BOSCHI, Giovanni Carlo
Nato a Faenza il 9 apr. 1715 da nobile famiglia, fece i primi studi presso lo zio Giovanni Boschi, canonico e arciprete della cattedrale. Inviato a Roma nel 1725, frequentò il Collegio Clementino fino al 1732, passando quindi alla Pontificia Accademia dei nobili ecclesiastici, ove fu convittore fino al 1737 per acquisire la preparazione necessaria alla carriera prelatizia. Distintosi per capacità e dottrina con la pubblicazione della dissertazione De apostolica B. Petri cathedra (Romae 1740) e dell'orazione In funere Caroli VI Romanorum regis (Romae 1740), il B. fu accolto da Benedetto XIV tra i membri dell'Accademia di storia ecclesiastica. Nel 1743 divenne abbreviatore della Curia, ponente della Consulta, prelato dell'Immunità ecclesiastica e chierico di camera; nel 1744 canonico di San Pietro. Il 5 marzo 1746 fu ordinato sacerdote e il 20 giugno conseguì la laurea in utroque iure alla Sapienza, divenendo referendario delle Due Segnature. Molto apprezzato da Benedetto XIV, collaborò con lui alla stesura del De synodo dioecesana e fu nominato nel marzo 1754 segretario dei Brevi e nel 1757 consultore dei Sacri Riti e della congregazione concistoriale. Creato da Clemente XIII segretario della Cifra e poi maestro della Camera apostolica, il B. fu dallo stesso papa consacrato a Castelgandolfo il 5 ott. 1760 arcivescovo titolare di Atene, divenendo il 31 ottobre assistente al soglio pontificio. Promosso cardinale, con il titolo dei SS. Giovanni e Paolo il 21 luglio 1766, fu nominato l'anno dopo penitenziere maggiore, prefetto della Congregazione deputata della correzione dei libri della Chiesa orientale e membro delle congregazioni del S. Uffizio, Propaganda Fide, Riti, Concistoriale, Indice, Esame dei vescovi. Ritenuto dalle corti borboniche filo-gesuita per avere collaborato nel 1765 alla stesura del breve Apostolicum pascendi di Clemente XIII in favore della Compagnia e per gli stretti rapporti che lo legavano ai cardinali Torregiani, Rezzonico e Castelli, il B. fu escluso dalle trattative del 1768 per l'"affare" di Parma. Nel conclave del 1769, dopo aver sostenuto la candidatura Pozzobonelli, patrocinata dagli "zelanti", contribuì a sbloccare la situazione confluendo, insieme con altri, sul Ganganelli. Rimasto in ombra durante il pontificato di Clemente XIV (1769-1774), nel conclave del 1774-1775 il B., sostenuto dal gruppo guidato dal Rezzonico (zelanti), aveva buone possibilità di successo, ma le corti esercitarono contro di lui l'"esclusiva". Eletto Pio VI, il B. ebbe durante il suo pontificato alcuni incarichi di primo piano.
Nel 1776 gli fu affidato il compito di negoziare con il governo di Modena alcune modifiche al codice emanato nel 1771 e ritenuto lesivo dell'immunità ecclesiastica. Le trattative, condotte con il plenipotenziario modenese mons. F. Carandini, sembrarono avviarsi favorevolmente per la Santa Sede nonostante una certa rigidità del B. nella difesa dei beni patrimoniali del clero e nella richiesta di soppressione della giunta di giurisdizione; ma la morte di Francesco III e l'ascesa al trono di Ercole III (1780), più fermo nella difesa dell'autorità statale, fecero fallire il negoziato.
Notevole fu anche l'intransigente attività che il B. esplicò contro ogni tentativo innovatore in campo dottrinale, particolarmente nella severa revisione dei catechismi di Vienna del 1773 e 1776, e di quello di Milano (opera del card. Pozzobonelli) che, esaminato a Roma nel 1778, fu censurato dal B. perché discordante in alcuni punti dal catechismo romano e inesatto nelle espressioni.
Il B., che il 20 sett. 1784 aveva optato per il titolo cardinalizio di S. Lorenzo in Lucina, morì a Roma il 6 sett. 1788.
Fonti eBibl.: Arch. Segreto Vaticano, Miscell. Arm. I, fasc. 224; Novelle letterarie (Firenze), II (1741), col. 222; Notizie per l'anno 1769, Roma 1769, pp. 48, 107; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edificii di Roma, V, Roma 1874, p. 143; Epist. di Vincenzo Monti, a cura di A. Bertoldi, I, Firenze 1928, pp. 74 s., 87, 91, 93, 106, 113, 131, 146, 160, 286, 289; VI, ibid. 1931, pp. 419, 428; Lettere ined. di Gaetano Marini, a cura di E. Carusi, II, Città del Vaticano 1938, pp. 57, 73, 259, 299; III, ibid. 1940, p. 25; Carteggi di giansenisti liguri, a cura di E. Codignola, I, Firenze 1941, pp. XXVI n. 4, 390 n. 3; III, ibid. 1942, p. 693; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, p. 1821; G. B. Mittarelli, De literatura Faventinorum, Venezia 1775, col. 30; V. Zucchini, Pe' solenni funerali di S. E. il card. G. C. B. patrizio faentino, Faenza 1788; O. M. Paltrinieri, Elogio del nobile e pontificio Collegio Clementino di Roma, Roma 1795, pp. XXIII s.; F. Petruccelli della Gattina, Histoire diplom. des conclaves, III, Paris 1866, pp. 174, 194, 212-214, 222, 225 s., 234; A. Montanari, Gli uomini illustri di Faenza, I, Faenza 1882, pp. 29 s.; F. Procaccini di Montescaglioso, La Pontificia Accad. dei Nobili Ecclesiastici, Roma 1889, p. 53; P. Savio, Devozione di mgr. Adeodato Turchi alla Santa Sede, Roma 1938, pp. 25 ss.; E. Dammig, Il movimento giansenista a Roma nella seconda metà del sec. XVIII, Città del Vaticano 1945, pp. 222, 309; L. von Pastor, Storia dei Papi, XVI, 1, Roma 1953, pp. 479, 497, 935, 943, 946, 1026; XVI, 2, ibid. 1954, pp. 9, 24, 26 s., 59, 83, 243, 404; XVI, 3, ibid. 1954, pp. 7, 257; A. Vecchi, Correnti relig. nel Sei-Settecento veneto, Venezia-Roma 1962, p. 444; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, VI, Patavii 1958, pp. 23, 105; G. Moroni, Diz. di erud. stor.-eccles., VI, p. 64 e ad Indicem; Dict. d'Histoire et de Géogr. Ecclés., IX, col. 1305.