CELORIA, Giovanni
Nacque a Casale Monferrato da Carlo e da Teresa Beccari il 29 genn. 1842; si laureò a Torino in ingegneria nel 1863. Gli studi di ingegneria, gli erano serviti per la formazione di una cultura matematica necessaria per la comprensione dei moti celesti. Entrò subito nell'osservatorio di Brera a Milano sotto la direzione di G. Schiaparelli. Qui si svolse l'intera vita scientifica del C. che, per non lasciare l'osservatorio, rinunciò nel 1893 alla direzione di quello di Arcetri presso Firenze. Avendo la fortuna di lavorare sotto la guida dello Schiaparelli, il C. si trovò ben presto in grado di attendere ai calcoli delle orbite di pianeti e comete e collaborare alla compilazione delle effemeridi di Milano. Nei volumi dell'Annuario dell'Osservatorio di Brera, dal 1866 al 1874, il suo nome è sempre presente.
Il suo primo lavoro fu il calcolo di Hesperia, il pianetino scoperto dallo Schiaparelli, calcolo di cui dà notizia lo stesso Schiaparelli in Eléments et Ephémeride d'Hesperia (69), in Astr. Nachr., LXII (1864), n. 1481; poi passò a quelli di Euphrosyne, di Fides, e, in particolare, di Clitia (cfr. Determinazione dell'orbita di Clizia, in Rend. d. Ist. lomb. di sc. e lett., s. 2, 11 [1869], pp. 1093-103, 1137-50), di cui computò le perturbazioni planetarie dal 1862 al 1870, e perciò meritò gli elogi di G. Santini; per tre anni di seguito si occupò anche del calcolo delle costanti besseliane per la riduzione delle posizioni stellari al luogo medio per le effemeridi.
Oltre a ciò, si occupò dapprima di questioni meteorologiche, come allora molti altri astromomi erano costretti a fare perché la meteorologia non era ancora una scienza coltivata a parte. Sono apprezzate sue memorie sulle aurore boreali dell'ottobre 1870, sul sincronismo delle variazioni di temperatura e pioggia col periodo delle macchie solari (cfr. Se nella media temperatura annua, e se nella quantità di pioggia che cade, esista un periodo sincrono a quello delle macchie solari, in Rendiconti dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, VI [1873], pp. 41-48; Sulgrande commovimento atmosferico del 1°ag. 1872 nella Bassa Lombardia e nella Lomellina, Milano 1873), e vi è anche uno studio molto interessante sulle temperature estreme a Milano in un secolo a partire dal 1763 (Temperature estreme osservate in Milano dal 1763, in Rend. d. Ist. lomb. di sc. e lett., s. 2, VII [1874], pp. 168-74), oltre ad uno sul clima di Milano in generale (Sulle variazioni periodiche e non periodiche della temperatura nel clima di Milano, ibid., pp. 312-324).
Per quanto riguarda l'astronomia, i calcoli per le effemeridi assorbivano il C. quasi del tutto, non permettendogli di dedicarsi ad altri studi; nel 1875 lo Schiaparelli decise di sopprimere questi calcoli e immediatamente dopo iniziò il miglior periodo dell'attività astronomica del Celoria. Non soltanto egli intensificò il lavoro "corrente" d'osservatorio, con una nuova determinazione di latitudine dell'osservatorio di Milano osservando stelle circumeridiane nel 1880, con osservazioni di eclissi e di passaggi di Venere e Mercurio davanti al Sole, e con calcoli di comete di nuova apparizione, con determinazioni di luoghi stellari e di asteroidi, ecc., ma si applicò anche a problemi che particolarmente lo interessavano producendo numerosi lavori.
In ordine di tempo vengono pruma i lavori su tre eclissi storiche; poi quello sugli scandagli stellari, in seguito quelli su alcune comete del XV secolo, infine i difficili calcoli delle orbite delle stelle doppie Σ 3121, o Σ 298, B Delphini, Γ Coronae, in Herculis. Su questi ultimi è difficile dire qualcosa senza entrare in dettagli eccessivamente tecnici; si parlerà quindi degli altri secondo un ordine di importanza crescente. Per le osservazioni sulle comete degli anni 1431, 1449, 1456, 1457, 1472 il C. prese lo spunto da manoscritti di Paolo Toscanelli trovati nella Biblioteca nazionale di Firenze. Il C. con pazienti studi riuscì dai disegni manoscritti a dedurre dati che gli servirono come base per il calcolo delle orbite delle comete (cfr. Sulle osservazioni di comete fatte da Paolo Dal Pozzo Toscanelli e sui lavori astronomici in generale, Roma 1894), mostrando come il merito, che si attribuiva al Regio-montano (J. Müller), di aver iniziato nel 1472 lo studio scientifico delle comete, spetti invece al Toscanelli.
Nelle prime due memorie sulle eclissi storiche (Sull'eclissi solare totale del 3 giugno 1239, Milano 1875; Sugli eclissi solari totali del 3 giugno 1239 e del 6 ottobre 1241, ibid. 1876), il C. studiò le eclissi solari del 1239 e del 1241 per appurare se le loro rispettive zone di totalità, che egli era riuscito a definire in base a documenti storici, coincidessero con quelle che per le stesse eclissi egli aveva calcolato dalle tavole lunari di Hansen.
Il C. trovò che in realtà le zone calcolate ed osservate differiscono fra loro, che quindi le tavole di Hansen erano in errore e che di conseguenza la longitudine della Luna risultava minore. Ma egli stesso commetteva un errore di segno: e se ne accorse due anni dopo che aveva pubblicato la seconda memoria quando uscì un lavoro del Newcomb in cui si dimostrava che gli errori delle longitudini lunari di Hansen per l'antichità erano positivi e non negativi. Il C. ripeté in una terza memoria (Sopra alcuni eclissi di Sole antichi e su quello di Agatocle in particolare, Roma 1880) i suoi calcoli e trovò che effettivamente anche le longitudini del 1239 e del 1241 sono da diminuire; estese la ricerca ad un'eclisse solare molto più remota, quella del 510 a. C. che la storia racconta sia stata osservata da Agatocle re di Siracusa mentre navigava con la sua flotta contro Cartagine. Per paragonare la linea di totalità effettiva dell'eclisse con quella data dalle tavole di Hansen, il C. identifica l'eclisse stessa con un'altra eclisse di Sole che fu totale sull'Ellesponto e della quale parlano, senza data, autori greci; egli si accorge che anche per l'eclisse di Agatocle, la cui zona di totalità è circa all'Ellesponto, la teoria di Hansen dà una zona diversa da quella reale; e vede che la correzione delle longitudini tabulari è negativa, come per le eclissi medievali, poiché la falsa zona sta a Sud di quella effettiva.
Può darsi che l'eclisse ellespontica di cui parlano gli autori greci non sia stata la stessa di quella osservata da Agatocle, ma con la identificazione delle due eclissi il C. poteva essere certo di non esporsi ad errori sensibili per quel che riguarda la teoria lunare. Questa memoria ha anche il pregio di essere una vera miniera in materia di eclissi antiche: vi sono calcolate tutte le eclissi solari che ci sono state nell'antichità, a partire dalla fondazione di Alessandria, cioè dal 333 fino al 100 a. C.; queste eclissi di Sole calcolate furono centottantuno, di cui centotrentotto totali e quarantatré anulari. Questo lavoro fu premiato dall'Accademia dei Lincei con il premio reale nel 1880.
Nel lavoro sugli scandagli stellari (Sopra alcuni scandagli del cielo eseguiti all'osservatorio reale di Milano, Milano 1878), che fu forse l'opera più grande, il C. cercò di formarsi un'idea della distribuzione delle stelle nello spazio; trovò modo di contare di 10 in 10 minuti di ascensione retta, e limitatamente alla zona di cielo interposta fra l'equatore ed il 6° grado di declinazione boreale, tutte le stelle fino alla undicesima grandezza, in modo da conoscere per ogni unità di area celeste la densità stellare corrispondente. Queste densità danno una curva che rappresenta l'andamento degli scandagli lungo l'equatore; confrontò questa con la curva di distribuzione delle stelle lucide e con quella data dall'insieme di tutte le stelle visibili nei maggiori strumenti. Questo studio condusse il C. ad una ipotesi sulla costituzione della Via Lattea come nebulosa spirale e fornì importanti dati al Seeliger per la deduzione delle sue famose leggi sulla distribuzione stellare.Nel 1900 lo Schiaparelli si ritirò dalla direzione dell'osservatorio di Brera e il C. ne prese il posto che tenne fino al 1917, anno in cui lo abbandonò per raggiunti limiti di età; benché fosse quasi sessantenne nel 1900, continuò ad essere molto attivo nei lavori astronomici. È del 1901 un catalogo di 1.119 stelle, che, sebbene fosse stato elaborato con lo Schiaparelli negli anni precedenti, richiese molta fatica per la stesura finale (G. V. Schiaparelli-G. Celoria, Posizioni medie per 1870, di 1119 stelle fino alla grandezza 7m, 5, comprese fra - 2° e + 6° di declinazione, determinate con osservazioni fatte al circolo meridiano di Starke negli anni 1860-1872, Milano 1901). Sono da ricordare ancora nuove osservazioni di pianeti, di comete, di eclissi solari e lunari e le misure di stelle doppie al cui studio il C. dedicò molto tempo nell'ultimo periodo della sua attività.
Contemporaneamente alla nomina di direttore dell'osservatorio di Brera fu eletto presidente della Commissione geodetica italiana e la sua attività fu dedicata anche agli studi di geodesia sia come insegnante (aveva insegnato per trentacinque anni geodesia teoretica nell'istituto superiore di Milano) sia partecipando attivamente ai lavori della Commissione (aveva preso parte a dodici determina ioni di differenza di longitudine tra l'osservatorio di Milano ed altri osservatori italiani ed esteri). Un altro merito del, C. fu quello di divulgare l'astronomia e scienze affini. Per trentacinque anni collaborò all'Annuario scientifico industriale del Treves con articoli concernenti i progressi dell'astronomia, e in una lunga serie di monografie e di articoli per giornali cercò di diffondere le sue conoscenze astronomiche.
A Milano istituì nel Circolo filologico una piccola società astronomica i cui componenti spesso si riunivano ad ascoltare le sue conferenze. Il C. si dedicò anche alla politica in qualità di consigliere comunale e poi assessore del comune di Milano, occupandosi soprattutto di problemi relativi alla pubblica istruzione. Fu nominato senatore nel 1909.
Morì a Milano il 17 ag. 1920.
Altri scritti del C. sono: La Luna: monografia fisica, Milano 1871; Sull'apparizione della cometa di Halley avvenuta nel 1456, nota letta all'Ist. lombardo il 15 genn. 1885, ibid. 1885; La fisica sociale: conferenza tenuta al Circolo filologico di Milano, ibid. 1892; Studi e ricerche, specialmente italiane, sulle variazioni delle latitudini terrestri,ibid. 1901; Atlante astronomico (con 16 tavole miniate e tre tavole zincografiche, con testo ed illustrazioni), 2 edizione ampliata, ibid. 1905; (con M. Rajna), Differenza delle longitudini fra Milano e Crea. Calcoli di L. Gabba, ibid. 1909; Sull'eclisse totale di Luna del 16 nov. 1910, ibid. 1910; Sulla eclisse totale di Sole del 21 ag. 1914 e sul passaggio di Mercurio sul disco solare avvenuto il 7 nov. 1914: osservazioni fatte a Brera, Pavia 1915.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Rendic. d. Acc. naz. d. Linc., cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 5, XXX (1921), pp. 188-194; in Rend. d. Ist. lomb. di sc. e lett., s. 2, LIII (1920), pp. 644 ss., 652 ss., 660 ss.; in Mem. d. Soc. astr. ital., n. s., I (1920), pp. 221-28; F. G. Tricomi, Matematici ital. del primo secolo dello Stato unitario, in Mem, d. Acc. d. sc. di Torino, s. 4, 1 (1962), p. 32; J. C. Poggendorff, Biogr.-liter. Handwört. d. exact. Wissensch., III, p. 255; IV, p. 233; V, p. 209.