CAFFARELLI, Giovanni
Nacque con ogni probabilità a Roma nell'ultimo decennio del sec. XIV o nel primo del successivo.
Mancano notizie su di lui sino al 1422, quando, in un documento citato dal Masini (il quale peraltro ci avverte che il nome del C. compare anche in altri documenti di cui però non è fornita alcuna indicazione), lo si dice canonico di S. Maria Maggiore in Roma. Quattro anni dopo egli ricopriva la carica di thesaurarius a Perugia. Verso la fine del 1427 il papa lo nominava vescovo di Forlì; il C. prese possesso della sua sede il 1º settembre (secondo gli Annales forolivienses)o il 1º dicembre (stando a Girolamo da Forlì). Il 23 luglio 1429 Martino V lo nominava vicario del legato di Bologna Lucido Conti, conservandogli, peraltro, il vescovato forlivese. Nell'aprile dell'anno successivo il Conti lasciava la città affidando pieni poteri al Caffarelli. Il 17 settembre dello stesso anno questi presenziava agli accordi tra il nuovo legato Niccolò Acciopaci, vescovo di Tropea, e i Bolognesi. Quando in seguito l'Acciopaci lasciò Bologna, il C. non dovette agire con la necessaria accortezza tra le intricate fila della politica bolognese, né seppe imporsi ai capi delle maggiori famiglie cittadine (i Canetoli, gli Zambeccari e i Griffoni) le quali, dopo pochi mesi dalla partenza da Bologna del legato pontificio, costrinsero il C. ad abbandonare la città. All'inizio dell'estate del 1430 il C. fu nominato vicelegato di Perugia, città dove egli aveva già esercitato le funzioni di thesaurarius e dove probabilmente la conoscenza della situazione cittadina e i legami stretti in quel periodo dovevano permettergli di muoversi con minori difficoltà tra le opposte fazioni. Il C. entrò a Perugia il 13 ag. 1431.
La mancata residenza del C. nella sua diocesi, resa necessaria dall'espletamento delle sue funzioni di vicelegato prima a Bologna, poi a Perugia, infastidiva i Forlivesi, i quali inviarono a Eugenio IV un'ambasceria per chiedergli la nomina di un nuovo vescovo; e sembra che lo stesso C. favorisse l'iniziativa dei cittadini in questa prima fase. La richiesta non ebbe però seguito, e nell'ottobre 1433 il C. era ancora titolare della diocesi forlivese. Ma nel dicembre la situazione era cambiata, perché il C. non desiderava più abbandonare la diocesi, mentre Antonio Ordelaffi sosteneva decisamente la richiesta di un nuovo vescovo avanzata dai suoi sudditi. Alla fine del mese i Forlivesi si ribellarono apertamente alla Chiesa e all'autorità episcopale e con l'approvazione dell'Ordelaffi elessero vescovo Guglielmo Bevilacqua, agostiniano del convento di S. Giovanni di Rimini. Il C., il quale era tornato precipitosamente da Perugia al primo delinearsi di questa burrascosa e grave situazione, venne costretto ad abbandonare la città.
Per tutto il 1434 egli rimase lontano da Forlì, probabilmente a Perugia. Al principio dell'estate 1435 si iniziarono le trattative di pace di Eugenio IV, entrato in lotta al fianco di Veneta contro i Visconti, alleati dell'Ordelaffi. Le richieste papali ai Forlivesi prevedevano tra l'altro il ritorno del C. alla cattedra forlivese; ma l'Ordelaffi resisteva e le trattative si protrassero per lungo tempo. Finalmente il 16 dic. 1435 il C. riprese possesso della sua diocesi; ben presto però lasciò nuovamente la città nominando suo vicario il camaldolese Bartolomeo priore di S. Giovanni Evangelista. Ignoriamo quale sia stata la reazione dei Forlivesi, ma sappiamo che il C. rimase ufficialmente, in carica sino al suo trasferimento alla sede di Ancona.
Vescovo di Ancona dal 1437, l'anno dopo il C. fu delegato dal papa a partecipare al concilio di Ferrara. L'anno seguente intervenne presso il papa a favore di Ancona nella contesa che era sorta tra questa città e quelle di Osimo e Recanati per il governo di Castelfidardo e Offagna.
Sembra questa l'ultima notizia in nostro possesso sull'attività del C., che rimase vescovo di Ancona sino alla morte, avvenuta nell'aprile 1460.
Fonti e Bibl.: Cronaca del Graziani, a cura di A. Fabbretti, in Arch. stor. ital., XVI(1850), 1, p. 356; L. Cobelli, Cronache forlivesi, a cura di G. Carducci-L. Frati, Bologna 1874, pp. 182, 187; Giovanni di M. Pedrino depintore, Cronaca del suo tempo, a cura di G. Borghezio-M. Vattasso, Città del Vaticano 1929, pp. 165, 218 s.; Annales forolivienses, in Rer. Italic. Script., 2 ed., XXII, 2, a cura di G. Mazzatinti, p. 89; Fratris Hieronymi de Forolivio Chronicon,ibid., XIX, 5, a cura di A. Pasini, p. 48; C. Ghirardacci, Historia di Bologna, ibid., XXXIII, 1, a cura di A. Sorbelli, pp. 19, 21; Bibl. Apost. Vat., Ottob. lat.2549: D. Jacovacci, Repertori di famiglie, II, c.19; G. Saracini, Notizie istoriche d'Ancona, Roma 1575, p. 526; C. Cartari, Advocatorum Sacri Consistorii Syllabum, Alma in Urbe 1656, p. XXXV; P. De Angelis, Historia basilicae S. Mariae Maioris de Urbe, Roma 1621, p. 42; P. Pellini, Historia di Perugia, Venezia 1664, II, p. 324; A. P. Masini, Bologna perlustrata, Bologna 1666, III, p. 169; S. Marchesi, Supplemento istorico all'antica città di Forlì, Forlì 1678, pp. 395, 398, 405; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, Venetiis 1717, I, col. 38; II, col.582; G. Speciali, Not. istor. de' santi protettori della città d'Ancona, Venezia 1759, p. 118; M. Buglioni, Istoria del convento di S. Francesco, Ancona 1796, pp. 174-175; A. Peruzzi, Storia d'Ancona, Pesaro 1835, II, p. 305; Id., La Chiesa anconitana, Ancona 1845, pp. 113-114; P. Partner, The Papal State under Martin V…, London 1958, p. 172 n. 15; M. Natalucci, Ancona attraverso i secoli, I, Città di Castello 1960, p. 56; C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, p. 253; II, ibid. 1914, p. 87.