BREVIO, Giovanni
Scrittore veneziano della prima metà del secolo XVI, prelato della corte di Roma e canonico di Ceneda, ebbe amicizia con P. Bembo, con G. Della Casa e con P. Aretino.
L'opera sua principale apparve in Roma nel 1545, presso Antonio Blado, col titolo: Rime e prose volgari. Le rime lo fanno annoverare fra la turba dei petrarchisti della sua età. Fra le prose si notano sei novelle molto licenziose e senza grande novità d'invenzione e abilità di racconto: la sesta, ch'è la più bella, diede fama alla raccolta per una complicata questione. Come è noto, il Machiavelli, morto nel 1527, si divertì a narrare la piccante Novella di Belfagor arcidiavolo: orbene questa novella, solo con qualche lieve variante formale, apparve nel 1545 fra le prose del Brevio come opera sua; di qui un lungo dibattito intorno alla sua vera paternità, la quale è ora generalmente attribuita al Machiavelli: sotto il nome di lui la novella uscì in luce in Firenze nel 1549 con altre sue scritture fornite dal figlio Guido.
Bibl.: G. Mazzuchelli, Scritt. d'Italia, II, iv, pp. 2080-82; C. B. Passano, Novellieri ital. in prosa, Torino 1878, pp. 147-48; G. Calligaris, A. F. Doni e la novella di Belfagor, Torino 1889; L. Di Francia, Novellistica, Milano s. a., pp. 686-692.