Scrittore italiano (Treviso 1895 - ivi 1969). Ufficiale nella prima guerra mondiale (cfr. Giorni di guerra, 1930); legionario di D'Annunzio a Fiume (cfr. Le mie stagioni, 1951); viaggiò molto, specialmente in Oriente, per conto di grandi giornali (Corriere della sera, ecc.). Il meglio della sua arte va cercato appunto nelle prose che più tengono del "viaggio" (Il porto dell'amore, 1924, poi rifuso in Al vento dell'Adriatico, 1928; Gente di mare, 1928; Questa è Parigi, 1931; L'italiano errante per l'Italia, 1937, poi rifuso in La favorita, 1945; Capricci italiani, 1952; ecc.) e in quei racconti (Avventure terrene, 1935; Felicità dopo la noia, 1940; Un gatto attraversa la strada, 1954, ecc., poi scelti e riordinati in Il grande ozio, 1964), in cui la sua sensuale gioia di vivere, appena adombrata dal presentimento della labilità terrena, dà alle impressioni un'intima, estrosa, lirica animazione. Ma parti e toni di autentica poesia in prosa hanno anche, in maggiore o minor misura, certe sue narrazioni più distese, dalle citate Mie stagioni a La mia casa di campagna (1958), a La donna del lago (1962) e Attraverso il tempo (1968). Postumo (1969), a cura di alcuni amici, è stato pubblicato il Diario 1951-1964 rilevante dal lato autobiografico come da quello artistico.