CANESTRINI, Giovanni
Nacque da Giuseppe e da Silvia De Carneri a Revò (Trento) il 26 dicembre del 1835. Studiò dapprima a Gorizia e a Merano, successivamente frequentò l'università a Vienna ove si laureò, nel 1861, in filosofia e in scienze naturali. Già prima di laurearsi era impegnato nello studio dei pesci e aveva tenuto, per un anno, il posto di aiuto presso il Museo di storia naturale di Genova. Appena laureato, fu nominato dottore aggregato alla facoltà di scienze di Genova; nel 1862 ordinario di storia naturale nell'università di Modena; nel 1869 (in seguito al riordinamento dell'ateneo dopo l'annessione del Veneto al Regno d'Italia) ordinario di zoologia, anatomia e fisiologia comparata a Padova. In questa città insegnò per trentuno anni svolgendo una intensa opera di ricerca, di magistero e di organizzazione. Nel 1882 vi fu eletto consigliere comunale e fu riconfermato in successive elezioni.
Morì il 14 febbr. 1900 a Padova.
Le caratteristiche essenziali del C. furono quelle di un geniale ricercatore e di un grande animatore e suscitatore di entusiasmi. A Modena fondò la Società dei naturalisti modenesi, a Padova la Società veneto-trentina di scienze naturali, si occupò con concreti successi di legislazione venatoria e della regolamentazione della pesca adriatica, fondò nel proprio istituto a Padova il primo laboratorio batteriologico d'Italia conducendovi ricerche pionieristiche e originali e dando alle stampe, col fratello Riccardo, un apprezzato manuale (Batteriologia, Milano 1896); tradusse e lanciò in Italia le opere di Ch. Darwin, sostenendo e diffondendo l'essenza del suo pensiero scientifico.
Fu certamente fra i primi a difendere, dalla cattedra, l'evoluzionismo. In un primo volume - La teoria dell'evoluzione esposta nei suoi fondamenti, Torino 1887 - condensòi principî essenziali del pensiero darwiniano, cercando di modellarlo in una forma piana, accettabile per il grosso pubblico, e molto insistendo sull'origine animale dell'uomo. Nel 1894 pubblicò, a Torino, una seconda opera, Per l'evoluzione. Recensioni e nuovi studi, testimone di un più maturo pensiero, nella quale si impegnò criticamente cercando di inquadrare il contributo degli italiani nell'intricata questione, inserendo nell'evoluzionismo le sue esperienze di batteriologo, scrivendo anche un capitolo sull'evoluzione delle società umane. Questo libro è interessante soprattutto per il valore di cronaca che assume, costituendo un vivace documento sull'accoglienza che l'Italia fece al darwinismo. Nelle dissertazioni scientifiche c'è però una singolare confusione, al punto che a più riprese si cerca di dimostrare l'ereditarietà dei caratteri acquisiti, chiamandola poi in causa a sostegno dell'evoluzione per selezione naturale.
Come ricercatore il nome del C. è legato a una prima serie di ricerche sui pesci, ricerche che divulgò anche in libri di sintesi assai importanti, e soprattutto alla acarologia, di cui gettò praticamente le basi compiendo un imponente lavoro di revisione e di catalogazione. In questo settore egli lasciò una opera conclusiva fondamentale (il Prospetto dell'Acarofauna italiana comparso fra il 1885 e il 1899) e avviò alla ricerca numerosi allievi destinati a grandi risultati: il fratello Riccardo, Antonio Berlese, Filippo Fanzago, e altri ancora. Si occupò anche con successo di preistoria, studiando gli oggetti rinvenuti nelle terremare del Modenese, nelle necropoli atesine, nell'estuario veneto. Passato quindi alla craniologia, compì studi sui resti di celebri personaggi quali quelli del Petrarca, Ambrogio Fusinieri, ecc. Gettò le basi per l'insegnamento in Italia dell'antropologia, istituendo a Padova la prima cattedra di questa materia. Dette anche molta importanza ai problemi pratici: studiò la biologia della fillossera, alcune questioni di apicoltura e la situazione dei banchi coralliferi italiani, dando alle stampe manuali pratici apprezzatissimi.
Tra le opere principali ricordiamo: in collaborazione con L. Salimbeni: Carlo Darwin. Sull'origine delle specie per elezione naturale, prima traduzione col consenso dell'autore, Modena 1865; Oggetti trovati nelle terremare del Modenese, in Arch. per la zool.,l'anatomia e la fisiologia, IV (1866), pp. 1-28; Origine dell'uomo, Milano 1866; Catalogo dei pesci d'acqua dolce d'Italia, in Arch. d. Soc. dei naturalisti di Modena, I (1866), pp. 73-90; Compendio di zoologia e anatomia comparata, I, Vertebrati, Milano, 1869; II, Molluschi ed Artropodi, ibid. 1870; in coll. con P. Pavesi: Catalogo sistematico degli Araneidi italiani, Milano 1870; Compendio di zoologia ed anatomia comparata, III, Vermi ed infimi animali, Milano 1871; Pesci d'Italia, in L'Italia sotto l'aspetto politico,fisico,ecc., Milano 1872; Le ossa di Francesco Petrarca, in Atti della Società veneto-trentina di scienze naturali, III (1874), pp. 65-142; Prime nozioni di antropologia, Milano 1878; La Fillossera. Lezione popolare... raccolta da R. Canestrini, Padova 1880; Apicoltura, Milano 1880; Commemorazione di Carlo Darwin, Padova 1882; Il corallo in Italia, in Nuova Antol., 16 dic. 1882, pp. 7-16; Prospetto dell'Acarofauna italiana, 8 voll., Padova 1885-1899; Cenni sugli avanzi animali della palafitta di Arquà, in Bull.di paleontologia ital., XIV (1888), 11-12, pp. 197-204.
Il C. ebbe un rilevante influsso nella vita politica, specie nella sua terra d'origine, ma più per la sua dottrina e per ciò che rappresentò nel mondo culturale, che per la sua attività diretta. Fu tuttavia candidato nel 1882 nel collegio di Padova II, proposto dalla Società progressista popolare, di cui era presidente. Ma, pur avendo ottenuto numerosi suffragi, restò superato dal candidato del partito moderato al quale aveva opposto un programma fondato su un liberalismo arditamente democratico e accesamente laico, sino a giungere a un aperto anticlericalismo. Al di là di questo suo modesto impegno nella vita politica attiva, va appunto rilevato il sensibile influsso che il suo pensiero ebbe, oltre che negli studi scientifici specifici, nella cultura del tempo, tanto che la sua persona venne elevata a simbolo della lotta per la libertà della scienza, della persona umana, delle nazioni, contro il conservatorismo chiesastico e politico. Egli fu uno schietto e intransigente rappresentante della cultura positivistica della seconda metà del sec. XIX, il cui spirito si esprimeva nella costante e polemica contrapposizione della scienza alla fede; e indicava nella prima il fondamento sicuro di ogni palingenesi dell'uomo e della società, e nella seconda l'irrazionale vischiosità al passato. L'Impero degli Asburgo che manteneva la sua dominazione sul Trentino anche dopo le grandi speranze del '66 e che concretava, specialmente nella regione tirolese alla quale il Trentino era amministrativamente legato, l'esempio tipico di sopravvivenza di un governo pressato dal clericalismo, appariva perciò agli occhi del C. il simbolo della schiavitù nazionale e culturale.
Nel luglio del 1878, espulso dall'Impero, si stabilì definitivamente a Padova, ove fondò una sezione della "Dante Alighieri" e la Società degli studenti trentini, raccogliendo intorno a sé gli studenti provenienti dalle terre irredente. Da allora fu assunto come leader ideale dalla gioventù studentesca trentina, liberale, democratica e socialista.
La sua morte venne a cadere in un periodo della vita politica trentina particolarmente agitato a causa delle lotte per la questione nazionale e del conflitto tra laicismo e confessionalismo sostenute dai partiti liberale, conservatore-clericale e socialista. A rammentare pubblicamente gli ideali che il C. aveva impersonato, fu eretta in Trento il 14 sett. 1902 un'erma, nella stessa piazza dove si inalzava già il monumento a Dante. All'erezione del busto marmoreo si oppose allora il silenzio o la censura di quanti nel C. vedevano soprattutto il materialista evoluzionista e il massone. L'anno dopo l'erma fu trovata sfregiata, e ciò provocò una nuova violenta polemica.
U. Corsini
Bibl.: A G. C. nel giorno anniv. della sua morte, Catania 1901; P. Buffa, G. C., in Atti d. Soc. ven-trent. di scienze naturali, s.2, IV (1907), pp. 1-7; P. Lioy, G. C., in Atti d. R. Istit. ven. di scienze,lettere ed arti, LXII (1902-1903), pp. 46-67; U. D'Ancona, L'opera di G. C. nella zoologia del suo tempo, in Quaderni pro cultura, II, Trento 1950, pp. 5-20; G. Monteleone, La riforma elett. e le elez. polit. a Padova nel 1882, in Rass. di polit. e st., XI (1965), pp. 334, 372 s., 375.
Baccetti-U. Corsini