CAROBIO, Giovanni
Figlio di un Marziale, nacque a Nembro (Bergamo) nel 1691.
Le conoscenze sull'artista, se si escludono le guide locali che enumerano suoi dipinti, sono per ora fondate solo sulla "vita" dedicatagli dal Tassi nel volume postumo edito nel 1793, e sulla ricognizione delle opere fatta dal Pinetti nell'Inventariodella Provincia di Bergamo del 1931. Da quest'ultimo tuttavia è impossibile ricavare un convincente profilo del C., tante sono le opere attribuitegli erroneamente per un'interpretazione troppo estensiva delle affinità di stile e delle scarse notizie pervenuteci. Mentre se si parte da quanto sussiste dell'opera indicata dal Tassi e si vagliano le diverse attribuzioni con confronti più rigorosi, si ottiene un corpus che potrà essere integrato, ma fin d'ora ci designa un artista che, se non fu di altissima qualità, fu interprete dignitoso della pittura in provincia di Bergamo, aggiornato e aperto a vane sollecitazioni e con alcune caratteristiche proprie di notevole interesse.
Dal Tassi si hanno le seguenti notizie biografiche: apprese la pittura a Brescia dal ventunesimo al ventiseiesimo anno di età; si stabilì quindi a Bergamo in Borgo S. Leonardo fino a circa il 1728 e dopo a Nembro fino alla fine della vita.
A Brescia il C. vide all'opera tra gli altri Pietro Avogadro e Antonio Cappello, i quali continuavano la tradizione secentesca, di sostanza bolognese, appena confrontandola con le esigenze nuove della decorazione e con l'affermarsi dei veneti. A Bergamo, nei primi anni in cui vi risiedette, il C. mantenne un simile atteggiamento: è un periodo in cui appresta grandi tele, macchinose per impianto, di forte contrasto disegnativo e chiaroscurale, con personaggi truci e santi teatralmente esagitati.
Sono esemplari i due Miracoli di s. Nicolò nel Carmine a Bergamo, le due Storie di s. Giovanni Battista nella chiesa di Telgate, la Caduta di Simon Mago e la Decapitazione di s. Paolo in S. Pietro di Tagliuno. Un fare più tornito e un ombreggiare più morbido segnano il recupero della tradizione bolognese in chiave più avanzata, nel Martirio di s. Lorenzo nella chiesa del santo a Bergamo, nella Morte di s. Martino, nell'Incontrocon la regina e nella Distruzione degli idoli nella parrocch. di Cenate d'Argon, e nella Crocifissione in S. Sebastiano di Nembro. Le tele di S. Michele ad Alzano, con l'Arcangelo (datata 1724), la Cacciata degli angeli ribelli, la Processione di s. Gregorio, la Madonna del Carmine, dicono di una svolta negli orizzonti culturali del C. che mostra acquisire insieme la lezione di più ricco respiro di Sebastiano Ricci e di materia modellata e morbida di Marcantonio Franceschini. Si tratta forse di stimoli raccolti sull'occasione o mediati da altri. Tuttavia, su questi impulsi, cui non fu estraneo il Balestra, che appunto univa insieme tradizione bolognese e veneta, si arriva alle ammirevoli tele con l'Annunciazione e l'Adorazionedei Magi della Trinità di Grumello. La luminosità accentuata che i veneziani portano nelle province più occidentali della Repubblica incide ormai fortemente sul C., e lo dimostrano ad esempio le sei tele con la Vita della Vergine nella chiesa del Giglio di Gromosone di Nese e i Misteri del Rosario nella chiesa dei SS. Giacomo e Filippo a Selvino, dove si fa avanti una vena di delicato naturalismo, esile ma sincera. Tra le ultime opere del C. sono la pala con la Vergine e cinque santi in S. Rocco a Vertova e i Misteri del Rosario della parrocchiale, ricchi di atmosfera e tra i migliori esempi della sua attitudine ad operare in figure piccole, già indicata dal Tassi.
Da questo percorso rimangono fuori alcune tele date al C. dal Tassi quali la Moltiplicazione dei pani della chiesa di S. Bernardino in Borgo a Bergamo e la Crocifissione e la Deposizione della Madonna del Pianto ad Albino. Sono uscite certamente dalla sua bottega; ma l'impianto che salda i personaggi al terreno, la materia modellata e chiara, i modi di pieno Settecento fanno pensare alla realizzazione di un collaboratore, che fu forse il figlio Marziale. Di questo autore paiono anche il S.Giuseppe e il figlio e la S. Anna e Maria bambina della chiesa di Tagliuno, e i Misteridel Rosario in S. Pietro Martire ad Alzano.
Ad un figlio, Marziale, pure pittore, che nel 1736 viveva a Bergamo, il Tassi attribuisce due Miracoli di s. Nicola già nella cappella omonima di S. Agostino a Bergamo. Un altro figlio Pietro è ricordato dal Fornoni (Pittori bergamaschi)come paesaggista.
Il C. morì a Nembro il 29 marzo 1752.
Altre opere del C. sono: Alzano, S. Lorenzo: S. Antonio abate (1743), Misteri del Rosario;ibid., S. Maria della Pace: Natività e Presentazione di Maria Vergine;ibid., S. Martino: S.Luigi Gonzaga, S. Giovarmi Nepomuceno;Bergamo, S. Alessandro della Croce: S.Mauro, S. Francesco;ibid., monache di S. Benedetto: Crocifissione;ibid., S. Lazzaro: S.Mauro con s. Antonio da Padova;Brescia, SS. Faustino e Giovita: Riscatto degli schiavi;Cavernago, parrocchiale: Misteri del Rosario;Nese, S. Giorgio: Decapitazione del santo (con largo intervento della bottega); ibid., parrocchiale di Gromosone: tre piccole storie bibliche (con interventi di bottega); Ponte San Pietro, parrocchiale: Caduta di Simon Mago, Martirio di s. Pietro, Decapitazione di s. Paolo (con interventi di bottega); Scanzo, S. Alessandro: La Vergine con s. Alessandro e due santi;Serina, chiesa della Trinità: La Vergine con s. Pietro e tre santi;Tagliuno, S. Pietro: S. Agata, S. Apollonia.
Fonti e Bibl.: F. Bartoli, Le pitt., scult. e archit. delle chiese e altri luoghi pubbl. di Bergamo, Venezia 1744, pp. 9, 10, 14, 16, 17, 30, 45; A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo, Bergamo 1775, pp. 39, 73, 77, 93, 95, 97, 150, 156; F. M. Tassi, Vite dei pittori… bergamaschi (1793), a cura di F. Mazzini, I-II, Milano 1969-70, ad Indicem;C. Marenzi, La pittura in Bergamo, Bergamo 1822, pp. 16, 21, 34, 45, 53; Id., Il servitore di piazza della città di Bergamo, Bergamo 1825, pp. 6, 7, 13, 35, 36, 42, 43, 57, 59, 60; P. Locatelli, Illustri bergamaschi, Bergamo 1869, II, p. 425; E. Fornoni, Alzano Maggiore, Bergamo 1913, pp. 16, 27, 28; Bergamo, Curia arcivescovile: E. Fornoni, Pittori bergamaschi, ms., pp. 35-36; Inventario degli oggetti d'arte in Italia, A. Pinetti, Provincia di Bergamo, Roma 1931, ad Indicem; Catalogo delle cose d'arte e antichità d'Italia, A.Morassi, Brescia, Roma 1939, p. 210(con bibl. prec.); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 24.