CHIZZOLETTI (Chisoletti), Giovanni
Non si conoscono i dati biografici di questo pittore operante a Bergamo e nel Bergamasco nella seconda metà dei secolo XVII ed agli, inizi del XVIII. Si sa solo che sposò Teodora Pozzi, dalla quale ebbe un figlio, Bartolomeo, il 23 marzo 1707 (Bergamo, Archivio di S. Alessandro in Colonna). Poiché una delle sue prime opere, di qualità scadente, raffigurante i SS. Antonio, Rocco e Sebastiano, nella chiesa parrocchiale di Coma Imagna (Bergamo) reca, con la firma e la data, l'indicazione del luogo di composizione ("Jo. Chisolettus, Bergomi, 1688"), è stato arguito che il C. sia nato a Bergamo verso la metà del Seicento e qui sia vissuto a lungo in Borgo San Leonardo.
La storiografia artistica bergamasca ignora il C. quasi completamente: il Tassi non lo cita neppure; soltanto il Marenzi, il Forrioni e il Pinetti elencano le sue opere sparse nelle chiese della città e della provincia senza peraltro aggiungere notizie sulla vita e sulla formazione artistica. Il conte Marenzi, nell'indice della Guida manoscritta, con poca obiettività, lo qualifica come "ignobile".
Per la verità, dall'esame stilistico dei dipinti - pervenuti sino ad oggi - risulta che il C. è un pittore eclettico, non originale, ma compassato e non privo di una certa solennità e grandiosità scenica e figurativa. Non giovò, certo, al perfezionamento dell'arte sua l'aver vissuto in ambiente provinciale, anche se la lezione di Giovanni Paolo Cavagna, di Enea Salmeggia e di Pietro Gualdi servì non poco ad elevare il suo stile. Possiamo riconoscere l'imitazione di questi modelli in tutte le sue composizioni, ún'imitazione spesso superficiale e pedissequa. La sua produzione fu limitata ai'soggetti sacri, trattati con un formalismo antiquato, convenzionale, anodino e corsivo.
Di questa produzione ci è rimasta solamente una traccia, essendo andate perdute parecchie opere un tempo note. Sono scomparsi i dipinti eseguiti per la chiesa di S. Leonardo (1688), di S. Antonio delle terziarie francescane, di S. Gottardo e di S. Caterina (1713) in Bergamo.
Sono tuttora reperibili, invece, le seguenti opere: una Madonna e santi (firmata e datata 1697) di estrazione cavagnesca con inflessioni moroniane, nella chiesa di Boccaleone in Bergamo; una Crocefissione con santi (firmata e datata 1702) nella parrocchiale di Osio Sotto, drammatica è suggestiva; un Gesùsotto la croce che incontra il Cireneo, opera inedita (firmata e datata nel 1708) nel refettorio del convento di S. Grata in Bergamo, composizione armonica con reminescenze carianesche e bassanesche; un'Adorazione dei Re Magi nella parrocchiale di Osio Sotto, tela inedita (firmata e datata 1710) che, sebbene in cattivo stato di conservazione, appare modellata sugli esempi del Veronese e del Polazzo; un'Immacolata con i ss. Fermo e Rustico (firmata e datata 1714) nella parrocchiale di Fuipiano Imagna, di tonalità chiara, argentea, stilisticamente affine al Gualdi; un Angelo custode, finora sconosciuto ed attribuito al Cotta (firmato sotto la comice: "Johanes Chisolettus fecit") nel santuario della Madonna del Pianto ad Albino, di bell'effetto luministico. Il Pinetti ha attribuito al C. le due tele laterali dell'aItar maggiore della chiesa del monastero di S. Benedetto in Bergamo, raffigurante i SS. Alessandro e Mauro, ma non pare possano essere ritenute autografe; di recente A. Meli e A. M. Rinaldi, sulla scorta di documenti inequivocabili, hanno rivendicato al C. due quadri decorosi di buon pregio artistico nel coro della parrocchiale di Zandobbio con le Storie di s. Giorgio (condanna e decapitazione) offerti, nel 1712, dai nobili Pietrogalli, un tempo ritenuti del Carobio (Pinetti) e del Gualdi (antico inventario della chiesa).
Un altro quadro, pala del primo altare a destra della chiesa di S. Alessandro in Colonna, in Bergamo, attribuito al C. dal Pasta e dal Pinetti, dopo il restauro è stato rivendicato al balestra, mentre soltanto un laterale reca la sua firma (C. Bizioli, in Bergamo arte, IV [1973], 13, pp. 36 s.).
Fonti e Bibl.: A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo, Bergamo 1755, p. 88; F. M. Tassi, Vite de' pittori... e archit. bergamaschi [1793], a cura di F. Mazzini, Milano 1969, ad Ind.;P. Zani, Encicl. metod. ... delle Belle Arti, I, 6, Parma 1820, p. 186; Bergamo, Bibl. civica, C. Marenzi, Guida di Bergamo (ms., 1825), f. 113; Ibid., G. Moratti, Raccolta di pittori che dipinsero in Bergamo (ms., 1900), I, p. 302; Ibid., Curia vescovile, E. Fornoni. Diz. odeporico (ms., s.d.), XIX, f. 675; Ibid., Id., Artisti bergamaschi, II, p. 199; Inv. degli oggetti d'arte d'Italia, A.Pinetti, Prov. di Bergamo, Roma 1930, pp. 7, 45, 348; A. M. Rinaldi-A. Meli, Zandobbio nella storia delle sue chiese, Bergamo 1970, pp. 67-69.