CANTELMO, Giovanni
Unico figlio maschio di Restaino, conte di Popoli, e di Giovannella Carafa, nacque probabilmente a Popoli tra la fine del 1513 e gli inizi del 1514. Dopo l'infanzia trascorsa, per morte del padre assassinato nel settembre 1514, sotto la tutela della madre e dello zio, cardinale Carafa - il futuro Paolo IV -, il C. già nel 1529 iniziava la carriera delle armi al servizio dell'imperatore Carlo V. Nel 1535 prese parte all'impresa di Tunisi e l'anno successivo si mise in luce durante la spedizione in Provenza. Nel 1539 fu governatore della provincia napoletana di Principato Citra e nel 1541 fu capitano generale nella provincia di Abruzzo, dove rimase per dodici anni. In questo periodo sposò Porzia Colonna, figlia di Girolamo e nipote del cardinale Pompeo Colonna, viceré di Napoli. Nel 1553 prese parte alla campagna di Siena con il grado di comandante della cavalleria del Regno di Napoli. Nel 1555, eletto al pontificato Paolo IV, ottenne il comando dell'esercito della Chiesa. Durante la crisi tra il pontificato carafiano e il Regno di Napoli, l'atteggiamento del C., nettamente favorevole agli Spagnoli, indusse Paolo IV a privarlo della carica. Ritornato il C. a Napoli, il viceré duca d'Alba lo compensò della carica perduta a Roma con quella di luogotenente generale e comandante della cavalleria del Regno. Conclusa la pace nel 1557, la sua fedeltà fu premiata da Filippo II con il titolo di duca sulla contea di Popoli, l'investitura della contea di Ortona e la carica prestigiosa e redditizia - 1.100 ducati annui - di membro del Supremo Consiglio Collaterale, la più elevata magistratura del Regno.
Amante delle lettere, mecenate generoso, il C. fu a sua volta autore di numerose rime, in gran parte perdute; rimane a stampa La psiche, opera pubblicata postuma all'Aquila nel 1566.
Morì nel 1560 proprio quando Filippo II, esaudendo antiche richieste del C., lo chiamava a ricoprire la prestigiosa carica di viceré di Sicilia. Dal suo matrimonio con Porzia Colonna ebbe tre figli maschi, che gli premorirono.
Fonti e Bibl.: Lodi di dame napol. del secolo XVI dall'"Amor prigioniero" di M. Di Leo, a cura di G. Ceci-B. Croce, Napoli 1894, p. 40; M. Sanuto, Diarii, XLVII, Venezia 1897, coll. 166, 168; S. Mazzella, Descrittione del Regno, Napoli 1601, p. 526; P. Vincenti, Historia della famiglia Cantelma, Napoli 1604, pp. 64 s.; C. De Lellis, Famiglie nobili del Regno di Napoli, Napoli 1654, I, p. 142; G. Campanile, Notizie di nobiltà, Napoli 1672, p. 53; N. Toppi, Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli, Napoli 1678, p. 169; M. Crescimbeni, Commentari intorno all'istoria della volgar poesia, Venezia 1730, IV, p. 104; A. Summonte, Historia, IV, Napoli 1750, p. 283; B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1752, III, 2, p. 246; G. Baruffaldi, Rime serie e giocose, Ferrara 1786, I, p. 320; P. Litta, Le famiglie celebri d'Italia,sub voce Cantelmi di Napoli, tav. II.