutolo, Re Ladislao d'Angió-Durazzo, Napoli 1936, ad Indicem;E-G. Léonard, Les Angevins de Naples, Paris 1954, pp. 465 s.