CECCHI, Giovanni
Nacque a Firenze da Francesco di Neri, probabilmente nel primo quarto del sec. XV. Esercitò la professione di notaio, come attestano gli atti da lui rogati tra il 1477 e il 1480 e conservati all'Archivio di Stato di Firenze. La carica pubblica più importante da lui ricoperta sembra essere stata quella di notaio della Signoria per il quartiere di San Giovanni nel 1453. Non di sponiamo di notizie sulla vita familiare e sulla data di morte.
Il nome del C. sarebbe rimasto nell'oscurità degli elenchi dei fiorentini che ricoprirono pubblici uffici se il Milanesi non avesse pubblicato, oltre un secolo fa, la sua relazione sul viaggio di un'ambasceria fiorentina in Francia, conservata nel registro dell'Archivio di Stato di Firenze, Legazioni e Commissarie, Missive e Responsive, 52 (G. Milanesi, Il viaggio degli ambasciatori fiorentini al re di Francia nel MCCCCLXI descritto da Giovanni di Francesco di Neri Cecchi loro cancelliere, in Arch. stor. ital., s.3, I [1865], 1, pp. 4-62). Il resoconto del C. si riferisce alla missione compiuta dall'arcivescovo di Pisa Filippo di Vieri de' Medici, da Bonaccorso di Luca Pitti e da Piero de' Pazzi, che la Signoria inviò a Luigi XI, da poco asceso al trono, nell'ottobre 1461.Lo scopo dell'ambasceria era quello di sondare le nuove direttive della politica francese nei confronti dell'Italia; le istruzioni impartite il 20 ott. 1461alla delegazione fiorentina vietavanoqualsiasi impegno immediato col sovrano e raccomandavano di porre l'accento sui particolari legami di amicizia esistenti tra Firenze e il duca di Milano Francesco Sforza.
Ai tre ambasciatori fu concesso un nutrito seguito e una disponibilità di mezzi superiore al normale, al fine di influenzare favorevolmente la corte francese e le autorità dei paesi attraversati nel corso del viaggio. L'amministrazione era affidata al C., come dimostra il minuzioso rendiconto che accompagna la relazione. La narrazione del C. segue giorno per giorno i movimenti dell'ambasceria nel lungo e tortuoso itinerario, diverso tra andata e ritorno, percorso dal 27 ott. 1461 al 14 marzo 1462. Diogni tappa sono indicati, in un volgare sciatto e inframezzato da latinismi di stampo giuridico, lunghezza e fatti notevoli. Il C. è attirato in particolar modo dalle bellezze paesaggistiche e monumentali dei luoghi attraversati, che ne stimolano l'attenzione ingenua e ammirata. Le descrizioni delle accoglienze nelle varie corti si limitano all'aspetto cerimoniale, l'unico cui egli era evidentemente ammesso. La doppia sosta a Milano e il soggiorno a Tours, presso Luigi XI, che costituirono le tappe fondamentali della missione diplomatica fiorentina, sono raccontati con lo stesso tono cronachistico e disimpegnato con cui sono descritti l'attraversamento delle Alpi e la visita di Parigi. Nel diario del C. non si deve quindi ricercare la chiave della complessa trama politico-diplomatica dell'ambasceria, che sarà da trovare piuttosto nella corrispondenza tra la Signoria e i suoi inviati. La sua narrazione consente però di conoscere le vicende pubbliche della missione e di ricostruirne la cronistoria con assoluta precisione.
Fonti e Bibl.: Inventario sommario del R. Arch. di Stato di Firenze, Firenze 1903, p. 45; D. Marzi, La Cancell. della Repubblica fiorentina, Rocca San Casciano 1910, p. 501. La data del 1425 come anno di nascita del C., indicata dal Repertorium fontium historiae medii aevi, III,Romae 1970, p. 211, non sembra trovare conferma in alcuna fonte. Contribuiscono a illuminare indirett. l'opera del C. gli autori che trattano dell'ambasceria fiorentina, tra cui ricordiamo: Vespasiano da Bisticci, Vite di uomini illustri del secolo XV, a cura di P. D'Ancona-E. Aeschlimann, Milano 1951, pp. 336, 348, 501 ss.; C. Ugurgieri della Berardenga, Gli Acciaioli di Firenze nella luce dei loro tempi (1160-1834), Firenze 1962, pp. 549 s., 552 s.; A. Desjardins, Négoc. diplom. de la France avec la Toscane, I,Paris 1859, pp. 100-103, 109-133; Id., Mémoire sur la politique extérieure de Louis XI et sur ses rapports avec l'Italie, in Mémoires presentés par divers savants à l'Acad. des Inscriptions et Belles-Lettres, s. 1, VIII (1874), 2, pp. 5-10.