CACCIA, Giovanni (Giovanni da Novara)
Nacque a Novara verso la fine del XIV secolo. Entrò nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino e nel 1422 il generale dell'Ordine, Agostino Romano, lo inviò allo Studio agostiniano di Padova perché vi intraprendesse gli studi di teologia. Conseguito il magistero, nel 1431 gli fu affidato da Gerardo da Rimini l'incarico del primo lettorato di teologia presso il convento agostiniano riminese di S. Giovanni Evangelista. Nel 1434 tornò allo Studio di Padova come terzo lettore di teologia. Dopo aver ricoperto varie cariche nell'Ordine, divenne priore del convento milanese di S. Marco. Nel 1440 abbandonò questa carica per affiancarsi a Giovanni Rocco da Pavia nell'opera di riforma dell'Ordine che questi aveva intrapreso in quegli anni. Di questo movimento riformatore, teso a introdurre nella vita conventuale l'osservanza regolare, il C. fu, insieme con il Rocco e Giorgio da Cremona, uno dei principali fautori. Divenuto nel 1441 priore del convento agostiniano riformato di Crema, fu subito chiamato a Bergamo per introdurre l'osservanza regolare nel convento di S. Agostino di quella città; il C. vi si trasferì in quel medesimo anno, o, secondo altri, nel 1443.
A Bergamo egli svolse un'efficace opera di riforma religiosa e liturgica ed inoltre, indicendo pubbliche oblazioni, provvide al restauro e all'ampliamento degli edifici del convento. Presso questo convento, sotto gli auspici del C., di cui furono discepoli, entrarono nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino Giacomo Filippo Foresti e Ambrogio Calepino.
Il C. partecipò nel 1449 in qualità di diffinitor religionis al capitolo dei frati dell'osservanza regolare che si tenne a Montespecchio; in questo capitolo assunse precisa fisionomia la Congregazione dell'osservanza di Lombardia che comprendeva allora i conventi agostiniani di Bergamo, Crema, Cremona, Como, Genova e Milano. Il C. prese parte assai attiva alla vita di questa congregazione: ricoprì la carica di diffinitor religionis in molte delle riunioni capitolari a cui partecipò, presiedette i capitoli degli anni 1461, 1462 e 1464, fu eletto vicario generale della congregazione nel capitolo di Milano del 1450, e questa carica gli fu nuovamente conferita nel 1457 da un altro capitolo milanese. Il C., inoltre, nel 1454, fu priore del convento dell'Incoronata di Milano e nel 1456 del convento di Crema. Il capitolo di Tortona del 1454 gli affidò l'incarico di presiedere alla prosecuzione dei lavori di costruzione del convento femminile di Crema di cui gli venne poi affidata la cura spirituale.
Morì il 14 sett. 1466 nel convento di Bergamo, ove fu sepolto. Ritenuto beato dai fedeli mentre era ancora in vita, il C. è considerato tale anche dai biografi ufficiali dell'Ordine.
Il Calvi ricorda che il C. compose alcuni "divotissimi componimenti" e una orazione funebre in latino per Mazzuolo Sardi, consigliere di Bergamo. Il Possevino e l'Elsen affermano che il C. "supplementum Chronicorum reliquit"; il Cotta riporta questa affermazione formulando, sebbene in tono fortemente dubitativo, l'ipotesi che il Foresti, autore di un Supplementum Chronicarum, abbia plagiato l'opera del maestro. Assai dubbiosi circa il plagio del Foresti nei confronti del C. si mostrano anche il Giorn. dei lett. d'Italia (X [1712], p. 242) e Michelangelo Zorzi in una lettera a Niccolò Coletti. La notizia della composizione di un Supplementum Chronicarum da parte del C. non è peraltro registrata da alcuno dei biografi dell'Ordine che ne narrano la vita.
Fonti e Bibl.: I. F. Foresti Supplem. supplementi Chronicarum, Venetiis [1513], c. 294v; M. A. Sabellico, Rapsodiae Historiarum Enneadum, Parisis [1513], II, Enn. X, lib. IV; B. Peregrino, Opus divinum de sacra ac fertili bergomensi vinea, II, Brixiae 1553, cc. 32r, 33v; G. B. Piotti, Repetitio prima, Venetiis 1577, ad Indicem,sub voce Novaria; G. Panfilo, Chronica Ordinis fratrum eremitarum Sancti Augustini, Romae 1581, c. 80r; A. Possevino, Apparatus sacer ad scriptores Veteris et Novi Testamenti, II, Venetiis 1606, p. 233; M. Muzio, Delle reliquie insigni di Bergamo, III, Bergamo 1616, pp. 51 s.; M. Cruesen, Monasticon Augustinianum, Monachii 1623, p. 569; T. Herrera, Alphabetum augustinianum, Matriti 1644, pp. 386 s.; P. Elsen, Encomiasticon augustinianum, Bruxellis 1654, p. 358; L. Torelli, Ristretto delle vite, Bologna 1647, p. 349; D. Calvi, Memorie istoriche della congregazione osservante di Lombardia dell'Ordine eremitano di Sant'Agostino, I, Milano 1669, pp. 13, 25-35, 55, 60-62, 64, 70, 73, 77 s., 84 s., 88-91, 94; L. Torelli, Secoli agostiniani, VI, Bologna 1680, pp. 52, 720 s., 784, 800; VII, ibid. 1682, pp. 14, 49, 152 ss.; L. A. Cotta, Museo novarese, Milano 1701, nn. 65, 338 (recensione in Giorn. dei letter. d'Italia, X [1712], p. 242); M. A. Zorzi, Lettere erudite..., Padova 1726, pp. 280 s.; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Modena 1776, II, 2, pp. 20 ss.; J. F. Ossinger, Bibliotheca augustiniana, Ingolstadii et Augusta Vindelicorum 1768, pp. 634 s.; D. A. Perini, Bibliogr. augustiniana, III, Firenze 1935, pp. 27 s.; E. Pianetti, Fra' I. F. Foresti..., in Bergomum, XIII (1939), pp. 148 s.